Fassino: quest’anno tassa rifiuti in calo Ma tanti torinesi faticano a pagarla
Presentato il piano di agevolazioni e sconti per Tari e Imu al mondo della cultura e start up - da La Repubblica Torino del 13.04.2016
13 April, 2016
I cinema passeranno dall’attuale aliquota del 10,6 al 9,6 per mille, mentre per le librerie che si impegneranno a fare programmazione culturale e i teatri sarà previsto un fondo di compensazione a posteriori basato sulla stessa aliquota. L’altra novità, che Repubblica aveva anticipato la scorsa settimana, riguarda le imprese innovative: chi verrà a Torino a sviluppare o a fare ricerca sulle start up potrà godere di uno sconto di due punti, all’8,6 per mille, per i primi due anni di attività. La stessa aliquota varrà per gli immobili che ospitano associazioni o enti che danno alloggio a richiedenti asilo e rifugiati. A queste agevolazioni si aggiungono quelle per i possessori di una seconda casa (non più di una) data in comodato a un parente di primo grado, che pagheranno il 50 per cento dell’7,6 per mille, e quelle per chi affitta a canone concordato (4,6 per mille) o riduce il canone di locazione dal 10 al 20 per cento (9,6 per mille) o più del venti (8,6 per mille).
Invariata, di fatto, anche la tassa sui rifiuti, che scende millimetricamente: lo 0,5 per cento in meno rispetto all’anno scorso. Una riduzione che qualcuno auspicava fosse maggiore. In particolare l’assessore all’Ambiente, Enzo Lavolta, che ieri ha avuto da ridire con il collega Passoni, lamentando che sebbene il costo del contratto con Amiat sia sceso di 600mila di euro, il conto totale da coprire con la tassa – pari a 205,6 milioni – sia stato scontato di soli 200mila euro. Il titolare dei conti comunali ha spiegato che nel piano finanziario della Tari sono coperti anche altri costi: «Per esempio – ha chiarito – quelli dovuti agli interessi sui debiti di chi paga in ritardo o a rate». Un fenomeno che negli ultimi anni è esploso: se nel 2013, infatti, i mancati pagamenti entro l’anno equivalevano al 16 per cento (32,5 milioni di euro) l’anno scorso sono saliti al 25 per cento (52 milioni). «Questo – ha precisato Passoni – non significa che i torinesi sono diventati più morosi, ma che magari accedono maggiormente alla rateizzazione perché non tutti riescono a pagare subito». E le rate per i conti del Comune diventano un costo, che – lo prevede la legge – si ripercuote su tutti i contribuenti.