Giuseppe Sala, mobilità e inquinamento nel programma del neo sindaco di Milano
All'interno del programma del nuovo sindaco di Milano i punti dedicati all'ambiente sono diversi. C'è l'eredità della giunta Pisapia da gestire, come l'approvazione definitiva del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e il futuro di Area C
19 June, 2016
Nel programma di Beppe Sala l'ambiente viene citato in più punti, sia come "fattore di competitività per le imprese, che come faro per il lavoro del Comune, in tutti i settori dell'attività amministrativa". Secondo Sala anche la Milano del futuro potrà essere davvero attrattiva soltanto se"guarderà alle proprie risorse naturali sempre più scarse, con un uso parsimonioso" perché "oggi la concorrenza internazionale tra grandi metropoli, come New York Londra Parigi e Berlino, si gioca anche sulle sfide ambientali, tra le quali la lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo della green economy e il ruolo dell'economia circolare".
Altra premessa importante di Sala, al punto 22 "Assistenza sanitaria in ogni quartiere, in ogni momento" del suo programma è il ricordare che "secondo la legge italiana il sindaco è l'autorità sanitaria locale, cioè il principale rappresentante dei cittadini nel sistema socio sanitario e ha compiti di salvaguardia della salute, dell'ambiente e della prevenzione". Il problema specifico dell'inquinamento è trattato soprattutto all'interno del punto 1, quello più corposo, che promette "un grande piano per la mobilità sostenibile", con più mezzi pubblici di scala metropolitana per ridurre il traffico e il potenziamento del car sharing, del bike sharing e della mobilità ciclistica e di quella pedonale. Secondo Sala tutti i parametri di miglioramento sono già definiti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), creato sotto la giunta Pisapia, ma che purtroppo non si è riusciti a fare approvare dal Consiglio Comunale. Con gli obbiettivi di migliorare del 10% i tempi di percorrenza del Tpl e di arrivare al 20% della quota di mobilità ciclabile.
C'è anche l'obbiettivo di ridurre il livello delle emissioni inquinanti, anche se non si danno numeri o target da raggiungere. Il Centrosinistra logicamente considera un successo AreaC, ma non afferma chiaramente di volerla allargare. Pone l'impegno di arrivare a 140 varchi/telecamere, collocando i controlli soprattutto nella cerchia di accesso a Milano, per disincentivare l'accesso ai veicoli più inquinanti, soprattutto nel trasporto merci. E' la cosiddetta "low emission zone", già lanciata da Pierfrancesco Maran. Numeri precisi si fanno solo con riferimento alle emissioni di CO2 e quindi all'impegno di migliorare la riqualificazione energetica degli edifici. “Anche grazie al teleriscaldamento, si potranno ottenere risparmi nelle emissioni e nei costi superiori a quelli degli impegni già assunti (meno 20% entro il 2020)”, dichiara Sala.
Tuttavia Sala, pur premettendo che “negli ultimi anni il dato sia in progressivo miglioramento (meno 20%)”, cita espressamente nel programma che "nel 2015 sono stati ancora 101 i giorni di superamento del limite Pm10, contro i 35 ammessi, 26 del limite NO2, contro i 18 ammessi”. In generale (e sulla carta) il programma di Beppe Sala sembra dare un maggiore respiro e approfondimento alle tematiche ambientali. L'ambiente viene citato in più punti, sia come "fattore di competitività per le imprese, che come faro per il lavoro del Comune, in tutti i settori dell'attività amministrativa". Secondo Sala anche la Milano del futuro potrà essere davvero attrattiva soltanto se"guarderà alle proprie risorse naturali sempre più scarse, con un uso parsimonioso" perché "oggi la concorrenza internazionale tra grandi metropoli, come New York Londra Parigi e Berlino, si gioca anche sulle sfide ambientali, tra le quali la lotta ai cambiamenti climatici, lo sviluppo della green economy e il ruolo dell'economia circolare".
Altra premessa importante di Sala, al punto 22 "Assistenza sanitaria in ogni quartiere, in ogni momento" del suo programma è il ricordare che "secondo la legge italiana il sindaco è l'autorità sanitaria locale, cioè il principale rappresentante dei cittadini nel sistema socio sanitario e ha compiti di salvaguardia della salute, dell'ambiente e della prevenzione". Il problema specifico dell'inquinamento è trattato soprattutto all'interno del punto 1, quello più corposo, che promette "un grande piano per la mobilità sostenibile", con più mezzi pubblici di scala metropolitana per ridurre il traffico e il potenziamento del car sharing, del bike sharing e della mobilità ciclistica e di quella pedonale. Secondo Sala tutti i parametri di miglioramento sono già definiti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), creato sotto la giunta Pisapia, ma che purtroppo non si è riusciti a fare approvare dal Consiglio Comunale. Con gli obbiettivi di migliorare del 10% i tempi di percorrenza del Tpl e di arrivare al 20% della quota di mobilità ciclabile.
C'è anche l'obbiettivo di ridurre il livello delle emissioni inquinanti, anche se non si danno numeri o targetda raggiungere. Il Centrosinistra logicamente considera un successo AreaC, ma non afferma chiaramente di volerla allargare. Pone l'impegno di arrivare a 140 varchi/telecamere, collocando i controlli soprattutto nella cerchia di accesso a Milano, per disincentivare l'accesso ai veicoli più inquinanti, soprattutto nel trasporto merci. E' la cosiddetta "low emission zone", già lanciata da Pierfrancesco Maran. Numeri precisi si fanno solo con riferimento alle emissioni di CO2 e quindi all'impegno di migliorare la riqualificazione energetica degli edifici. “Anche grazie al teleriscaldamento, si potranno ottenere risparmi nelle emissioni e nei costi superiori a quelli degli impegni già assunti (meno 20% entro il 2020)”, dichiara Sala.
Gli obbiettivi del Pums (da approvare) e le altre eredità della Giunta Pisapia
Per Sala l'ultimazione del PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, è stato un ottimo punto di partenza, ma “serve ora approvarlo” (cosa fatta dalla Giunta, ma non dal Consiglio) e “perseguire l’obiettivo, comune a molte metropoli europee, di ridurre il traffico in entrata in città”. “In questi cinque anni, molto è stato fatto” - ricorda il candidato del Centrosinistra, “è stato ridotto il traffico, sono state introdotte nuove forme di mobilità condivisa, la velocità media del trasporto pubblico è aumentata”. Soprattutto a Milano c'è stato un "cambio culturale", rivendica Sala, con nuovi “comportamenti individuali, passando dall’auto di proprietà, come necessità inevitabile, a un uso diverso del mezzo proprio, sempre più facilmente sostituibile dal trasporto pubblico locale, dai mezzi in sharing, dalle biciclette, proprie o condivise”. Le nuove generazioni “vanno abituate a muoversi in città mediante forme di mobilità alternativa all’auto. Occorre mettere a punto e attuare un piano per la mobilità scolastica, che punti alla protezione delle fasce deboli dai rischi di incidente e dall’esposizione agli agenti inquinanti. Serve pertanto moltiplicare le esperienze diPedibus, di accompagnamento dei bambini a scuola in bicicletta e dei corsi per la sicurezza stradale per bambini e ragazzi”.
Gli obbiettivi del Centrosinistra sulla mobilità milanese sono quindi quelli contenuti nel Pums, “dati misurabili che possono diventare il parametro da raggiungere: migliorare del 10% i tempi di percorrenza del Tpl, tendere alla “visione zero” per gli incidenti stradali, arrivare al 20% della quota di mobilità ciclabile (oggi al 6%), ridurre il livello delle emissioni inquinanti (atmosferiche e acustiche), far crescere lo spazio pubblico a disposizione dei pedoni e della mobilità attiva”.
Oltre al Pums, l'altro orizzonte da considerare è la Città Metropolitana, “prendendo coscienza dei problemi da risolvere fuori dai confini comunali”. Si propone una pianificazione della sosta veicolare privata di corrispondenza con le principali radiali di ingresso in città. Intervenendo anche nel settore della logistica, “stimolando la realizzazione di hub che permettano l’uso di veicoli elettrici e di piccole dimensioni nell’area urbana e studiando, con le associazioni di categoria, orari e percorsi per garantirne l’efficienza". Anche lamobilità turistica va gestita al meglio: "il transito dei pullman va indirizzato in aree adeguate,ragionando su tariffe e orari per minimizzare gli impatti e renderla efficiente e coerente".
Secondo il programma del Centrosinistra “in città il 60% degli spostamenti avviene già con il Tpl, mentre chi vi entra, nel 60% dei casi, lo fa con l'auto".
Riduzione del rapporto auto/abitanti
Il Centrosinistra mette chiaramente tra gli obbiettivi del programma “il ridurre la dotazione di auto per abitante (oggi è di 50 auto ogni 100 abitanti, circa 700 mila auto)”, sviluppando quanto già fatto perchè “in tre anni il parco auto si è ridotto di 38 mila unità, a fronte di aumenti registrati in altre città, come Torino e Verona; le metropoli europee comparabili a Milano sono attestate a 30-35 auto per abitante”. Perchè ridurre il numero di auto “in definitiva, significa più vivibilità, meno traffico e meno occupazione di spazio pubblico”. E nella logica della riduzione delle auto in città, occorre pensare "a incentivi economici (sconti) per chi demolisce la propria auto e opta per l’abbonamento al trasporto pubblico e al bike sharing".
Il futuro di AreaC
Su AreaC i risultati positivi sono definiti "evidenti, con il 28% di riduzione del traffico in centro”. AreaC "va quindi confermata e la sua efficacia va accresciuta nel tempo”. Però non necessariamente con l’allargamento, ma “ponensoi nell’ottica della città metropolitana, dalla quale ogni giorno entra la maggior parte delle auto che circolano in città”. La soluzione è quindi una “Low emission zone (Lez) in entrata in città, che controlli l’ingresso dei mezzi inquinanti, privati e commerciali”.
Mezzi pubblici
Anche sul trasporto pubblico Sala rivendica quanto fatto in questi cinque anni dal Centrosinistra. Milano “ha mantenuto sostenibili i conti del trasporto locale: il controllo pubblico di Atm, i conti in ordine e l’efficienza del servizio sono stati i fattori determinanti del successo”. E “Milano rimane la città in Europa con le tariffe di viaggio più basse in assoluto, sia del biglietto singolo sia degli abbonamenti”. Negli anni di Pisapia “il trasporto pubblico locale è aumentato: più linee, più chilometri, più velocità commerciale”, anche se va ancora più potenziato, con investimenti, orari, prolungamenti delle linee metropolitane, e il raggiungimento del biglietto unico integrato, che deve essere l’obiettivo della nuova amministrazione, “in sinergia con Città metropolitana e regione Lombardia”.
Obiettivo prioritario è la velocizzazione del trasporto pubblico locale di superficie con “corsie preferenziali, la razionalizzazione dei sistemi semaforici e l’individuazione delle linee di forza”. Altra sfida, il “rilancio del Passante ferroviario, per la sua piena efficienza, con l'integrazione tariffaria, per superare l’anacronistica tariffazione extraurbana, e il potenziamento delle linee extraurbane e la loro integrazione con il trasporto urbano”.
Mobilità ciclistica
Anche qui il Centrosinistra parte dai “successi acquisiti”, tuttavia il prossimo obbiettivo sembra inequivocabile: “Per le due ruote occorre continuare a investire nella mobilità ciclistica e perseguire l’obiettivo ambizioso del20% di split modale: in città, nel futuro, uno spostamento su cinque dovrà avvenire in bicicletta”. Perchè la bicicletta può essere “lo strumento principe della mobilità cittadina, come già accade in città europee simili a Milano per dimensioni e caratteristiche”. Diverse le linee di azione previste: “migliorare la sicurezza partendo dalla coabitazione tra auto e bici nei quartieri a velocità ridotta; realizzare percorsi ciclabili, con adeguata pavimentazione, negli assi di penetrazione e nei percorsi di collegamento; creare infrastrutture perla sosta (bicistazioni per l’interscambio modale)”.
Car sharing
Vanno sviluppate le forme di sharing esistenti e di uso smart della città e tra i nuovi obbiettivi c'è il “potenziare lo sharing elettrico”, con le “dovute infrastrutture”.
Innovazione e tecnologia
Il centrosinistra crede molto nell'innovazione e nella tecnologia per migliorare la mobilità di Milano, così come nel “partenariato pubblico-privato, perseguito fin da subito e che ha portato alcuni risultati importanti: losharing con le sponsorizzazioni e il servizio privato ad uso pubblico”. Tecnologia come “mapping più efficiente, biglietti per tutti i servizi, servizi in palmo di mano, controllo degli accessi dei mezzi pesanti a della sosta tramite sensori”. Anche la fidelizzazione degli utenti è vista come potente strumento a favore della mobilità e Sala propone la “tessera unica per tutti i mezzi di trasporto (Tpl, bike sharing, car sharing, Trenord), caricabile e con sconti per chi rinnova e fa scelte sostenibili”.
Occorrerà inoltre prestare attenzione alla mobilità di moto e scooter. “Dopo l’avvio, primo in Italia, dell’esperimento dello scooter sharing, ora occorre agire per la gestione della sosta delle due ruote, individuando spazi adeguati; andranno promosse iniziative per stimolarne la guida sicura e competente”.
Anche la sosta su strada è vista come tema centrale della città del futuro e l'obbiettivo è che diventi da “tradizionale a tecnologica”, per rendere più facile la ricerca del parcheggio.
La Polizia locale deve tornare a essere identificata come il corpo dei “vigili urbani”: soggetti vicini ai cittadini, conoscitori del territorio, controllori della viabilità e del rispetto delle regole, un servizio di pronto intervento. Deve tornare nelle strade e nei quartieri, con un incremento significativo del controllo, in particolare della sosta selvaggia e di tutti i comportamenti che rendono meno sicure le strade e più lenta la mobilità cittadina. Strade sicure significa meno incidenti, soprattutto per pedoni, ciclisti e utenze deboli, con l’approccio della “visione zero”.
Verso una mobilità nuova, leggera e sostenibile
La scelta di campo da fare, lo sguardo da assumere per i prossimi anni secondo il Centrosinistra è la priorità ai pedoni. Perchè le zone 30 e le piste ciclabili funzionano quando "sono accompagnate da investimenti e qualità progettuali". La prospettiva futura è destinata a cambiare: da “30” km/h, come un limite imposto, a “30” come "programma di sostenibilità per la riduzione costante degli incidenti, l’attenzione e il rispetto reciproco tra tutti coloro che vivono la città."
Nella politica sulla mobilità del Centrosinistra, c'è anche un richiamo alla cultura perchè “Le nuove generazioni vanno abituate alla consapevolezza che muoversi non è un atto individuale, ma collettivo, in una comunità che è la città”. Si vorrebbe allora moltiplicare “i corsi di educazione stradale, le esperienze di Pedibus, l’accompagnamento dei bambini a scuola a piedi e in bicicletta, le scuole car-free e tutte le iniziative utili a una nuova generazione sostenibile, abituata a pensare a una città in cui l’auto non sia uno strumento indispensabile. Cultura e poi rispetto delle regole per pensare ad una città dove mezzi diversi convivono, superando la conflittualità in strada.