Tutte le potenzialità del cibo “brutto” rifiutato dai supermercati
Negli Stati Uniti, finalmente qualche catena di negozi alimentari sta iniziando a proporre frutta e verdura dall’aspetto imperfetto ma comunque buona e salutare
08 March, 2016
Angurie giganti maturate sul campo che però non possono essere vendute perché troppo grandi per entrare nel frigorifero fanno la stessa fine dei cetrioli con troppe curve e dei pomodori over-size.
Troppo grandi, troppo piccoli, con un colore leggermente diverso dal solito, una forma inusuale: negli USA il futuro di questi “cibi brutti” è desolante, marciscono là dove sono cresciuti, mangiati dalle greggi oppure gettati in pattumiera per diventare spazzatura o compost.
Mentre in Europa i supermercati sono sempre più a favore dei cibi esteticamente imperfetti e vendono prodotti con imperfezioni superficiali, le maggiori catene americane si sono rifiutate di seguire l’esempio, almeno fino a ora. Il Whole Foods Market dice che venderà i prodotti “brutti” destinati alla pattumiera in alcuni dei suoi negozi nella California del nord, a partire dal prossimo aprile. Il progetto pilota, condotto in collaborazione con Imperfect Produce, una startup californiana, è uno dei primi segnali dell’inversione di rotta da parte di un grosso gruppo alimentare che decide di entrare nel movimento che combatte lo spreco alimentare.
In genere, i supermercati americani rifiutano i prodotti che non corrispondono ai loro standard perché hanno un aspetto inadeguato. Secondo le stime della USDA (United States Department of Agricolture – Dipartimento Statunitense dell’Agricoltura, N.d.T.) gli USA gettano in pattumiera circa un terzo delle riserve alimentari. IL National Resources Defense Council (Consiglio Nazionale per la difesa delle risorse, N.d.T.), un gruppo ambientalista dice che è come se si comprassero cinque sacchetti della spesa per poi abbandonarne due prima di portarli a casa.
La catena Whole Foods sostiene di utilizzare alcuni dei prodotti meno appetibili per elaborare i suoi alimenti conservati, come i succhi di frutta. Lo scorso anno, però, una campagna denominata #WhatTheFork ha sfidato Whole Foods e altri negozi, compreso Walmart, a rendere i prodotti brutti un ruolo centrale. Nel suo progetto pilota Whole Foods metterà per la prima volta la frutta e le verdure meno belle sugli scaffali in maggiore evidenza. “Il nostro obiettivo è eliminare qualsiasi spreco e siamo sempre alla ricerca di sistemi che possano ridurre l’impatto collettivo e influenzare in maniera positiva l’industri alimentare”, hanno sostenuto i vertici della catena di supermercati. (continua)
Fonte: usatoday.com
Traduzione: Laura Tajoli