Incidenti stradali UE: dopo 15 anni tornano a crescere il numero delle vittime (+1,3%). A rischio obiettivo -50% entro 2020
Lo rileva la decima edizione del Road Safety Performance Index Report realizzato dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti (ETSC). Sulle strade dell'Unione Europea nel 2015 hanno perso la vita 26.300 persone, in media 70 al giorno
20 June, 2016
Torna a salire, per la prima volta dal 2001, il numero delle vittime di incidenti stradali in Europa.
Nel 2015, infatti, sulle strade della UE, 26.300 persone hanno perso la vita (in media 70 al giorno): l’1,3% in piùrispetto all’anno precedente. Nel nostro Paese - sulla base delle stime preliminari ACI-Istat - la percentuale risulta leggermente più alta +1,4%: 3.430 le vittime (quasi 10 al giorno), 49 in più rispetto al 2014.
Lo rileva la decima edizione del Road Safety Performance Index Report (il programma di valutazione dei progressi in materia di sicurezza stradale, al quale partecipa anche l’ACI), realizzato dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti (ETSC). Sono 3, secondo l’analisi di ETSC, le cause che rischiano di impedire all’UE di raggiungere l’obiettivo di ridurre del 50%, entro il 2020, il numero delle vittime degli incidenti stradali: la diminuzione dei controlli sulle violazioni al Codice della Strada, i mancati investimenti in infrastrutture più sicure e gli interventi limitati nel contrasto a velocità e alcool.
Se la tendenza del 2015 non si invertirà, l’Europa per raggiungere l’obiettivo fissato dovrà ottenere una riduzione media annua di quasi il 10% dei morti su strada, un risultato di segno opposto e decisamente lontano dal +1,3% fatto registrare lo scorso anno.
Sulla carta non si tratta di un obiettivo impossibile, almeno non per i singoli Stati, quattro di loro, infatti, sono riusciti a ottenere percentuali anche più elevate.
La migliore prestazione in assoluto (se si esclude il -20,4% della Norvegia, che non fa parte della UE) è quella dell’Estonia: -14,1%, seguono l’Irlanda (-14%), la Lettonia (-11,3%) e la Lituania (-11%). Bene anche la Polonia (-8,2%), riduzioni meno significative, invece, in Svezia (-4,1%), in Danimarca (-2,7%) e in Portogallo (-1,7%). Ci sono, però, Paesi che hanno fatto registrare preoccupanti percentuali di crescita a doppia cifra: Cipro, ad esempio, dove, nel 2015, i morti sulle strade sono aumentati del 26,7%, il peggiore risultato tra i 28. Aumenti non confortanti anche in Finlandia (+13,5%), in Croazia (+13%), in Slovenia (+11%), in Austria (+10,5%) e a Malta (+10%). In linea con la media europea, invece, la Grecia (+1,3) e l’Italia (+1,4), situazione invariata in Spagna, unico Paese a “crescita zero”.
Tra le cause principali: l’eccesso di velocità, la distrazione, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e l’alcool, che risulta addirittura collegato a un quarto dei morti per incidente, anche perché si stima che circa il 2% delle distanze venga percorso con tassi alcolemici fuori legge.
In Italia - dove il numero delle sanzioni per eccesso di velocità è aumentato in seguito alla maggiore diffusione degli autovelox - il numero dei controlli sul tasso alcolemico, viceversa, continua a diminuire. In rapporto agli abitanti, si tratta della cifra più bassa d’Europa. Stabile, invece, la percentuale di automobilisti (2,5%) ai quali sono stati riscontrati valori di alcool nel sangue superiori ai limiti consentiti.