Sfalci e potature fuori dal regime rifiuti? CIC: “Vogliono distruggere le filiere virtuose del riciclo organico”
In Parlamento, nell'ambito del Collegato Agricoltura, si va sempre più concretizzando la possibilità di escludere sfalci e potature di parchi e giardini dal campo di applicazione dei rifiuti. Il Consorzio Italiano Compostatori lancia l’allarme sulle conseguenze che il provvedimento può avere sulla filiera del riciclo dell’organico
05 May, 2016
“Vogliono distruggere le filiere virtuose del riciclo organico”. A lanciare l’allarme è il Consorzio Italiano Compostatori dopo che in Parlamento si va sempre più concretizzando la possibilità di escludere sfalci e potature di parchi e giardini dal campo di applicazione dei rifiuti. Già nei giorni scorsi il CIC, UTILITALIA (che riunisce le imprese dei servizi energetici idrici e ambientali), FISE Assoambiente (che rappresenta le imprese del settore dell’igiene ambientale, della gestione dei rifiuti e delle bonifiche) sono intervenuti sull’argomento con una nota dove esprimevano grande preoccupazione per una norma “in palese contrasto con la normativa europea, che espone il nostro paese ad un’altra procedura di infrazione”. La norma in questione è l’art. 41 del Disegno di Legge S 1328-B, attualmente in esame al Senato, che dispone l’esclusione degli sfalci e le potature di parchi e giardini dal campo di applicazione dei rifiuti. Di tutt’altro avviso, invece, Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia Rinnovabile) e AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano): “Ok alla norma del collegato agricolo che permette l’impiego delle potature del verde a fini energetici”. “Provvedimento illogico ed inspiegabile. Contraddice le regole UE, aumenta i costi di gestione e le tariffe ai cittadini” Secondo Fiper e Airu, invece, ci sarà un ricavo per l’amministrazione pubblica: “A livello nazionale, il quantitativo disponibile di potature del verde urbano si attesta intorno ai 3-4 milioni di Tonnellate/anno con un costo di smaltimento di circa 180-240 milioni di Euro a fronte di un possibile ricavo, in caso di utilizzo energetico, di 80-120 milioni. Il beneficio economico complessivo per l’Amministrazione pubblica Italiana potrebbe aggirarsi quindi tra 240-360 milioni di Euro/anno”. La raccolta dei rifiuti organici rappresenta l'ossatura del sistema della raccolta differenziata dei rifiuti organici in Italia. Grazie alla filiera industriale degli impianti di compostaggio oltre 5,7 milioni di tonnellate di rifuti vengono recuperati e restituiti alla terra come compost. Numerose indagini hanno mostrato che in Italia tali sistemi di raccolta sono economicamente competitivi per i Comuni virtuosi.
“Questa norma comporterà, paradossalmente, un aumento dei costi di trattamento dei rifiuti urbani e quindi un aumento delle tariffe comunali a carico dei cittadini”. È quanto sottolineano, UTILITALIA, FISE Assoambiente e CIC che stimano un possibile aumento del costo di conferimento dalla frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU) “fino a 10-20 €/tonnellata. Questa norma - scrivono le tre associazioni - farà inoltre venir meno una materia prima importante per trasformare i rifiuti organici, renderà critico e difficoltoso il processo di trattamento (digestione anaerobica e compostaggio), comportando un ostacolo allo sviluppo della raccolta differenziata ed al raggiungimento dei target di riciclo”.
“Sfalci e potature, non sono rifiuti? Come distruggere le filiere virtuose del riciclo organico” - la nota del Consorzio Italiano Compostatori
Il settore del compostaggio è bioeconomy ed è già pienamente allineato con il pacchetto della circular Economy elaborata dall'UE per il 2030. Il settore non usufruisce di contributi pubblici o di contributi ambientali obbligatori.
Ora, con l'ipotesi di togliere sfalci e potature dal regime del rifiuti verrebbe a mancare un importante ingrediente del processo di compostaggio: lo strutturante che permette di compostare scarti alimentari (FORSU), fanghi ed altre matrici ad elevata putrescibilità. Le conseguenze per il settore industriale del compostaggio sarebbero evidenti, da manuale economico. Una "risorsa" che scarseggia aumenterebbe di valore... e quindi crescerebbe il costo del compostaggio in Italia. Un autogol per i Comuni, gli Ambiti e la gestione pubblica dei rifiuti, che ha puntato sulla raccolta differenziata e sul riciclo.