Rossi oppure Hutter due nomi “di sinistra” nella futura Amiat targata Cinque Stelle
Assemblea convocata il 30 settembre per designare il nuovo presidente Ma può spuntare un terzo incomodo - da La repubblica del 22.09.2016
22 September, 2016
La prima scadenza è il 30 settembre, giorno in cui Amiat ha convocato l’assemblea per indicare il nuovo presidente dell’ex municipalizzata dei rifiuti, oggi società del gruppo Iren. E all’orizzonte spuntano due nomi per ricoprire l’incarico di numero uno: Raphael Rossi, vicepresidente di Amiat fino al 2010, e Paolo Hutter, ex assessore all’Ambiente nella seconda giunta Castellani. Questi sono i rumors che girano attorno alla società di raccolta e smaltimento rifiuti. Entrambi i pretendenti hanno presentato la loro candidatura al bando lanciato dal Comune e i nomi compaiono tra i 116 aspiranti presidenti.
Due candidature che fanno riferimento alla sinistra e che possono essere in linea con gli umori pentastellati. Candidature molto diverse fra di loro. Raphael Rossi aveva dato il via all’indagine e all’inchiesta per corruzione sull’ex presidente di Amiat Giorgio Giordano. Era il 2008: la vicenda portò alla ribalta la figura di Rossi che dopo aver lasciato Torino andò a Napoli, chiamato dal sindaco Luigi De Magistris. Un’esperienza che non si chiuse però in maniera positiva. In seguito Rossi ha fatto il presidente del Consiglio di amministrazione di Iren Emilia e dal 2014 è amministratore unico di Formia Rifiuti Zero e presidente della Asm di Rieti. In molti sono convinti che la sindaca Chiara Appendino alla fine non sceglierà Rossi. Un profilo troppo complicato e ingombrante.
Diverso, invece, il profilo di Paolo Hutter, giornalista, ex assessore a Torino ed ex consigliere comunale a Milano. Più creativo e più mediatore, dote fondamentale quando si tratta di confrontarsi in una società pubblico- privata. Hutter ha una solida preparazione sui temi dell’ambiente, in particolare della raccolta rifiuti e della differenziata. Diverse le campagne portate avanti, anche in collaborazione proprio con Amiat, attraverso l’Eco dalle Città.
Si vedrà da qui al 30 settembre: tra i 116 potrebbe spuntare anche una terza figura in linea con i criteri che si dà la nuova amministrazione e la nuova sindaca per la scelta del presidente di Amiat. La prima cittadina potrebbe approfittare anche dei tempi supplementari, fino al 13 di ottobre, data di seconda convocazione. Con l’assemblea di Amiat si chiude del tutto l’era di Maurizio Magnabosco, prima amministratore delegato di Amiat, ora presidente: l’uomo che ha trasformato la società, rendendola più efficiente e traghettandola dentro Iren.
La presidenza di Amiat non è l’unica nomina delicata nel settore dei rifiuti. In ballo c’è anche la presidenza di Trm, la società che gestisce il termovalorizzatore del Gerbido, posto vacante dopo la scomparsa di Bruno Torresin, il “papà” dell’inceneritore. Il Comune già in una prima assemblea non ha dato, per bocca dell’assessore all’Ambiente Stefania Giannuzzi, alcuna indicazione: nemmeno il nome di un dirigente pro tempore a cui affidare il ruolo di presidente della società. La poltrona di presidente di Trm, come quella di Amiat, è una nomina in mano alla Città che, nel caso della società che gestisce l’impianto del Gerbido, deve fare la nomina d’accordo con i Comuni dell’hinterland. Si tratta di un incarico delicato, soprattutto per una maggioranza a trazione pentastellata. Il Movimento 5 Stelle si è sempre schierato contro la costruzione e l’entrata in funzione dell’impianto del Gerbido.