UniToGO: appunti sul dibattito all'interno del gruppo di lavoro sui rifiuti
Il dibattito all'interno del gruppo di lavoro sui rifiuti di UniToGO in occasione dell'incontro di mercoledì 11 maggio nell'Aula Magna della Cavallerizza. Gli appunti di Federico Bonaventura, sentinella dei rifiuti
12 May, 2016
Un docente di chimica dice che nel loro dipartimento la differenziata va piuttosto bene. Esiste poi la gestione particolare dei rifiuti chimici di laboratorio, sulla quale sarebbe interessante fare approfondimenti con gli studenti. Un docente di Scienze della Terra invece riferisce che da loro si differenzia solo la carta. E' paradossale che non venga rispettata la Terra in Scienze della Terra! C'è un problema di sensibilizzazione ancora prima che di organizzazione. Le imprese di pulizia poi, dovrebbero essere accettate solo se usano prodotti ecologici e se fanno accuratamente la differenziata.
Un tesista che sta svolgendo la tesi sui rifiuti all'Università conferma che al Campus Einaudi in pratica non si fa la differenziata. Va bene solo la carta. Un'idea sarebbe quella di partire con un progetto pilota che facesse una sorta d porta a porta all'interno del campus, per poi svuotare nei cassonetti differenziati più grandi. In altre Università ci sono progetti di gestione dei rifiuti universitari. GRU ( gestione rifiuti universitari).
Paolo Hutter per Eco dalle Città - Sentinelle dei Rifiuti ha fatto presente che la maggior parte dei rifiuti, guardando nei cassonetti sembra venire dalla mensa e dal bar. La raccolta differenziata è obbligatoria, andrebbe fatta anche se non c'è il porta a porta e se ci fossero controlli e sanzioni. Propone che anche nell'Università sorgano Sentinelle dei Rifiuti. Oltretutto abbiamo visto che il bar se ha eccedenze alla fine della giornata le butta via perché dicono che è proibito regalarle. Il professor Dario Padoan a questo proposito fa notare che le nuove leggi e i nuovi orientamenti europei facilitano la cessione di cibo invenduto. Ricorda le priorità in campo di gestione dei rifiuti e al primo posto c'è la necessità di ridurli preventivamente. Moiso di Triciclo parla dei "rifiuti ombra ovvero quei rifiuti che ci sono e che non sanno di essere rifiuti, ovvero quei beni non utilizzati. Computer, stampanti e altri oggetti che deposti in qualche luogo non sono utilizzati ed abbandonati. Sarebbe utile una rete d’informazione che metta a conoscenza di questi oggetti e quindi che vengano appunto utilizzati o riciclati in qualche modo, anche per evitare quello che spesso capita, ovvero il veloce acquisto di altri oggetti che il più delle volte si potrebbe evitare.
Una studentessa: quello che più conta sono le sinergie: collaborare. Amiat, con il suo probabile quasi certo conflitto d’interessi, non aiuta, (perché Iren vuole rifiuti indifferenziati nell'inceneritore) fornendo a fatica bidoni per la differenziata e facendo una nulla informazione e sensibilizzazione. La sua idea è che vengano stanziate delle borse di studio o delle ore a disposizione di studenti di settore e creare dentro l’università degli spazi/laboratori, su riutilizzo, riciclo, studio di materie e ricerca. Sul modello di Utrecht.
Bisogna informare a monte i cittadini e tutti gli utenti, su come viene prodotto un oggetto, con quali fatiche e con quali materie, in modo da apprezzarne di più il valore e non smaltirlo con tanto disinteresse - dice un altro intervento -. tipo l’interno dei cellulari che hanno materiali come il Coltan per i quali vengono sfruttati bambini in Congo per estrarre minerali. Il tema dei rifiuti sarà uno degli assi portanti delle iniziative per rendere l' Università di Torino realmente sostenibile.