Rifiuti, il 25 per cento di quelli differenziati finisce in discarica
La Regione: non sono raccolti in modo corretto. Aumentare la percentuale di raccolta differenziata è l’obiettivo obbligatorio per evitare le sanzioni europee. Pronto il piano rifiuti regionale - da La Stampa Torino del 09.03.2016
10 March, 2016
Alessandro Mondo
Potenziare la raccolta differenziata, portandola al 65% entro il 2020 (oggi è al 53,5). E possibilmente evitare che una quota dei rifiuti differenziati dai piemontesi - dopo avere percorso tutta la filiera, con i costi del caso - finisca in discarica.
Rifiuti in libertà
Sono due degli obiettivi contenuti nel nuovo Piano dei rifiuti predisposto dall’assessore Valmaggia, ieri approdato in Consiglio regionale: la dimostrazione di quanto resti impervia la strada per trasformare la «differenziata» in un sistema compiuto e coerente. Il traguardo del 65% era quello già previsto nel 2012, e mai raggiunto. Meno noti, ma significativi, i dati sui rifiuti differenziati convogliati in discarica: il 40% della plastica, il 15% dell’organico, il 5% di carta e vetro.
Le contraddizioni
«La media oscilla tra il 20 e il 25 per cento - calcola Roberto Ronco, funzionario dell’assessorato all’Ambiente -. Parliamo di rifiuti raccolti in modo differenziato ma non conformi alle regole: o perchè “sporchi”, cioè contaminati da altri rifiuti e sostanze, oppure perchè non si tratta di imballaggi». Realtà confermata da Roberto Paterlini, amministratore delegato di Iren Ambiente, che pur non entrando nel merito dei dati regionali - «nel nostro caso il dato è assai più contenuto» - la spiega così: «La percentuale della raccolta differenziata, più o meno ambiziosa, va disaggregata. Nel senso che al suo interno si trovano frazioni sporche, penso alla carta mescolata all’organico o all’organico mescolato al vetro, oppure estranee». Dai teloni di plastica alla bambola rotta, di plastica pure quella, gli esempi si sprecano.
Da qui la necessità di campagne informative, capillari e costanti, per spiegare ai cittadini cosa e come differenziare. Ma anche di impianti, come quello di Borgaro, strutturati per vagliare il rifiuto a valle della raccolta differenziata indirizzandolo nei canali giusti: così la bambola di plastica, pur non c’entrando nulla con gli imballaggi, non finirà in discarica ma sarà girata ad altri impianti di recupero per uno smaltimento corretto. E la plastica indifferenziata? «Anche quella in discarica non ha senso - spiega Paterlini -: può essere bruciata producendo calore e/o energia elettrica».
Il nodo del « porta a porta»
È una delle sfide con cui dovrà misurarsi la «differenziata». L’altra è lo sviluppo del «porta a porta», tuttora incompleto a Torino, che secondo Pd (Accossato, Ferrentino) e Sel (Grimaldi) potrebbe essere completato destinando una quota dell’ecotassa: il resto della spesa sarebbe cofinanziato dal Comune. Proposito condiviso dall’assessore comunale Lavolta.
Se è per questo, con il nuovo piano - che nel 2020 punta a ridurre la produzione di rifiuti procapite a 455 kg e che secondo Forza Italia (Vignale) porterà ad un aggravio dei costi per i cittadini - tornano di attualità i premi ma anche le sanzioni per i Comuni che non rispettano gli obiettivi della «differenziata»: previste dalla legge regionale del 2002 e mai applicate. Staremo a vedere.