Rifiuti siciliani al Gerbido, perché Ato-r frena. Intervista al presidente Caltagirone
Il presidente dell’ente Diego Caltagirone è stato raggiunto da noi al telefono ed esclude che ci possa essere una riunione dell'ente prima dell'inizio di settembre. Ma il Ministro Galletti dice: "Non ammetto no"
27 July, 2016
La polemica di fine luglio sui rifiuti siciliani che dovrebbero essere inviati all’inceneritore di Torino si compone di un altro tassello utile a fare chiarezza. La questione fondamentale riguarda competenze e limiti d'intervento tra i vari soggetti in ballo, ovvero Regione Piemonte, Città Metropolitana e Ato-r, l’ente di governo dell’ambito territoriale ottimale che regola la gestione integrata dei rifiuti urbani. E naturalmente i quattro comuni della cintura ovest di Torino, Beinasco, Grugliasco, Orbassano e Rivoli, che si trovano nell’orbita dell’inceneritore e che a loro volta fanno parte dell’Ato-r.
Sergio Chiamparino ha dato disponibilità al collega siciliano Crocetta ad accogliere al Gerbido alcune migliaia di tonnellate di spazzatura, ma la maggioranza Cinque Stelle in Consiglio Comunale a Torino, più i quattro sindaci ad ovest della città, si oppongono alla scelta. In mezzo c'è appunto l’Ato-r, che ha fatto sapere di non essere mai stato interpellato ufficialmente dalla Regione sulla vicenda. Il presidente dell’ente Diego Caltagirone è stato da noi raggiunto al telefono mentre si trova in ferie proprio in Sicilia ed esclude che ci possa essere una riunione prima dell'inizio di settembre.
“Il parere di Ato-r è fondamentale. Se la Regione comunica un’esigenza, come in questo caso è stato per accogliere a Torino i rifiuti di un’altra regione, l’Ato ha il dovere di prenderne atto e andare in Consiglio d’Amministrazione a farlo presente. Il CDA poi rimanda tutto all’assemblea dei sindaci che è il vero ente che decide i flussi di rifiuti da trattare. Non è un banale passaggio formale ma sostanziale ed essenziale”.
Caltagirone conferma quindi che nonostante il ddl Sblocca Italia, che ha eliminato i vincoli di bacino al trattamento dei rifiuti negli incenertori, l’iter non è cambiato. Le regole di autorizzazione sono rimaste analoghe: l’Ato è l’ente che fa la programmazione dei flussi di rifiuti da smaltire, sia in discarica che nell’ inceneritore, ed è quindi l’organo preposto a garantire l’effettiva disponibilità degli impianti ad accoglierli, una volta garantita l’autosufficienza territoriale.
Quindi l’assemblea dei sindaci può anche porre un eventuale veto alla decisione della Regione?
"Sì, può anche porre un veto - risponde Caltagirone - e a quel punto la Regione come ente istituzionale potrebbe imporsi, ma si romperebbero degli equilibri che non credo nessuno abbia intenzione di rompere. Sui rifiuti bisogna che tutti si prendano le proprie responsabilità. Le assicuro che in Sicilia adesso è vera emergenza. È possibile che nessuno da anni si sia adoperato per modificare un sistema che non funziona?"
Intanto sulla questione si esprime anche il Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti che usa toni piuttosto risoluti. "Per quanto riguarda quello che sta capitando a Torino - dice Galletti - io sono molto amareggiato, molto. Fare prevalere i piccoli interessi politici sugli interessi nazionali è un fatto gravissimo. La campagna elettorale è finita. In Sicilia è chiaro che c'è stata una mala gestione dei rifiuti e lì abbiamo una emergenza che ci impone, così come è capitato in Puglia, di dover esportare una quantità di rifiuti in altre regioni. Dire di no è un atto che va contro gli interessi nazionali. Oltretutto da parte di una regione che già importa decine di migliaia di tonnellate di rifiuti dalla vicina Liguria". "Allora - ha aggiunto - qualcuno mi deve spiegare perché i rifiuti siciliani sono peggio di quelli della Liguria. Questo è inammissibile".