Lo stato dell'ambiente in Piemonte. Arpa: nel 2015 caldo e scarse precipitazioni hanno aumentato Ozono e PM10
Il Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto: "Il caldo estivo, con temperature ben al di sopra della media, e la scarsità di precipitazioni registrata negli ultimi mesi del 2015 hanno aumentato i valori di inquinanti come Ozono e PM10 rispetto agli anni precedenti"
30 June, 2016
“Aria, acqua e territorio risentono del cambiamento climatico in modo sempre più percettibile. I dati presentati oggi ne sono in qualche modo uno specchio. Il caldo estivo, con temperature ben al di sopra della media, e la scarsità di precipitazioni registrata negli ultimi mesi del 2015 hanno aumentato i valori di inquinanti come Ozono e PM10 rispetto agli anni precedenti”. È quanto affermato dal Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto in occasione della presentazione della Relazione sullo stato dell’ambiente da parte di Regione Piemonte e Arpa. Il 2015 anno è visto come anno ‘emblematico’ dal punto di vista climatico e meteorologico: siccità da un lato e fenomeni di forte intensita dall’altro, hanno caratterizzato l’annata passata. “Il 2015 - ha ribadito Robotto - oltre ad essere stato l'anno più caldo a livello globale, da quando sono effettuate misure, è stato il più caldo degli ultimi 60 anni in Piemonte e ha visto il verificarsi di eventi la cui frequenza è destinata ad aumentare con il cambiamento climatico: l'alternanza di periodi di siccità anche prolungati, che nell'estate del 2015 e nell’autunno-inverno 2015/2016 ha visto una progressiva riduzione dei deflussi dei corsi d’acqua, a eventi pluviometrici eccezionali per intensità, con piogge cumulate totali fino a 250 mm in pochi giorni che hanno provocato effetti al suolo significativi, con danni anche ad abitazioni e tratti stradali”. “Il monitoraggio del clima e dei suoi impatti, la definizione degli scenari futuri, attraverso l'analisi multidisciplinare che l'Agenzia è in grado di mettere in campo, integrando gli aspetti ambientali, rappresentano una robusta e indispensabile base di conoscenza per implementare le azioni di mitigazione e adattamento e per sostenere le politiche sul clima oggi oggetto di numerosi accordi e trattati internazionali” ha aggiunto il Direttore generale di Arpa Piemonte. “Nell’ambito più specifico e maggiormente sentito della qualità dell’aria - ha aggiunto l’Assessore Regionale all’Ambiente della Regione Piemonte Alberto Valmaggia - la recente sottoscrizione del protocollo Under 2 Mou per la riduzione delle emissioni in atmosfera, l’adozione del protocollo regionale antismog diventato operativo nell’aprile 2016, con la pubblicazione del primo report giornaliero sullo stato dell’aria in Piemonte, e il Piano regionale sulla qualità dell’aria vanno tutti in un’unica direzione: promuovere delle strategie chiare e condivise affinché tutti possano fornire il proprio contributo a vantaggio dell’ambiente in cui viviamo. Con un costante monitoraggio dello stato dell’ambiente, ma anche grazie alle nuove iniziative legate alla previsione e alla messa in atto di azioni di contrasto alle criticità, come è appunto il report giornaliero sullo stato dell’aria, ogni cittadino ha la possibilità di comprendere, e speriamo apprezzare, le misure che singolarmente siamo chiamati ad adottare al fine di restituire al Piemonte un livello di salute ambientale migliore. Il pregio e l’importanza della Relazione sullo stato dell’ambiente in Piemonte risiedono proprio in questa possibilità di conoscere per agire, sia a livello pubblico, che invogliando i cittadini ad adottare buone pratiche”. Aria - dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Piemonte 2016 Scenari emissivi - dalla Relazione sullo Stato dell’Ambiente del Piemonte 2016 Lo stato dell'Ambiente in Piemonte: i dati - Angelo Robotto Gli scenari di evoluzione degli effetti del cambiamento climatico - Renata PelosiniNel complesso si registra la riduzione dei valori di gran parte degli inquinanti atmosferici connessa anche alla loro costante diminuzione nelle concentrazioni delle emissioni industriali/civili avvenuta negli ultimi decenni. Tuttavia tale riduzione non è stata sufficiente per alcuni inquinanti a determinare il rispetto dei valori limite o obiettivo indicati dalla normativa. Inoltre le condizioni meteorologiche hanno un ruolo fondamentale nella dinamica di questi inquinanti: la scarsità di precipitazioni registrata nel 2015 ha infatti provocato un peggioramento complessivo dello stato dell’aria rispetto al 2014. Per le emissioni in atmosfera i macrosettori più critici sono sia quelli relativi ai trasporti stradali e alla combustione non industriale sia quelli che comprendono le attività produttive (combustione nell’industria, processi produttivi e uso solventi), anche se con differente distribuzione percentuale per i diversi inquinanti. È da rilevare che la combustione del legno, e più in generale delle biomasse, negli ultimi anni ha assunto, e continua ad assumere, un’importanza crescente per le emissioni in particolare per il particolato e il benzo(a)pirene. In Piemonte, analogamente a quanto succede in tutto il bacino padano, rimangono situazioni problematiche a scala regionale per quanto riguarda il PM10 e l’ozono, mentre sono più localizzati in prossimità dei grandi centri urbani i casi di superamento del valore limite annuale per il biossido di azoto, in particolare nelle stazioni da traffico.
I quadri emissivi risultanti negli scenari futuri 2020 e 2030 per quanto riguarda gli inquinanti più critici - ossidi di azoto (NOx) e particolato primario (PM10) – sono confrontati con lo scenario emissivo base 2010. Per quanto riguarda il particolato PM10, il bilancio tra aumenti e riduzioni porta globalmente ad un aumento di emissioni al 2020 e ad una riduzione delle stesse al 2030; in particolare si nota un aumento di emissioni legato al riscaldamento residenziale (previsione di aumento dei consumi di legna) e una riduzione di quelle dei trasporti stradali (evoluzione tecnologica dei veicoli e maggiori vendite di veicoli elettrici e ibridi). Invece le emissioni di NOx risultano in forte calo dal 2010 al 2030, soprattutto grazie al miglioramento dal punto di vista emissivo previsto per il comparto trasporti.