Quagliuolo, presidente Corepla: Consorzi alternativi nel settore? Purchè si giochi ad armi pari
"Non può essere che noi si paghi i costi di raccolta ai Comuni e che eventuali nuovi soggetti non li paghino. Tutto va inquadrato con le stesse regole, altrimenti non vedo i miglioramenti". L'intervista a Giorgio Quagliuolo, in occasione del Tour di Corepla in Campania
30 March, 2016
Napoli, 16 marzo 2016
Il “Tour” organizzato da Corepla in Campania tra le più avanzate realtà
industriali nel settore della raccolta differenziata e del riciclo della plastica, come SRI-Erreplast e Di Gennaro, è stato anche occasione per intervistare Giorgio Quagliuolo, presidente Corepla, su temi più ampi riguardanti i rifiuti e i Consorzi in Italia. Come quello dell'invito ad una maggiore concorrenza nel settore e quello del contributo differenziato, a seconda dell'impatto ambientale dell'imballaggio.
Presidente Quagliuolo, può spiegarci meglio la posizione
di Corepla sulla sollecitata maggiore concorrenza, nella gestione dei rifiuti urbani, emersa dall'indagine Antitrust in materia?
Posso parlare solo per il nostro
Consorzio, quello della plastica, e sicuramente registriamo il fatto
che c'è una tendenza da parte della pubblica amministrazione a
prendere dei provvedimenti che favoriscano un’ottica più
concorrenziale. Tuttavia, riguardo gli imballaggi in plastica, mi
domando anche cosa sia questa concorrenzialità che si vuole imboccare. Perché se la concorrenzialità è dare
maggiori chance a sistemi autonomi che si vogliono solo appropriare
degli imballaggi in plastica migliori, come le bottiglie PET, senza
pagare i costi della raccolta, allora ho dei dubbi. Non va dimenticato infatti che anche la raccolta della bottiglia PET, quella che ha più
valore, per Corepla è sempre un’attività in perdita. Perdiamo
meno rispetto ad altri materiali, ma perdiamo sempre: pagando in media €300 (a tonnellata) di costi di
raccolta e €200 di costi di selezione, siamo a €500, e riusciamo a
vendere mediamente sotto i €300 ....
Questa non sarebbe concorrenzialità, ma sottrarre risorse al Consorzio, per interessi economici. I Consorzi si troverebbero in una situazione non più sostenibile a meno che non si triplichi il contributo ambientale, che diventerebbe però solo una “gabella" maggiore per imprese e cittadini, per fare arricchire qualcuno. Sarebbe solo una diversa allocazione delle risorse, ma non risolverebbe il problema di tenere in piedi il sistema, a costi sostenibili. Non va mai dimenticato che la plastica da raccolta differenziata dei rifiuti urbani è un materiale che non dà profitto, nei processi di riciclo.
Cosa dovrebbero fare, allora, dei Consorzi alternativi, per potere entrare nel sistema?
Se vogliamo davvero creare dei Consorzi alternativi, va bene, però giocando tutti ad armi pari. Non può essere che noi si paghi i costi di raccolta ai Comuni e che nuovi soggetti non li paghino. Tutto deve essere inquadrato con le stesse regole del gioco, altrimenti non vedo a che miglioramenti possa portare. Comunque il sistema CONAI e in specifico Corepla, oggi, rappresenta un sistema che ha valenza nazionale, funziona e si è reso capace di risolvere molte criticità nel settore. Se funziona, perché rompere questo giocattolo?
A che punto siamo con il progetto del contributo diversificato, a seconda dell’impatto ambientale dell'imballaggio?
L'idea di fondo è che se un imballaggio ha un maggiore impatto ambientale, è giusto che paghi di più. Il processo per questo nuovo sistema è iniziato un anno e mezzo fa da parte di CONAI, dopo una discussione durata qualche anno. Il gruppo di lavoro ha ora stilato le linee guida del progetto, approvato dall'ultimo consiglio di amministrazione CONAI tenutosi a febbraio. Se va tutto bene, non lo vedremo in funzione però prima di gennaio 2018. E’ un cambiamento complesso e abbiamo dovuto consultare tutti gli stakeholder: i produttori di imballaggi, i riciclatori, ecc. A grandi linee, i criteri per valutare il maggiore o minore contributo ambientale saranno l’indice di selezionabilità del materiale e quello di riciclabilità. Per fare un esempio, un materiale come il film industriale, tecnicamente il più facile da selezionare e riciclabile al 100%, sarà quello che pagherà di meno. Avremo tre categorie principali: il rifiuto da commercio industria riciclabile, quello domestico riciclabile e il domestico non riciclabile.
E’ variato l’immesso al consumo della plastica nel 2015, rispetto al 2014?
E’ variato di pochissimo, siamo sempre intorno ai 2,1 milioni di tonnellate, mentre la raccolta differenziata è cresciuta molto, dell’8%, e nel 2015 siamo arrivati a 900.000 tonnellate di raccolta. E' vero che i rifiuti in generale sono un po’ diminuiti, ma non dimenticatevi mai che noi parliamo solo degli imballaggi.
Aumentano le bioplastiche conferite nella plastica?E’ un fenomeno in aumento e stiamo cercando di dare operatività a quell'accordo fatto con il CIC e Assobioplastiche per informare meglio i consumatori.
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