Calabria, linee guida sui rifiuti. Per Legambiente "molte perplessità ed interrogativi"
L'associazione esprime numerose perplessità in merito alle linee guida sui Rifiuti enunciate dal governatore Mario Oliverio nei giorni scorsi. Obiettivi di raccolta differenziata, impiantistica, discariche, accordi con i consorzi sono materia di dibattito
05 November, 2015
"Legambiente Calabria, a seguito della presentazione delle Linee guida sui Rifiuti fatta dal governatore Oliverio nei giorni scorsi, esprime perplessità e interrogativi su quanto contenuto nel documento, riservandosi di presentare a breve considerazioni tecniche e proposte". Così l'associazione in merito a quanto annunciato a fine ottobre dal presidente della Regione, Mario Oliverio.
In una lunga nota Legambiente dice che "condivide l’idea di una rete impiantistica di prossimità e autosufficienza, ma quando si parla di raccolta differenziata è necessario parlare anche e soprattutto di impianti che possano valorizzare quanto riciclato. Prendiamo atto che verranno forniti strumenti di comunicazione e di supporto finanziario affinchè il piano di prevenzione diventi efficace ed efficiente. Si prevedono 5 mln di euro per fare che cosa? Sostenere quali azioni? Non lo si evince. Sarà costituito un team tecnico attraverso figure professionali operanti in aziende aderenti a Unindustria nello sviluppo della RD nei comuni, anche con Garanzia Giovani. Di fatto, si parla di un team che fornirà alle amministrazioni comunali un supporto tecnico-amministrativo sulle progettualità connesse, ma non è - o meglio non era - il cardine dell’accordo con il Conai? Quindi il team tecnico deciderà come ripartire questi stanziamenti".
Secondo Legambiente Calabria "le linee guida attestano – se ce ne fosse ancora bisogno - la forte dipendenza del sistema regionale dalle discariche. Tuttavia nella fase transitoria e per i prossimi 10 anni si ricerca ancora una capacità di abbanco di 2 milioni di mc (e allora quali “discariche zero”?), con ipotesi di riattivazioni di discariche come quella da noi osteggiata a Melicuccà. L'obiettivo zero discariche è contraddetto da “il Nuovo Piano dei Rifiuti, provvederà alla ricognizione delle discariche pubbliche realizzate e mai entrate in esercizio, per le quali, previa apposita valutazione di natura paesaggistico-ambientale nonché previa analisi di altri vincoli e tutele di legge, ne potrà prevedere la conversione in siti di smaltimento per rifiuti speciali inerti.”
"Inoltre" - si aggiunge nella nota - "è in discussione una legge regionale per far diventare stabile la deroga all’utilizzo delle discariche private. Quando poi si parla di “Attuale offerta impiantistica pubblica in ambito regionale” le capacità sono puramente teoriche. La tabella espone una quantità di trattamento di RUR (rifiuti urbani residui) di 406.000 t/a mentre nelle linee guida del 2013 erano 380.400 e non ci risulta che siano stati costruiti altri impianti pubblici tra il 2013 e il 2015. Inoltre i dati sono in contraddizione con quelli esposti nell’ordinanza 105 con oggetto: Disposizione in ordine alla gestione dei rifiuti solidi urbani della Regione Calabria — Ordinanza Contingibile e Urgente ai sensi dell'art. 191, D. Lgs. 152/2006 e per il conferimento del sottavaglio umido parzialmente stabilizzato CER 190501 in discarica. Nell’ordinanza si parla di un’offerta impiantistica nominale di sole 1.850 t/g e quindi, in un anno, di un’offerta impiantistica di 666.000 t/a. Di certo l’impianto di Sambatello (RC) non è in funzione, e non sappiamo quale sia l’effettiva capacità produttiva degli altri impianti e men che meno quella totale. Nella figura riportata nel documento, però, la quantità di RUR trattata diventa 504.578 t/a. Non è chiaro, inoltre, cosa si intenda fare quando si parla di "organizzazione dell’impiantistica di valorizzazione/recupero (CC, CSS).
Secondo l'associazione "per quanto riguarda la raccolta differenziata, si enunciano solo buoni principi: sostenere finanziariamente l’avvio della RD porta a porta, incentivare i cittadini, elementi di premialità per i comuni virtuosi, ma non si parla del come e con quali risorse. Si cita l’obiettivo del 45% di RD nel 2018 e del 65% nel 2020, ma nulla sui prossimi due anni: nel 2016 e nel 2017 cosa ne facciamo dei rifiuti? Anche su questo tema si prevede un team regionale, ma per redigere le linee guida sulla RD, i comuni devono provvedere in autonomia sulle forme e le modalità (porta a porta, di prossimità, stradali) stabilite dalle singole progettualità. Ma che indirizzo politico-gestionale è questo? E le ARO che fanno? Le economie di scala e di autosufficienza e l’impiantistica come si realizza? La Regione deve stabilire che la raccolta differenziata domiciliare diventi l’unica ammessa e che, a partire da oggi, sia prevista anche in tutti i bandi. Nella fase transitoria, l'interfaccia della RD sarà costituita dal sistema privato - una seconda fase a regime, con più elevati quantitativi di RD, nella quale saranno in funzione le piattaforme pubbliche di supporto alla RD. Quindi tutto in mano ai privati: discariche e raccolta differenziata. Non vi sono obiettivi minimi di Rd fino al 2018".
In conclusione Legambiente sottolinea: "Sugli impianti di compostaggio si dice sommariamente che il compostaggio domestico è una delle misure di prevenzione della produzione di rifiuti e nelle tabelle da pag. 40 a 43 si accenna che i mega-impianti avranno linee di compostaggio aerobico e anaerobico alcuni impianti a partire dal 2018 e altri a partire dal 2020. Dunque, l’obiettivo del 65% di Rd che per legge doveva essere raggiunto nel 2012, si sposta invece al 2020 con un ritardo di ben 8 anni!!! Le linee non definiscono alcuna strategia per mettere i comuni nelle condizioni di fare la raccolta differenziata attraverso una politica dei costi e degli incentivi. Inoltre, il Piano proposto prevede un movimento di rifiuti che in alcuni casi può superare i 100 Km per esempio, tra Diamante e Rossano. Viene proposto il revamping di impianti che non sono stati mai messi in funzione e la costruzione di nuovi, ma non viene comunicato quanto costeranno e quanti anni dovranno passare prima di vederli realizzati. Legambiente evidenzia, inoltre, che nella elaborazione delle linee guida, non sono stati censiti i centri di raccolta comunali in funzione al 2015 e mancano le indicazioni sulla dotazione che gli ATO devono avere per evitare il turismo dei rifiuti".