Unesco, Venezia sarà sommersa (completamente) dalle acque
Le Nazioni Unite hanno elencati 31 siti "Patrimonio dell'Umanità" in 29 Paesi, minacciati dall'innalzamento del livello del mare, dalla siccità o da altre conseguenze dell'aumento delle temperature. Tra questi Venezia
27 May, 2016
La Statua della Libertà, la foresta dei gorilla, Stonehenge e Venezia. Sono decine i siti classificati "Patrimonio mondiale dell'Umanità" che i cambiamenti climatici mettono a rischio. Le Nazioni Unite ne hanno elencati 31 in 29 Paesi, minacciati alcuni dall'innalzamento del livello del mare, dalla siccità o da altre conseguenze dell'aumento delle temperature. "I cambiamenti climatici stanno diventando rapidamente uno dei rischi piu significativi per i siti 'World Heritage'", si legge in un documento redatto dall'Ucs, Union of Concerned Scientists, un think-tank americano, e da due agenzie Onu, l'Unesco (UN Educational, Scientific and Cultural Organization) e l'Unep (UN Environment Programme). "Ogni sito menzionato nel rapporto sta già subendo alcuni impatti dei cambiamenti climatici", secondo l'autore, Adam Markham, dell'Ucs.
"Come sottolineano i dati della ricerca, il raggiungimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi è vitale per proteggere il patrimonio mondiale per questa e per le future generazioni", ha aggiunto Mechtild Rossler, direttore dell'Agenzia Onu, World Heritage Center. La Statua della Libertà, ad esempio, è minacciata dall'innalzamento degli oceani e da tempeste sempre più violente, il Parco nazionale Bwindi in Uganda dalle alte temperature e dalla siccità, il sito preistorico di Stonehenge in Inghilterra da tempeste e alluvioni. Cattivi presagi anche per il sito archeologico di Skara Brae in Scozia, per l'Isola di Pasqua, per il parco nazionale dello Yellowstone, per le barriere coralline in Nuova Caledonia e a Palau. E poi Venezia: "Venezia sarà sommersa dal livello crescente delle acque", conferma Markham. "Centinaia di edifici e monumenti sono stati già danneggiati dall'innalzamento del mare", che arriva ormai al di là delle basi in pietra pensate dagli architetti dei secoli passati per proteggere i mattoni che costituiscono le pareti degli edifici. Situazione "peggiorata dall'escavazione di canali di acque profonde per la navigazione, che permettono a più acqua marina di entrare nella laguna e quindi ne aumentano la salinità". Il sale, sottolinea ancora lo studio, rovina i mattoni, e corrode anche i supporti metallici collocati per stabilizzare gli edifici. Le infiltrazioni nocive di acqua salata stanno progressivamente danneggiando anche opere artistiche celebri, i mosaici pavimentali della basilica di San Marco, le cui piccole tessere colorate sono intaccate dalla salinità, o il cenotafio di Antonio Canova nella chiesa di Santa Maria dei Frari, le cui statue "sono ormai più spesso bagnate che asciutte" e presentano "squamature e piccoli rigonfiamenti" a causa dell'umidità che si accumula nel marmo poroso. L'acqua non è però la sola minaccia per l'integrità di Venezia. Anche il suo successo turistico si sta pian piano trasformando in fonte di rischi per la delicatissima città sospesa sulla laguna, soprattutto per l'aumento di passaggi e attracchi delle navi da crociera.