Legambiente: nuova agenda per il Parlamento dopo la legge sugli Ecoreati e il Collegato
Dall'entrata in vigore degli ecoreati 1.185 persone denunciate, 229 beni sequestrati per un valore di 24 milioni di euro. In 118 casi contestato il nuovo delitto di inquinamento, sono 30 i casi di disastro ambientale
22 March, 2016
Sono 947 i reati penali e le violazioni amministrative accertati, 1.185 le persone denunciate e 229 i beni sequestrati per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro. Contestato in 118 casi il nuovo delitto di inquinamento e per 30 volte il disastro ambientale. La regione dove sono stati accertati più ecoreati è il Lazio (134), seguita dalla Campania (95) e la Toscana (73). Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e dalla Toscana (22).
La legge n. 68 del 2015, che ha introdotto nel nostro Codice penale il Titolo VI-bis dedicato ai delitti ambientali, comincia a dare i suoi frutti. I numeri dei reati contestati e dei conseguenti sequestri e denunce raccolti, dimostrano che l’impianto legislativo entrato in vigore il 29 maggio ha determinato l’avvio di una nuova stagione per il contrasto delle ecomafie, grazie a nuovi delitti specifici da contestare, come l'inquinamento e il disastro ambientale, con limiti di pena adeguati, tecniche investigative efficaci e tempi di prescrizione raddoppiati.
Dei risultati ottenuti con la legge ecoreati e dei prossimi provvedimenti da approvare nella seconda parte della legislatura, si è parlato oggi a Roma nel corso dell’incontro promosso da Legambiente e moderato dal giornalista Enrico Fontana, cui hanno partecipato Rossella Muroni e Stefano Ciafani, rispettivamente presidente e direttore generale dell’associazione, i parlamentari del Pd Marina Sereni, Chiara Braga, Alessandro Bratti, Massimo Caleo, Donatella Ferranti, Ermete Realacci e Stefano Vaccari, gli esponenti del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio, Salvatore Micillo, Vilma Moronese, Paola Nugnes e Stefano Vignaroli, le rappresentanti di Sel-Si Loredana De Petris e Serena Pellegrino, il direttore generale Affari penali del Ministero della Giustizia Raffaele Piccirillo.
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“I risultati dei primi 8 mesi di applicazione della nuova legge sugli ecoreati, fortemente voluta dalla nostra associazione, stanno dimostrando tutta l’efficacia del nuovo sistema sanzionatorio - commenta Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente -. Per rendere ancora più efficace il contrasto agli ecocriminali è ora fondamentale attivare una grande opera di formazione per tutti gli attori della repressione dei reati ambientali, a partire dai magistrati e dalle forze dell’ordine, procedere rapidamente alla costituzione di una grande polizia ambientale partendo dalle migliori esperienze maturate dall’Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato, e approvare una norma per snellire le procedure per abbattere le costruzioni abusive. A tal proposito va fermato il pericoloso Ddl Falanga, già approvato dal Senato e ora in discussione in Commissione giustizia della Camera, perché andrebbe in direzione opposta e fermerebbe gli abbattimenti messi in campo in questi anni dalle Procure della Repubblica sul territorio nazionale”.
La legge sugli ecoreati ha fornito un valido strumento operativo alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria che fino a ieri dovevano ricorrere con scarsa fortuna ad articoli e commi previsti per tutt’altro (dall'art. 434, con il cosiddetto disastro innominato, al getto pericoloso di cose, piuttosto che l’insudiciamento delle colture o il danneggiamento di beni), per poter fermare gli eco criminali. Oltre all’inquinamento e al disastro ambientale, la legge prevede altri quattro delitti (morte o lesioni
come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento al controllo e omessa bonifica), una lunga serie di aggravanti (tra cui quelle contro l’ecomafia o i pubblici funzionari corrotti), misure molto drastiche come la confisca dei beni come per i mafiosi e sanzioni severe contro la responsabilità giuridica delle imprese.
Grazie alla collaborazione del Corpo forestale dello Stato, del Comando Tutela Ambiente dell'Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza e delle Capitanerie di porto, Legambiente ha raccolto i dati relativi all'applicazione delle legge 68 nel periodo che va dal 29 maggio 2015 (giorno di entrata in vigore della norma) al 31 gennaio 2016. A fronte di 4.718 controlli effettuati, sono stati contestati 947 reati penali e violazioni amministrative, con 1.185 persone denunciate e il sequestro di 229 beni per un valore complessivo di quasi 24 milioni di euro.
Le prescrizioni (previste per i reati minori che non hanno arrecato danno o pericolo di danno all’ambiente, con un meccanismo di estinzione della pena, che prevede la messa in regola dell’attività in tempi prestabiliti e il successivo pagamento delle sanzioni) hanno riguardato ben 774 reati contravvenzionali con la denuncia di 948 persone e 177 sequestri per un valore di 13,2 milioni di euro.
Particolarmente significativo, vista la complessità delle indagini e la brevità del periodo considerato, è il dato relativo ai casi di applicazione del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 bis), che sono stati ben 118, con la denuncia di 156 persone e 50 sequestri, per un valore di oltre 10,6 milioni di euro. Da sottolineare anche le 30 contestazioni di disastro ambientale (art. 452 quater), con la denuncia di 45 soggetti, gli 11 casi di impedimento al controllo (art. 452 septies), i 12 casi di delitti colposi (art. 452 quinques) e le 2 ipotesi di delitto di morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452 ter).
A livello regionale è il Lazio è la regione dove si è concentrato il più alto numero di contestazioni della legge 68, ben 134, con 121 denunce e 17 sequestri; subito dopo spicca la Campania (95), dove si registra il maggior numero di persone denunciate, 137; al terzo posto figura la Toscana (73), seguita da Umbria (68), Emilia Romagna (67), Puglia (62), e Lombardia (58). Il maggior numero di sequestri è stato riscontrato in Puglia (28), seguita dalla Calabria (25) e dalla Toscana (22).
"Il 2016 è un anno strategico per l'attività legislativa in campo ambientale - ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni -, perché offre finalmente la possibilità di approvare nuovi provvedimenti a tutela e valorizzazione dell’ambiente con i quali dare concretezza alle idee di sviluppo sostenibile ed economia legale. In particolare, l’approvazione definitiva del ddl sulla riforma delle agenzie regionali di protezione ambientale, che arriverà in aula in Senato nelle prossime settimane, darebbe un contributo importante al miglioramento dei controlli pubblici sul territorio nazionale e alla piena applicazione della legge ecoreati. La legge sul consumo di suolo, inoltre, contribuirebbe ad avviare una nuova filiera economica e imprenditoriale basata sulla riqualificazione dell’esistente in chiave innovativa e sostenibile. Dalla riforma della legge 394, invece, ci aspettiamo che consenta ai parchi e alle aree protette di veder finalmente riconosciuti il valore e il ruolo che in questi 25 anni hanno avuto, quello della conservazione ambientale ma anche di sviluppo, coesione ed identità territoriali con ricadute positive in termini economici ed occupazionali nelle comunità coinvolte".
Sono 8 le proposte di Legambiente per rendere più incisiva l'azione di prevenzione e contrasto dell’illegalità ambientale. Si tratta di un pacchetto di provvedimenti, attuabile in questa legislatura, che consentirebbe dopo l’approvazione della legge sugli ecoreati e del Collegato ambientale, di rafforzare il quadro normativo a sostegno della riconversione ecologica del nostro Paese:
1) formare sulla nuova legge tutti gli attori del sistema di repressione dei reati ambientali (forze dell'ordine e Capitanerie di porto, magistrati, Arpa, polizia municipale, aree protette);
2) definire linee guida nazionali per garantire una uniforme applicazione della parte delle legge sui reati minori che non rientrano tra i delitti ambientali, fino ad oggi non completamente garantita;
3) istituire un Fondo nazionale presso il ministero dell’Ambiente dove far confluire le sanzioni per i reati minori da utilizzare solo per bonificare i siti orfani sul modello del Superfund statunitense;
4) potenziare le attività d'indagine contro gli ecoreati attraverso un corpo di polizia ambientale specializzato e sempre più strutturato sul territorio, approfittando della definizione del decreto sull'accorpamento del Corpo forestale dello Stato nell'Arma dei carabinieri;
5) approvare definitivamente il progetto di legge sul sistema delle Agenzie regionali protezione ambiente calendarizzato in aula al Senato per il prossimo 5 aprile per migliorare il sistema dei controlli pubblici in campo ambientale;
6) approvare una legge efficace per lo stop al consumo di suolo e definire quanto prima nuove regole per procedere in modo più spedito all'abbattimento degli ecomostri e delle costruzioni abusive;
7) calendarizzare la discussione del testo sulle agromafie, in corso di definizione dal gruppo di lavoro costituito del ministro della Giustizia Andrea Orlando e presieduto da Giancarlo Caselli;
8) lavorare per la definizione dei delitti contro gli animali, recuperando il lavoro fatto durante la fase di discussione della legge sugli ecoreati.
Foto via Puliamo Terlizzi