Le energie rinnovabili in Italia: luci ed ombre secondo il Renewable Energy Report
I dati dell'Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. Il parco impianti rinnovabili italiano è composto per un terzo da idroelettrico, un terzo da fotovoltaico e il resto da eolico, biomasse e geotermico
06 May, 2016
Le energie rinnovabili in Italia: le incertezze sui meccanismi di incentivazione e le nuove installazioni, le dinamiche di prezzo dei servizi O&M (costi operativi e di gestione) e la sfida della tariffa elettrica. Di questi temi si è parlato giovedì 5 maggio al Politecnico di Milano, Campus Bovisa, durante il convegno di presentazione del secondo “Renewable Energy Report” redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano. Si tratta di un osservatorio che si propone di comprendere e divulgare le dinamiche della filiera delle energie rinnovabili, non solo in Italia.
Il mercato globale delle rinnovabili, infatti, è in forte crescita con investimenti (oltre 290 miliardi di euro nel mondo) che - secondo i dati presentati al Convegno - hanno raggiunto livelli superiori a quelle del boom (2010-2011). Anche i dati italiani sono interessanti: nel 2015 la nuova potenza installata è stata di 893 MW (893 milioni di watt di potenza) nell’intero comparto delle rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse… ). Le rinnovabili hanno contribuito al 40,5% della produzione e alla copertura del 35% della domanda elettrica nazionale. Complessivamente la potenza installata è pari a 50,3 GW, in crescita dell’1,8% rispetto al 2014 con un parco impianti che è composto per un terzo della sua potenza da impianti idroelettrici (95% dei quali attivi però ben prima dell’anno 2008), un terzo da fotovoltaico e la rimanente parte da eolico, biomasse e geotermico.
L’eolico, con potenza installata pari a 9.080 MW a fine 2015, ha fatto registrare nuove installazioni pari a circa 423 MW, che comparato con il valore raggiunto l’anno precedente risulta essere ben 4 volte più grande grazie al Decreto Rinnovabili. Il valore delle nuove installazioni è stato pari nel 2015 a circa 670 milioni di euro. La maggioranza è rappresentata da impianti di taglia superiore a 5 MW, con un controvalore di oltre 431 milioni di euro (oltre il 60% del totale). La Basilicata da sola conta per il 67% del totale.
Il fotovoltaico (con 18.610 MW complessivi a fine 2015), ha nuove installazioni per circa 290 MW, in contrazione di circa il 25% rispetto all’anno precedente, a livelli inferiori a quelli del 2008. Il valore delle nuove installazioni è stato pari nel 2015 a circa 558 milioni di euro, con il mercato residenziale che ha pesato per oltre 284 milioni di euro (circa il 51% del totale), mentre gli impianti di taglia pari o superiore a 1 MW hanno ricevuto nel 2015 investimenti per 15 milioni di euro (nel 2011 questi hanno contato su oltre 2,8 milioni di euro.
L’idroelettrico (18.448 MW a fine 2015) ha visto crescere la sua potenza installata di circa 110 MW, con un incremento, rispetto al 2014, di 40 MW su base annua. Il valore del mercato delle nuove installazioni è stato pari nel 2015 a circa 500 milioni di euro, in larga parte appunto attribuibile agli impianti di piccola taglia che hanno pesato per l’85% del totale. Gli impianti tra 1 e 10 MW sono cresciuti del 9% in numero rispetto al 2011, a fronte di una crescita del 18% degli impianti sotto il MW (+1% e +4% rispettivamente prendendo a paragone il 2014).
La potenza cumulata, sommando le quattro diverse tipologie di biomassa (biogas, biomasse agroforestali, RSU, bioliquidi) utilizzate per la produzione elettrica, ha raggiunto, al termine del 2015, i 4,2 GW, con una crescita di 70 MW, contro i 450 MW del 2013 ed i 764 MW del 2012.
Secondo i dati presentati dall'Energy&Strategy Group è ragionevole ipotizzare installazioni complessive pari a 4.000 MW nel periodo 2016-2020 con l’eolico a guidare la classifica delle rinnovabili. La percentuale di crescita complessiva attesa nel 2016-2020 rispetto all’installato alla fine del 2015 è del 7%. Nel periodo 2010-2015 era del 43%. E' evidente il rallentamento. L’avvio del nuovo sistema di incentivazione sembra essere condizione fondamentale per mantenere in vita il comparto delle rinnovabili in Italia. Purtroppo in Italia non ci sono operatori finanziari con portafogli di investimento paragonabili a quelli di Germania, Francia e Spagna nel settore delle rinnovabili. Non vi sono leader tecnologici riconosciuti a livello globale sulle tecnologie chiave delle rinnovabili. Si stanno muovendo le grandi utilities, con successo in termini di posizionamento, ma con scarsa capacità di generare indotto.