Anna Gerometta, Cittadini per l'Aria: il protocollo provinciale antismog di Milano studiato apposta per essere inefficace
Con i quasi 90 µg/m3 di polveri sottili (PM10) di lunedì 14, Milano tocca il suo 21° giorno consecutivo di emergenza smog. Ne abbiamo parlato con l'avvocato Anna Gerometta, presidente dell'Associazione Cittadini per l'Aria
Milano certifica il suo 21° giorno consecutivo (a parte la pausa di giovedì10) di superamento del limite dei 50 µg/m3 delle polveri sottili PM10. Lunedì 14, come previsto ieri da Eco dalle Città, anche per la terribile serata di traffico, aggravata da un incidente lungo viale Monte Ceneri/Ponte della Ghisolfa, è stata una giornata nerissima per lo smog a Milano.
La media del dato provinciale, quello che dovrebbe essere il riferimento per il Protocollo Antismog, prima gestito dalla Provincia, ora passato alla Città Metropolitana, è stata di ben 80 µg /m3 di polveri sottili (PM10), con una punta di 90 µg/m3 per la centralina Pascal Città Studi.
Una media ben superiore a quella dei cinque giorni precedenti: 61 µg/m3 il 9 dicembre, 42 il 10, 53 l'11, 62, il 12 e 66 il 13.
Ben 89 µg /m3, come "Agglomerato Milano", il dato registrato dal monitoraggio di ARPA Lombardia.
Abbiamo intervistato l'avvocato Anna Gerometta, ex presidente di Genitori Antismog, e ora presidente dell'associazione Cittadini per l'Aria, per avere un commento sulla nuova emergenza smog di Milano (e dintorni).
Presidente, nonostante le misure del Protocollo provinciale (stop ai diesel Euro3 senza filtro e riduzione del riscaldamento) lunedì 14 è stata un'altra giornata inquinatissima: 21° giorno consecutivo oltre i 50µg /m3 delle polveri sottili PM10, con una media vicina ai 90 µg /m3 per Milano. Un suo commento?
Riguardo il Protocollo provinciale, credo sia stato studiato a tavolino per essere inapplicabile (ricordiamo che si può essere aderenti al Protocollo e poi non attuare i provvedimenti, l'ultima parola spetta ai Sindaci dei Comuni, NdR). Infatti è rarissimo che si verifichi un periodo di alta pressione così prolungato e privo di interruzioni da mantenere continuativamente medie così alte per 10 giorni. Ma il danno alla popolazione è immediato e grave e le morti in più si registrano appena i livelli si alzano. Ieri abbiamo consegnato agli amministratori della città metropolitana un conteggio che indica come, solo dal 30 novembre al 14 dicembre, siano morte 22 persone nell’area metropolitana che non sarebbero morte se i livelli si fossero mantenuti al di sotto di 50µg /m3.
Tutti potremmo fare qualcosa di più, ma resta il fatto che a Milano il problema numero uno è la motorizzazione privata. Così intensiva, da rendere l'inquinamento dovuto al traffico assai preponderante. E pericoloso, soprattutto per l'effetto di prossimità dello smog delle auto: un inquinamento molto più dannoso e pericoloso per i nostri organi respiratori, rispetto alle canne fumarie che emettono dai tetti. Le automobili passano a 3 metri da noi, l'esposizione agli inquinanti è diretta. Dal punto di vista sanitario, l'assoluta priorità deve essere quella di ridurre l'inquinamento da traffico, anche se logicamente vanno fatti anche gli altri interventi, come i controlli sul riscaldamento e l'efficienza edilizia.