Terra Madre Salone del Gusto. 'Smaltimento': la parola sbagliata sui pannelli illustrativi delle isole ecologiche
Sui pannelli delle isole ecologiche a Terra Madre Salone del Gusto, come mai è stata utilizzata la parola "smaltimento" anche per carta, plastica, organico e vetro/metalli? Pubblichiamo un intervento di Agata Fortunato, Osservatorio provinciale rifiuti Torino: "La comunicazione è fondamentale, le parole sono importanti"
26 September, 2016
di Agata Fortunato
Le parole sono importanti diceva Nanni Moretti in Palombella rossa. Parafrasando Michele Apicella/Nanni Moretti, chi scrive male, pensa male e ci fa vivere male. Bisogna scrivere le parole giuste: le parole sono importanti.
Quale è il male? Nel lungo fine settimana credo che a nessun torinese sia sfuggita la manifestazione di Terra Madre e Salone del Gusto, che per il ventennale è uscito dal chiuso del lingotto per abbracciare la città (con grande successo ma altrettante critiche per gli inevitabili disagi, ma tant'è); piazza San Carlo, via Roma, piazza Castello, i murazzi e il Valentino.
Fra le novità di quest'anno la sottoscrizione di un accordo fra gli organizzatori dell'evento, Amiat e Città di Torino, per fare della manifestazione un momento di comunicazione ambientale sul tema della sostenibilità ed in particolare della gestione dei rifiuti: obiettivo 70% hanno scritto.
Oltre agli operatori di Amiat che si occupano del complesso sistema di pulizia durante tutta la giornata e dopo, partecipano con un ruolo attivo le sentinelle dei rifiuti di Eco dalle Città e i volontari di Legambiente: tutti insieme stanno facendo un ottimo lavoro!
L'obiettivo del 70% è ambizioso in condizioni normali, in una manifestazione di strada è quasi fantascienza, ma io sono fiduciosa di natura e spero che non si confondano le raccolte separate con la raccolta differenziata.
Con tutti questi pensieri sabato pomeriggio mi avvio per un giro di ricognizione: lo ammetto, c'era anche il desiderio di qualche assaggio e la curiosità di scoprire nuovi cibi e alimenti; desideri questi ultimi più che soddisfatti!
Ogni pochi metri mi imbatto in mini-isole per la raccolta differenziata, infografica sopra (con scritte in italiano ed inglese) e cassonetto sotto: sughero, carta, plastica, indifferenziato (in inglese lo hanno scritto e pensato meglio: non recyclable), organico, vetro/metalli (perché siamo a Torino), e legno.
Gli occhi mi si illuminano, non manca nulla. Durante l'orario attivo della manifestazione, ad ogni mini-isola c'è un volontario di Legambiente. Ne interrogo due e sono estasiata: sono gentili e disponibili, ma soprattutto preparati! Sanno distinguere i diversi materiali e dare indicazioni precise e lo fanno ogni qualvolta si avvicina qualcuno. Il risultato è ben visibile perché apro i cassonetti e le diverse frazioni mi sembrano sufficientemente pure.
L'età avanza, la folla è tanta, la pancia è piena e non mi sono neppure fatta mancare qualche bicchiere, quando un pensiero si fa strada nella mia testa, ma è solo una immagine sfuocata. Così torno indietro alla prima isola e finalmente leggo una parola cui non avevo fatto caso prima. SMALTIMENTO.
Noi tecnici la usiamo solo per indicare la gestione dei rifiuti indifferenziati in discarica o poco più (l'elenco completo lo si trova fra gli allegati del Dlgs 152/06 che distingue nettamente le operazioni di smaltimento dalle operazioni di recupero). Però qui il messaggio è rivolto ad un pubblico indistinto e allora va bene utilizzare questa parola per dire che i rifiuti indifferenziati, o meglio quelli non riciclabili, saranno inviati al termovalorizzatore (in un contesto tecnico parleremmo di recupero energetico e non di smaltimento). Pur essendo in un contesto evidentemente non tecnico, come sia stato possibile utilizzare la stessa identica parola - SMALTIMENTO - anche sotto le parole carta, plastica, organico e vetro/metalli, rimane però un mistero. In questo caso la parola è sbagliata due volte: non è il termine corretto, ma soprattutto non lo si può usare contemporaneamente per le frazioni "non riciclabili" e per quelle "riciclabili"; a qualcuno o più di qualcuno può venire il dubbio che le diverse frazioni subiscano lo stesso trattamento: quello del non recuperabile. A chiarire che c'è una differenza (o forse è solo trasparenza?) dovrebbe servire la riga sotto, in cui c'è il nome dell'impianto presso cui verrà conferito quel tipo rifiuto. Nel caso dell'indifferenziato c'è TRM (che è un termovalorizzatore), per le altre frazioni c'è DEMAP (plastica), ECOGLASS (vetro/metalli), Cartamacero (carta), ACEA (organico). Ma il fruitore del salone del gusto cosa ne sa che questi sono tutti impianti di preparazione per il riciclo, eccetto ACEA che è un impianto di recupero dell'organico che produce compost?
Sulla plastica poi c'è il capolavoro comunicativo, la frase dice testualmente: "Smaltito presso DEMAP (dopo prepulizia impianto AMIAT)".
Con la poca lucidità rimasta, ho pensato per lunghi minuti a cosa quelle due righe volessero comunicare e poi con orrore ho pensato che il messaggio potesse essere: "non preoccuparti se non riesci a fare una buona raccolta, ci pensa l'impianto di Amiat a pulire i tuoi errori". Anni di comunicazione per migliorare la qualità della raccolta tirati nel cassonetto, quello verde!
La comunicazione è fondamentale, le parole sono importanti!