Acqua pubblica: la legge c'è già, no agli emendamenti truffa!
I comitati italiani si mobilitano, a rischio c'è la legge per la ripubblicizzazione dell'acqua che rischia di favorire il privato ignorando la volontà di 27 milioni di italiani
15 March, 2016
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“Gentile Parlamentare,
la Commissione Ambiente della Camera finalmente, martedì 8 marzo, avvierà l'esame della proposta di legge "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al Governo per l’adozione di tributi destinati al suo finanziamento" (Atto Camera 2212), sottoscritta da decine di parlamentari afferenti a diverse forze politiche, di maggioranza e opposizione, in armonia con lo spirito che ha portato alla costituzione dell'intergruppo per l'acqua bene comune.
Alcuni emendamenti depositati puntano a stravolgere l'impianto generale del testo e ne travisano i principi essenziali, come il riconoscimento del diritto umano all'acqua e il modello di gestione pubblica del servizio idrico integrato.
Da legge per l'acqua pubblica rischia di diventare a favore dell'acqua privatizzata.
Richiedo, dunque, il ritiro degli emendamenti che contrastano con i principi ispiratori della proposta di legge e con l'esito del referendum 2011 e con gli impegni condivisi da coloro che hanno deciso di aderire all'intergruppo parlamentare per l'acqua”
Questa è lettera recapitata a tutti i parlamentari la scorsa settimana da parte del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua Pubblica nella quale si chiede ai parlamentari di ritirare gli emendamenti che snaturano la proposta di legge sull'acqua, ignorando in pratica la volontà dei 27 milioni di cittadini che avevano votato “Sì” al referendum.
Ma cosa prevede la proposta
di legge?
Una legge semplice e chiara, che con 12
articoli va a regolamentare una volta per tutte il settore che fa
gola al privato. Di seguito riproponiamo l'analisi della legge che
Sara Dellabella ha fatto per L'Espresso.
“La proposta si compone di 12 articoli che, dopo
aver definito l'acqua come un bene naturale e un diritto umano
universale, passa ad analizzare le forme di gestione da parte degli
enti locali e le coperture finanziarie. Quindi l'accesso all'acqua
potabile di qualità nonché ai servizi igienico sanitari è un
diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i
diritti umani. La legge sancisce poi che è "responsabilità
primaria dello Stato garantire la piena realizzazione di tutti i
diritti umani.
L'acqua viene definita un bene comune ed in
quanto tale non è mercificabile e deve essere utilizzata secondo i
criteri di solidarietà. Per questo viene garantito a ciascun
individuo l'accesso a 50 litri giornalieri come diritto universale.
Il costo di questa quota minima viene coperto dalla fiscalità
generale.
Dopo i principi generali, nell'articolo 3 la
proposta di legge entra nel vivo e si schiera anche contro i colossi
dell'acqua in bottiglia. Se passasse la legge, dal momento
dell'entrata in vigore "non si rilasceranno più concessioni
per sfruttamento, imbottigliamento o utilizzazione di sorgenti,
fonti, acque minerali o corpi idrici idonei all'uso
potabile".
Dopodiché la volontà referendaria si
fa ancora più chiara: "La gestione del servizio idrico,
definendo tale servizio privo di rilevanza economica e sottratto ai
principi di concorrenza poichè persegue finalità sociali e
ambientali di pubblico interesse". Alle regioni è affidato
il compito di redigere il piano di tutela delle acque e la facoltà
di normare la scelta del modello gestionale. Mentre gli enti locali
svolgono le funzioni di programmazione, di organizzazione del
servizio idrico integrato, di scelta della forma di gestione e la
modulazione delle tariffe all'utenza.
All'articolo 6 è
previsto che la gestione e l'erogazione del servizio non possono
essere separate e possono essere affidate solo ad enti di
natura pubblica. Dal momento dell'entrata in vigore della
legge decadono tutti gli affidamenti in essere, stabilendo inoltre
che gli enti di diritto pubblico che gestiscono il servizio non sono
assoggettati al patto di stabilità e alle limitazioni occupazionali
stabilite per la pubblica amministrazione.
Le tariffe
vengono modulate tenendo conto della composizione del nucleo
famigliare; della quantità di acqua erogata; dall'esigenza di
razionalizzazione dei consumi e di eliminazione degli sprechi. In
caso di morosità degli utenti, il soggetto gestore facendo salva la
quantità minima garantita di 50 litri, possa limitare la
fornitura.
E' previsto il prelievo di 1 centesimo per ogni
metro cubo di acqua erogato e per ogni bottiglia di acqua minerale
commercializzata volto all'istituzione di un "Fondo nazionale
di solidarietà internazionale" per favorire l'accesso
all'acqua potabile a tutti i cittadini del pianeta. In chiusura per
dare piena attuazione alla legge, ci sarebbe da rinunciare ai caccia
bombardieri F-35 e ad una quota delle spese militari per recuperare
un miliardo di euro che si aggiungerebbero ad una quota di due
miliardi recuperati dall'evasione fiscale”.