L’accordo di Parigi sul clima lascia indietro i paesi poveri
Lo dice Oxfam nel suo ultimo rapporto: "Affinché la cooperazione globale sui cambiamenti climatici sia inclusiva, duratura e giusta, non deve lasciare nessuno indietro"
15 May, 2016
L’accordo internazionale sul clima siglato a Parigi non ha “incluso alcuni meccanismi significativi” che possano garantire il supporto finanziario ai paesi più poveri, afferma un rapporto di Oxfam (Oxfam è una delle più importanti confederazioni internazionali nel mondo specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo, composta da 17 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 paesi per individuare soluzioni durature alla povertà e all'ingiustizia – Fonte. Wikipedia).
Lo studio, intitolato “Unfinished Business”, sottolinea come gli alti costi per adattarsi alle misure elaborate per contrastare i cambiamenti climatici lasci indietro i contadini con meno risorse, che “se la devono cavare da soli”. La conferenza di Parigi COP21, organizzata nel dicembre 2015, è stata salutata come un accordo “storico”. Oxfam, però, ha criticato l’Occidente per non essere riuscito a pianificare investimenti concreti.
Il rapporto, pubblicato proprio quando i rappresentanti delle Nazioni Unite hanno ripreso i negoziati sul clima nella città tedesca di Bonn, dichiara che “Affinché la cooperazione globale sui cambiamenti climatici sia inclusiva, duratura e giusta, non deve lasciare nessuno indietro, soprattutto quelli più vulnerabili e meno in grado di affrontarli”. Oxfam stima che soltanto il 16 per cento dei 100 miliardi di dollari che ogni anno, a partire dal 2009, le nazioni ricche avrebbero dovuto dare per aiutare i paesi poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici e a tagliare le emissioni nocive sia effettivamente stato versato. Per i paesi in via di sviluppo, il costo di adattamento ai cambiamenti climatici potrebbe raggiungere i 500 miliardi di dollari all’anno entro il 2050, se non si corre ai ripari, stima un rapporto pubblicato dall’ONU.
Tracy Carty, consigliere politico di Oxfam sui cambiamenti climatici, ha condannato la mancanza di impegno verso i paesi più poveri, avvertendo che si tratta di una questione che “non può essere ancora trascurata”. La Carty ha anche sottolineato l’impatto de El Niño, un ciclo climatico che ha luogo nell’Oceano Pacifico e che può influire sul tempo atmosferico. Tracy Carty ha dicharato che: “Sapevamo da anni che il divario tra paesi ricchi e poveri si stava allargando e siamo rimasti stupefatti del fatto che a Parigi non sia stato fatto nulla per cercare di ridurlo. Abbiamo bisogno di vedere qualche impegno specifico a Bonn, per aumentare i finanziamenti e assicurarci che i soldi vengano spesi per sostenere i piccoli agricoltori che sono in prima linea sul fronte della crisi climatica. Già adesso vediamo i costi del fallimento: dieci milioni di persone nel mondo affronteranno fame e povertà a causa dei cattivi raccolti causati da El Niño”.
In un’intervista con The Independent, Lord Stern, autorevole economista esperto di clima, ha richiamato le nazioni ricche a fare tutto il possibile per aiutare i paesi più poveri a governare la tempesta del riscaldamento globale e che un fallimento significherebbe una escalation di povertà, migrazione e conflitto. Lord Stern ha affermato che “L’eguaglianza è una questione importante. I ricchi sono diventati ricchi grazie al carbone e adesso sono i poveri del mondo che ne pagano le conseguenze”. Le sfide di questo secolo sono, ha continuato Lord Stern, “la povertà e i cambiamenti climatici, se si fallisce su un fronte, si fallisce anche sull’altro. Se non riusciremo a gestire i cambiamenti climatici creeremo un ambiente ostile e ostacoleremo lo sviluppo. E questo porterà milioni di persone a spostarsi da casa loro perché l’habitat dove vivono è stato devastato”.
I nuovi dati pubblicati dalla Nasa hanno rivelato che lo scorso mese è stato l’aprile più caldo di sempre. Per sei mesi di fila la temperatura è rimasta sopra la media di un grado e si prevede che il 2016 sarà l’anno più caldo mai registrato.
Il prossimo summit sul clima, COP22, sarà organizzato in Marocco, a novembre.
Fonte – The Indipendent
Traduzione – Laura Tajoli