Rifiuti, il 'modello Genova': intervento di Federico Valerio
"Nel 2000, Genova è stata a un pelo ad avere un bell'inceneritore a fianco della Lanterna". Oggi, invece, si parla di nuovo "Modello Genova" come modello "rivoluzionario": raccolta differenziata su tutta la città, umido compreso
28 April, 2016
Le dimissioni dell'assessore all'Ambiente, di area Verde, e una mezza sollevazione popolare, scongiurarono questa scelta.
Negli anni successivi, a risolvere i problemi degli scarti genovesi continuò a provvedere la mega discarica di Scarpino, realizzata, a partire dal 1968, in una vallata sopra il quartiere di Sesti Ponente.
In tutti questi anni la raccolta differenziata è stata gestita di malavoglia, in particolare per la frazione organica che è stata attivata presso i mercati e i ristoranti solo da qualche anno.
Conseguentemente la raccolta differenziata nel capoluogo ligure resta al palo, intorno al 30%.
Ma ci deve essere un santo protettore del riciclo perché nel gennaio del 2014 le piogge torrenziali, che qualche mese dopo avrebbero messo in ginocchio la città, aumentarono la quantità di percolato prodotto dalla discarica, fino a superare la capacità delle vasche usate per la raccolta e il successivo invio al depuratore.
L'inevitabile inquinamento dei torrenti e del mare prodotto dal percolato fuori controllo obbligò la magistratura a chiudere la discarica.
La città evitò un’emergenza rifiuti con l’invio a impianti fuori regione dei suoi scarti ma questa nuova circostanza, in particolare il divieto di conferire a Scarpino il rifiuto tal quale, costrinse il comune e la nuova dirigenza AMIU ad adottare metodi innovativi per la gestione dei materiali post consumo dei genovesi.
Questa possibilità fu anche favorita dal fatto che in Liguria non ci sono inceneritori da alimentare vita natural durante.
Il nuovo piano comunale per la gestione dei materiali post consumo, approvato nel luglio 2015, accoglie in pieno le richieste che da anni, associazioni e ambientalisti richiedevano e che, nel migliore dei casi, erano accolte con sorrisi di sufficienza.
Il nuovo Modello Genova è rivoluzionario: raccolta differenziata su tutta la città, umido compreso.
Le frazioni che saranno raccolte in cinque contenitori dedicati sono: carta e cartoni, vetro, plastiche e metalli, frazione organica, frazione secca non riciclabile.
La raccolta “porta a porta” sarà la scelta per i quartieri a bassa densità abitativa, quella condominiale e di prossimità per tutti gli altri.
Obiettivo è la raccolta differenziata del 65% degli scarti entro il 2020, con assoluta priorità alla realizzazione di economie circolari basate sul recupero della materia.
La raccolta di carta, cartoni, metalli e plastiche sarà valorizzata ampliando l’attuale impianto di separazione meccanica che produce: carta, cartone, plastiche miste, alluminio, acciaio-ferro.
Tutti prodotti messi in vendita al miglior offerente.
La frazione organica da raccolta differenziata sarà trattata con metodi biologici (digestione anaerobica e bio-ossidazione) con uso di cippato di legno prodotto dalle potature cittadine, ma ancor più dalla manutenzione degli alvei dei torrenti e dei boschi cittadini.
L’impianto avrà una capacità di 60.000 tonnellate /anno, espandibile, con opportuni moduli, a 90.000 tonnellate/anno.
L’impianto per il trattamento della frazione organica da raccolta differenziata produrrà compost e biometano che sarà inizialmente utilizzato come combustibile per i mezzi di trasporto AMIU e per il trasporto pubblico cittadino.
Compatibilmente con le norme tecniche che tra breve dovrebbero entrare in vigore, il biometano potrà essere raffinato in modo tale da renderlo compatibile con l’immissione nella rete del gas cittadino.
Le stime fanno prevedere che in questo modo si potrebbero coprire tutti gli attuali consumi domestici del metano per la produzione di acqua calda e per la cucina.
E’ previsto anche un impianto per il trattamento del residuo secco non riciclabile che inizialmente è previsto possa trattare 200.000 tonnellate/anno e che dovrà essere sufficientemente flessibile per assecondare la progressiva riduzione di questa frazione, man mano che la raccolta differenziata aumenterà.
In ogni caso è stato assicurato che anche questo impianto produrrà materiali da utilizzare, nella massima quantità possibile per nuovi cicli produttivi.
Insomma niente combustibili da rifiuto o combustibili solidi secondari.
Resta la discarica di Scarpino, ma solo come discarica di servizio per ospitare i materiali inerti non recuperabili.
Il compostaggio domestico famigliare, condominiale, di comunità potrà avere un ruolo determinante per una politica di riduzione alla fonte, insieme ad altre iniziative simili, già avviate negli anni scorsi ma che sarà opportuno rilanciare: valorizzazione dell’ “acqua del Sindaco”, uso di pannolini lavabili, ecofeste…
E si parla pure d’introduzione della tariffazione puntuale, resa possibile dalla tracciabilità di tutti i contenitori per la raccolta differenziata (famigliari, condominiali e stradali), tramite appositi transponders.
La maggioranza del Comune ha votato compatta questa scelta, la nuova dirigenza AMIU ci crede, molti imprenditori sono interessati al recupero dei materiali e le associazioni e i comitati cittadini sono pronti ad appoggiare e a monitorarne gli effetti.
Se son rose, fioriranno nei prossimi mesi.
Ma oltre al tipo di fiore è Importante che questa pianta metta robuste radici, a prova di eradicazione, prima delle prossime elezioni comunali.
Federico Valerio