Illuminazione efficiente e smart, un mercato atteso di 1,6 miliardi di euro, ma che potrebbe valere il doppio
Secondo il Report dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano, un mercato potenziale da oltre 3,3 miliardi di euro nel 2020 sarebbe “alla portata”, se si mettesse in moto un meccanismo virtuoso di informazione e semplificazione
22 September, 2016
Un mercato atteso per il 2020 di 1,6 miliardi di euro (+106% rispetto al 2015), ma che come potenziale complessivo potrebbe arrivare ad oltre 3,3 miliardi di euro, con enormi risparmi in termini di costi energetici e di impatto ambientale, se solo si mettesse in moto un meccanismo virtuoso fatto di informazione e semplificazione. Il dato atteso 2020, comunque, rappresenterebbe un risparmio energetico totale pari a 10,8 TWh/anno, un dato che rappresenta il 5% del consumo elettrico totale al 2015 e quindi contribuirebbe per il 26% al raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico che l’Italia si è posta con il Pacchetto 20-20-20.
Sono alcuni dei risultati emersi dall’Efficient & Smart Lighting Report redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che vuole fare chiarezza sulle potenzialità e sui modelli di business che caratterizzano i mercati dell’illuminazione, da quella pubblica a quella delle abitazioni, a quella degli edifici adibiti a ufficio, oppure utilizzati per scopi industriali o commerciali.
“L’illuminazione nelle sue diverse accezioni è responsabile ogni anno di oltre 32 TWh di consumi elettrici ed è soprattutto una componente indispensabile del comfort di qualsiasi edificio - spiega Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy Group - e tuttavia è ancora troppo bassa la sensibilità dei proprietari di impianti, in tutti i comparti, dal residenziale alla PA, dall’industria al commercio, sulle potenzialità di efficientamento e soprattutto di utilizzo ‘smart’ delle illuminazioni. Una sensibilità ridotta che rischia di far perdere oltre 1,6 miliardi di mercato e che quindi è necessario affrontare”.
E proprio aumentare l’attenzione nei confronti di questi temi è l’obiettivo del Rapporto, presentato a Milano nell’ambito di un convegno a cui hanno preso parte i partner dello studio: Abb, Carrefour, Edison, Enel Energia, Enerqos, Eon, Gruppo Innowatio, Philips Lighting.
Per efficient & smart lighting si intende la somma di due componenti: un’illuminazione efficiente che attraverso l’impiego dei led garantisca un minor consumo di energia a parità di prestazioni e un’illuminazione “smart” che grazie a soluzioni hardware e software monitori e controlli l’impiego delle sorgenti luminose, massimizzandone l’efficacia, oltre che l’efficienza energetica. In base a queste due componenti, il mercato potenziale al 2020 può dividersi in 2.032 milioni di euro se si guarda solo alle sorgenti luminose led (+40% rispetto al mercato atteso) e in 1.335 milioni di euro (quindi con un boom del 580% rispetto all’atteso) se si considerano le soluzioni smart.
La tecnologia led è la più versatile e più energeticamente efficiente oggi a disposizione - ha commentato il professor Chiesa - soprattutto in ambito residenziale e in ambito industriale e terziario, "mentre rispetto all’illuminazione pubblica c’è una sostanziale parità con le lampade a sodio a bassa pressione, che tuttavia non ammettono sistemi di controllo, requisito indispensabile per la parte ‘smart’".
Tornando ai dati reali di mercato, nel corso del 2015 quello dell’efficient & smart lighting in Italia ha raggiunto un controvalore di oltre 1 miliardo di euro, con prospettive di sviluppo molto interessanti. Le sorgenti luminose led si sono assestate attorno ai 900 milioni di euro, dei quali circa 540 milioni in ambito residenziale (per un equivalente di oltre 40 milioni di lampade), circa 200 milioni nell’industriale/terziario e 170 milioni nella pubblica illuminazione. A queste cifre vanno sommati 140 milioni di euro di soluzioni smart per l’illuminazione: 40 milioni nel residenziale/domestico, 35 milioni nell’industriale/terziario e ben 65 milioni nella pubblica illuminazione. A spartirsi questo mercato vi sono filiere industriali molto articolate e diversificate: a quella tradizionale della “illuminotecnica” si affiancano le Energy Service Companies, attive con sempre maggior frequenza e con forme di ingaggio che vanno dai contratti Epc ai noleggi operativi anche nella pubblica illuminazione, dove gioca un ruolo di rilievo la Consip.
Secondo i dati presentati al Politecnico, in Italia è il segmento industriale che rappresenta ancora una sorta di “buco nero”, con una diffusione poco più che embrionale sia delle sorgenti led che delle soluzioni smart, poiché non si comprende adeguatamente il peso dell’illuminazione sia dal punto di vista dell’efficacia che del costo. Nell’illuminazione pubblica si trovano invece più led che nella media ma meno soluzioni smart: la ricerca dell’efficienza energetica come risparmio di costo spinge all’adozione dei led ma manca una visione più ampia circa le potenzialità dei sistemi di gestione e controllo. Vi è il rischio quindi che vada sprecato una parte del potenziale di utilizzo “smart” di queste infrastrutture, con un segnale in apparente controtendenza rispetto al crescente dibattito circa lo sviluppo delle smart cities.
Ma qual è il vero potenziale di mercato? Nel Rapporto si è provato a dare una risposta a questa domanda costruendo uno scenario, realistico e raggiungibile, in cui al 2020 le fonti luminose siano costituite al 100% da led in tutti i settori, mentre le soluzioni smart (essendo ovviamente irrealistico il completo switch del mercato ipotizzato per i led) si attestino al 10% per le abitazioni residenziali, il terziario commerciale e la pubblica illuminazione, al 5% per l’industriale e al 15% per gli uffici. Uno scenario che porterebbe ad un mercato di oltre 3,3 miliardi di euro, contro gli 1,6 miliardi di euro di quello atteso (+106% sul 2015). Un mercato potenziale che sarebbe – a detta degli operatori del settore – “alla portata” se solo si mettesse in moto un meccanismo virtuoso fatto di informazione e semplificazione.
In merito all’informazione,
soprattutto con riferimento all’ambito industriale e della
pubblica illuminazione, è indispensabile che si faccia leva
sull’obbligo dell’audit energetico per i primi e sulla
misura puntuale dei consumi della pubblica illuminazione per favorire
la presa di coscienza della necessità di efficienza e di efficacia
nella gestione dell’illuminazione. Analoga necessità di
informazione riguarda il segmento residenziale/domestico, troppo
spesso gestito con il “fai-da-te” o con la filiera tradizionale
dell’illuminotecnica, ancora poco incline all’adozione di
soluzioni smart per la mancanza di conoscenza di tali
tecnologie.
Per quanto concerne la semplificazione,
sempre rimanendo nel mondo della pubblica illuminazione, secondo il
Rapporto, i tempi di gestazione degli interventi rappresenterebbero
ancora un freno allo sviluppo.
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