Nel corso di una conferenza stampa, Nourredine Turki, presidente del sindacato dei produttori e dei trasformatori di plastica che fa capo all’UTICA (Union Tunisienne de l’Industrie du Commerce et de l’Artisanat – Unione Tunisina dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato) ha annunciato che il Ministro dell’Ambiente e dello Sviluppo tunisino ha accordato un anno di tempo ai produttori di sacchi di plastica che devono applicare il progetto di legge relativo all’utilizzo di queste borse non biodegradabili.

Lo scorso gennaio, il ministero aveva preannunciato l’intenzione di fare approvare il progetto di legge davanti all’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo (il parlamento tunisino) il prossimo marzo. Questo provvedimento condurrà al divieto di produrre sacchi di plastica non biodegradabili al fine di proteggere la diversità biologica e lottare contro l’inquinamento.

Noureddine Turki  ha dichiarato che questa decisione sarà lesiva per gli industriali che hanno degli obblighi finanziari verso le banche e verso i loro fornitori e si è interrogato sul futuro della manodopera che lavora in questo settore: in tutto 30mila persone che lavorano in un centinaio di aziende tunisine.

Il presidente della federazione nazionale della chimica dal canto suo ha dichiarato che un anno di tempo in più non è sufficiente per trovare valide alternative. La questione avrebbe bisogno di studi approfonditi e l’elaborazione di una strategia ad hoc. Il ministero, però, ha espresso a più riprese il desiderio di portare avanti il progetto di legge, precisando di volere accompagnare gli industriali nel loro percorso di conversione verso un’attività di matrice ecologica.

 

Fonte: gnet.tn

Traduzione: Laura Tajoli

 

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