Smog, la politica dello struzzo. Gli Euro 3 finiscono in farsa
"Finito un inverno ne arriverà un altro, non sarebbe quindi male capire se i veicoli più inquinanti alla fine circoleranno o meno, se potremo avere qualche caldaia meno inquinante, se faremo qualche controllo in più sulle temperature degli edifici"- da CORRIERE.IT del 23.02.2016
23 February, 2016
di Sergio Harari
(direttore Pneumologia Ospedale San Giuseppe Milano, editorialista Corriere della Sera)
La stagione più critica per l’inquinamento si avvia al suo termine e abbiamo capito quanto la qualità dell’aria che respiriamo dipenda ancora fortemente dalla meteorologia, cosa davvero non molto confortante. D’altra parte si viaggia tra politiche dell’emergenza e di rinvio in rinvio, senza nessuna reale volontà di sviluppare politiche strutturali. La vicenda dello stop ai veicoli Euro3 la dice lunga sulle incertezze della politica. Atteso da lungo tempo, il provvedimento è stato preannunciato con squilli di tromba e rullo di tamburi: «In materia di qualità dell’aria Regione Lombardia è da sempre propensa a puntare su interventi strutturali; in particolare, a partire da ottobre del 2016, interverrà un nuovo divieto riguardante i diesel Euro3».
Ancora lo aspettiamo il provvedimento, dopo che Regione Lombardia l’ha vincolato alla concessione di 2 miliardi di euro da parte del governo per garantire gli incentivi ritenuti indispensabili. Consoliamoci, per la serie ogni mondo è paese, il Parlamento europeo ha intanto concesso un totale stravolgimento dei limiti che erano stati fissati in precedenza sulle emissioni NOx (ossidi di azoto) dei veicoli diesel. Eppure un recente studio scientifico italiano ha quantificato in 21.600 i decessi prematuri causati dall’esposizione all’NO2 (diossido di azoto, uno tra i più tossici dei diversi ossidi di azoto) nel nostro Paese nel 2012. E il tutto accade all’indomani dello scandalo Volkswagen, avvenuto proprio sulle emissioni degli NOx.
Si può continuare così? Ha senso la politica dello struzzo, nell’attesa che qualche pioggia e la crisi economica ci facciano dimenticare l’emergenza quotidiana, anche se poi la diffusione sempre maggiore di malattie da inquinamento torna a suonare campanelli di allarme? La politica può continuare a disattendere la sempre maggiore sensibilità e attenzione dei cittadini ai temi ambientali? La risposta sembrerebbe ovvia ma evidentemente così non è perché poi poco o nulla accade. Finito un inverno ne arriverà verosimilmente un altro, non sarebbe quindi male prevedere questo evento straordinario per tempo, capendo se gli Euro3 diesel alla fine circoleranno o meno, se potremo avere qualche caldaia meno inquinante, se faremo qualche controllo in più sulle temperature degli edifici pubblici, se metteremo in atto alcune delle misure già previste nel piano regionale per l’inquinamento Pria. Non cose eccezionali, nelle quali ormai nessuno spera più, ma almeno cose concrete.
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