Emergenza smog. A Torino superati i 100 µg/m³ di Pm 10
Fino a domenica 20 dicembre il numero di superamenti del valore limite giornaliero è arrivato a quota 75 giorni, mentre il limite imposto dalla legge è di 35 giorni
23 December, 2015
Cattive notizie per chi sperava in un miglioramento della qualità dell'aria a Torino e in tutta l'area metropolitana. Le correnti d'aria provenienti dai Carpazi e la massiccia campagna di comunicazione sui social dei politici sabaudi, non hanno portato nessun beneficio, anzi, osservando i dati pubblicati dall'Arpa Piemonte la situazione sembra peggiorare e, nella giornata di sabato 19 dicembre, si sono superati i 100 µg/m³. Valori che la città non raggiungeva da anni.
“Per affrontare l’emergenza climatica di questi giorni abbiamo deciso di incentivare l’uso del mezzo pubblico e chiediamo ai cittadini di cogliere questa opportunità per utilizzare bus tram, treni e metro a condizioni vantaggiose”. Queste sono le parole del Sindaco Piero Fassino, a corredo della decisione presa dal Tavolo per la qualità dell'aria (che riunisce tutti i sindaci dell'area metropolitana) di equiparare il biglietto singolo urbano a quello giornaliero più altre piccole novità sulla validità dei biglietti del trasporto extra urbano. Novità che varranno solo dal 26 al 29 dicembre in attesa della nuova riunione dei sindaci prevista per il 29 dicembre a Palazzo Cisterna.
Un fatto è certo, fino a domenica 20 dicembre il numero di superamenti del valore limite giornaliero è arrivato a quota 75 giorni, quando il limite imposto dalla legge è di 35 giorni. Forse solo un blocco totale del traffico o altre soluzioni estreme e drastiche potranno evitare di peggiorare la situazione. Per ora non resta che affidarsi alla danza per sperare in una pioggia benefica.
Ricordiamo
ai lettori che cosa è il particolato
sospeso (PM 10 e Pm 2,5), e nel farlo riportiamo la puntuale
definizione scientifico divulgativa dell'Arpa
Piemonte:
Il particolato sospeso
è costituito dall'insieme di tutto il materiale non gassoso in
sospensione nell'aria.
La natura delle particelle è molto varia: composti organici o
inorganici di origine antropica, materiale organico proveniente da
vegetali (pollini e
frammenti di piante), materiale inorganico prodotto da agenti
naturali (vento e pioggia), dall'erosione del
suolo o da manufatti (frazioni più grossolane) ecc.. Nelle aree
urbane il materiale particolato può
avere origine da lavorazioni industriali (fonderie, cementifici,
inceneritori ecc.), dagli impianti di riscaldamento, dall'usura
dell'asfalto, degli pneumatici, dei freni e dalle emissioni di
scarico degli autoveicoli, in particolare quelli con motore diesel.
Il PM10 inoltre costituisce il principale veicolo di diffusione di composti tossici e può essere trasportato anche a rilevanti distanze. In aggiunta il PM10 ha una componente secondaria, che si forma direttamente in atmosfera a partire da altri inquinanti gassosi già presenti, come ad esempio gli ossidi di azoto e il biossido di zolfo, che può arrivare a costituire anche il 60-80% del PM10 totale misurato.
Il rischio sanitario legato ai composti presenti nelle particelle sospese nell'aria dipende, oltre che dalla loro concentrazione, anche dalle dimensioni delle particelle stesse. Le particelle di dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in quanto possono penetrare in profondità nell'apparato respiratorio. In prima approssimazione:
• le particelle con diametro aerodinamico superiore ai 10 µm si fermano nelle prime vie respiratorie;
• le particelle con diametro aerodinamico tra i 2,5 e i 10 µm (anche chiamate frazione “coarse”) raggiungono la trachea ed i bronchi;
• le particelle con diametro aerodinamico inferiore ai 2,5 µm (anche chiamate frazione “fine”) raggiungono gli alveoli polmonari.
Il PM10 e il PM2.5 sono misurati, se si utilizza il metodo semiautomatico di riferimento normativo, mediante campionamento su filtro in condizioni ambiente e successiva determinazione gravimetrica (vale a dire per pesata) delle polveri filtrate. L’impattore inerziale, contenuto nella testa di prelievo dell’apparecchiatura, ha una particolare geometria definita in modo tale che sul filtro arrivino, e siano trattenute, solo le particelle con diametro aerodinamico inferiore o uguale a 10 µm o a 2,5 µm.
Gli studi epidemiologici hanno mostrato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche o di effetti acuti alle vie respiratorie: in particolare asma, bronchiti, enfisemi e anche danni al sistema cardiocircolatorio. A livello di effetti indiretti, il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici.
La situazione di questo inquinante conferma negli anni una generale diminuzione dei valori misurati. Ciò comunque non riduce la preoccupazione per la criticità che resta significativa nelle zone maggiormente urbanizzate dove si verificano numerosi superamenti soprattutto del limite giornaliero di 50 µg/m³. In particolar modo la componente secondaria di questo inquinante rappresenta un “fondo” su cui risulta difficile incidere significativamente