Cassonetti debordanti e raccolta differenziata a macchia di leopardo. Come affrontare la questione?
È dedicata ai temi del decoro e della pulizia a Torino la terza serie di domande scelte fra le tante che avete posto e continuate a porre attraverso il sito della Cronaca della «La Stampa» agli aspiranti candidati sindaci di Torino - Da La stampa del 05/05/2016
05 May, 2016
È dedicata ai temi del decoro e della pulizia a Torino la terza serie di domande scelte fra le tante che avete posto e continuate a porre attraverso il sito della Cronaca della «La Stampa» agli aspiranti candidati sindaci di Torino. Anche questa settimana ne abbiamo scelte due per la pubblicazione sul giornale, mentre potrete leggere un terzo quesito (con le risposte) online da domani: sul nostro sito sono inoltre raccolte tutte le domande poste e tutte le risposte ricevute finora.
Piero Fassino «È in corso la dislocazione di più cestini, bidoni e cassonetti, fermo restando che occorre poi che ogni cittadino li utilizzi e rispetti la città in cui vive. Sta partendo anche l’operazione “muri puliti” con la rimozione dei graffiti che deturpano i muri. Si partirà da scuole, parchi e portici per continuare sugli altri edifici. La raccolta differenziata è il modo per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio dei cittadini, dell’ambiente, ma soprattutto delle generazioni future».
Chiara Appendino «La raccolta differenziata “porta a porta” dovrebbe essere estesa a tutta la città per raggiungere l’obiettivo nazionale e regionale del 65%. Questo consentirebbe di prevenire, almeno in parte, gli episodi di abbandono in strada. Abbiamo proposto, come già fatto dal M5S a Pomezia, un sistema premiale per chi ricicla, ad esempio con l’installazione di Eco stazioni. Bisogna incentivare i comportamenti virtuosi, abituando così le persone a vedere i rifiuti come una risorsa riutilizzabile e riciclabile».
Osvaldo Napoli «La raccolta differenziata è un atto importante che denota anche il senso civico dei cittadini, pertanto va incentivata a patto che non diventi, così come oggi accade, un ulteriore costo in bolletta. La realtà è che oggi si chiede ai torinesi di differenziare facendo cadere su di loro i maggiori costi nella tassa rifiuti: è un controsenso. Sarebbe anche utile investire in tecnologie, già adottate in altri Paesi in Europa, che differenziano in maniera automatizzata risparmiando sui costi di gestione».
Alberto Morano «Tutto il sistema della raccolta rifiuti va sottoposto a un’attenta revisione: sono convinto che il monopolista Amiat, azienda del Comune, possa fare di meglio costando molto di meno. Non dimentichiamoci che la spesa della raccolta rifiuti per famiglie e imprese torinesi è più che raddoppiata in cinque anni, mentre si chiede ai privati di fare la differenziata, risparmiando costi all’azienda: è necessario controllare come Amiat spende ogni euro».
Roberto Rosso «I cassonetti debordano se la raccolta è insufficiente. Quando è stata introdotta la raccolta differenziata era stato promesso che ci sarebbero stati risparmi per i cittadini. Invece sono aumentati i disagi e pure le tariffe. Bisogna intervenire sull’organizzazione del settore, riducendo gli sprechi e riducendo gli incarichi affidati agli amici degli amici. Servono dirigenti competenti, non fedeli esecutori dei voleri del Sistema Torino»
Giorgio Airaudo «La cosa più importante è certamente quella di incentivare la raccolta porta a porta, alla quale va affiancata un’importante attività di controllo. Inoltre, resta fondamentale una organizzazione capillare che permetta una celere operazione di recupero dei rifiuti. Ultima - ma non meno importante - è la cultura del riciclo che va condivisa con progetti culturali e didattici ed è importante raccontarne le potenzialità anche dal punto di vista dell’impresa».
Marco Rizzo «Il problema si risolve con una maggiore razionalizzazione ed utilizzo di macchine e personale. Maggiore efficienza con meno dipendenti in ufficio e più in strada. Nuove assunzioni, sblocco del turn-over, azzeramento di qualunque servizio di privatizzazione».
Mario Levi «Troppo spesso è una questione di inciviltà dei cittadini, non tutti per fortuna. Nelle zone dove è stato attivato il porta a porta questi fenomeni non si verificano; quindi molto semplicemente bisogna pensare all’estensione del porta a porta, a premiare le “virtuosità” con un premio sulla tassa rifiuti per chi differenzia correttamente e interventi sanzionatori per chi non la rispetta. La tecnologia può dare un grande aiuto».
Pier Carlo Devoti «La Piazza da sempre sostiene un incremento della raccolta differenziata con il sistema “porta a porta”. Dove attuato si è raggiunto più del 67% di differenziata e si è risolto il problema dei cassonetti debordanti. L’estensione del sistema a tutto il territorio sembra essersi arrestata con l’entrata in funzione dell’inceneritore; è necessario e urgente riavviare il processo che, se correttamente gestito con tecnologie e pratiche adeguate, può generare profitti e non essere un costo aggiuntivo».
Guglielmo del Pero «Sulla raccolta differenziata è decisamente auspicabile una netta inversione di tendenza. A dispetto di quanto affermato secondo i dati Ispra 2015 i maggiori livelli di raccolta differenziata si osservano in altre città metropolitane mentre Torino registra una contrazione anche rispetto ai precedenti anni. Pensiamo esistano spazi importanti di ricontrattazione del Contratto di Servizio per migliorarlo e renderlo più efficiente».
Roberto Usseglio «I cassonetti sono vecchi, inadeguati e non favoriscono il decoro della città, esistono cassonetti altamente tecnologici che segnalano il momento in cui il cassonetto deve essere svuotato: considerando il contributo economico dei cittadini per questo servizio, credo sia giunto il momento di investire e adeguarlo alle esigenze della città».
Alessio Ariotto «Con l’estensione della differenziata a tutta la città, da rivedere nelle tecniche che sono ancora primitive (alla faccia della città leader dell’innovazione), sviluppando cultura del riciclo-riuso-risparmio, discutendo con mercatali- ristoratori-negozianti la gestione degli scarti (cioè degli sprechi) e multando pesantemente chi sgarra attraverso pattuglie di vigili «verdi» da inviare nei quartieri per sensibilizzare e informare innanzitutto».
Anna Battista «Promozione di una corretta gestione dei rifiuti visti non più come un problema, ma come risorsa e così avvicinarsi all’obiettivo “rifiuti zero”. Sviluppo delle isole ecologiche, incentivando la consegna dei rifiuti con una carta ricaricabile, utilizzabile per gli acquisti quotidiani. Ritiro gratuito per le aziende dei rifiuti ingombranti, per evitare che vengano smaltiti a pezzi all’interno dei cassonetti, ed evitare così un esubero di capienza».
Lorenzo Varaldo
«I cassonetti debordanti sono un tipico prodotto delle
privatizzazioni e dei tagli imposti dall’UE. Bisogna invertire la
direzione, tornare al pubblico, assumere personale e comprare mezzi.
La raccolta differenziata si può incentivare riducendo le tasse per
chi la effettua. E’ necessario un sindaco che si batta contro i
tagli delle Leggi di Stabilità e che raggruppi altri primi
cittadini, come avviene in Francia con il movimento dei sindaci».