Torino, l'emergenza smog resta. Superata la soglia dei 100 μg/m3
La qualità dell'aria peggiora, nella settimana appena trascorsa in ben 6 giorni è stato superato il limite di legge dei 50 μg/m3 con punte superiori ai 100 μg/m3 in tutta la giornata di domenica 24 e martedì 26 gennaio
26 January, 2016
Le previsioni dell'Arpa Piemonte non si smentiscono mai. La settimana appena trascorsa ha fatto ripiombare la città di Torino, e tutto l'hinterland, nella morsa dello smog. In particola i dati Apra che pubblichiamo sono quelli relativi alla concentrazione di Pm10 nella sola città di Torino. Infatti appena svanito il vento, i livelli di Pm10 sono tornati pericolosamente a salire. Su sette giorni ben 6 sono sopra la soglia dei 50 μg/m3 e addirittura nella giornata di domenica 24 gennaio si sono superati i 100 μg/m3.
Dall'inizio dell'anno sono già 10 i giorni in cui sono stati superati i limiti di legge di 50 μg/m3. Per la giornata di ieri, martedì 26 gennaio, la stessa Arpa fa sapere che si sono superati i 100 μg/m3. Se si osservano le previsioni sulla qualità dell'aria nelle giornate di oggi (27 gennaio) e domani ci aspettano altri giorni con concentrazioni molto superiori ai 50 μg/m3. Clicca qui per vedere le previsioni giornaliere.
Ricordiamo ai lettori
che cosa è il particolato
sospeso (PM 10 e Pm 2,5), e nel farlo riportiamo la puntuale
definizione scientifico divulgativa dell'Arpa
Piemonte:
Il particolato sospeso
è costituito dall'insieme di tutto il materiale non gassoso in
sospensione nell'aria.
La natura delle particelle è molto varia: composti organici o
inorganici di origine antropica, materiale organico proveniente da
vegetali (pollini e frammenti di piante), materiale inorganico
prodotto da agenti naturali (vento e pioggia), dall'erosione del
suolo o da manufatti (frazioni più grossolane) ecc.. Nelle aree
urbane il materiale particolato può avere origine da
lavorazioni industriali (fonderie, cementifici, inceneritori ecc.),
dagli impianti di riscaldamento, dall'usura dell'asfalto, degli
pneumatici, dei freni e dalle emissioni di scarico degli autoveicoli,
in particolare quelli con motore diesel.
Il PM10 inoltre costituisce il principale veicolo di diffusione di composti tossici e può essere trasportato anche a rilevanti distanze. In aggiunta il PM10 ha una componente secondaria, che si forma direttamente in atmosfera a partire da altri inquinanti gassosi già presenti, come ad esempio gli ossidi di azoto e il biossido di zolfo, che può arrivare a costituire anche il 60-80% del PM10 totale misurato.
Il rischio sanitario legato ai composti presenti nelle particelle sospese nell'aria dipende, oltre che dalla loro concentrazione, anche dalle dimensioni delle particelle stesse. Le particelle di dimensioni inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in quanto possono penetrare in profondità nell'apparato respiratorio. In prima approssimazione:
• le particelle con diametro aerodinamico superiore ai 10 µm si fermano nelle prime vie respiratorie;
• le particelle con diametro aerodinamico tra i 2,5 e i 10 µm (anche chiamate frazione “coarse”) raggiungono la trachea ed i bronchi;
• le particelle con diametro aerodinamico inferiore ai 2,5 µm (anche chiamate frazione “fine”) raggiungono gli alveoli polmonari.
Il PM10 e il PM2.5 sono misurati, se si utilizza il metodo semiautomatico di riferimento normativo, mediante campionamento su filtro in condizioni ambiente e successiva determinazione gravimetrica (vale a dire per pesata) delle polveri filtrate. L’impattore inerziale, contenuto nella testa di prelievo dell’apparecchiatura, ha una particolare geometria definita in modo tale che sul filtro arrivino, e siano trattenute, solo le particelle con diametro aerodinamico inferiore o uguale a 10 µm o a 2,5 µm.
Gli studi epidemiologici hanno mostrato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche o di effetti acuti alle vie respiratorie: in particolare asma, bronchiti, enfisemi e anche danni al sistema cardiocircolatorio. A livello di effetti indiretti, il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici.
La situazione di questo inquinante conferma negli anni una generale diminuzione dei valori misurati. Ciò comunque non riduce la preoccupazione per la criticità che resta significativa nelle zone maggiormente urbanizzate dove si verificano numerosi superamenti soprattutto del limite giornaliero di 50 µg/m³. In particolar modo la componente secondaria di questo inquinante rappresenta un “fondo” su cui risulta difficile incidere significativamente