Clima, ratificato al Senato l'Accordo di Parigi. Ma la strategia energetica italiana punta sul gas
Il Senato ha approvato il documento prodotto dalla Cop21 lo scorso dicembre, che impegna i 196 paesi che vi hanno aderito a limitare le emissioni di gas climalteranti. Il nostro paese però individua nel gas il superamento del carbone
27 October, 2016
L’Italia ha ratificato l’accordo di Parigi. L’aula del Senato ha approvato all’unanimità con una sola astensione il documento prodotto dalla Cop21 lo scorso dicembre, che impegna i 196 che vi hanno aderito a mettere in atto una serie di misure per limitare le emissioni di gas climalteranti per contenere il riscaldamento globale entro 2 gradi, possibilmente entro 1,5.
Dopo l’approvazione alla Camera il 19 ottobre erano diffusi i timori che l’accordo non diventasse legge in tempo per la Cop22 in programma a Marrakech dal 7 al 18 novembre. A dirla tutta sarebbe stato più un danno di immagine che un danno concreto, visto l’attuazione dell’accordo deve comunque fare i conti con la nuova Strategia Energetica Nazionale all’orizzonte – sarà presentata ad aprile in concomitanza con il G7 Energia - in cui non sono gli investimenti nelle rinnovabili o nel trasporto elettrico le misure pensate per decarbonizzare l’economia, bensì il gas. Si parla di nuove infrastrutture come gasdotti o rigassificatori per accogliere il gas dall’estero - il progetto del Tap ne è l'esempio più evidente -, infrastrutture che come viene fatto notare da più parti richiederanno decenni per essere ammortizzate, oltre all'impatto ambientale che comportano.
Si tratta di un paradosso che non riguarda solo l’Italia ovviamente, perché al di là dei proclami l’accordo di Parigi non prevede un calendario che porti alla progressiva, e definitiva, sostituzione delle fonti energetiche fossili.
Da Roma, tuttavia, arrivano parole entisiastiche. Per il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, quella di oggi “è una giornata molto importante, la ratifica segna la conclusione di un ottimo lavoro di squadra tra Governo e Parlamento che ci permette di arrivare con l'accordo ratificato a Marrakech. Ora - aggiunge - dopo le parole dobbiamo passare ai fatti: noi partiamo da una condizione privilegiata rispetto agli altri Paesi, perché una buona parte del percorso di riduzione della CO2 l'abbiamo fatta in questi anni. Abbiamo raggiunto gli obiettivi del precedente accordo, quello di Kyoto, con 5 anni di anticipo", e allora "dobbiamo continuare a essere virtuosi, quindi avanti con azioni che ci permettano di centrare anche prima degli impegni presi gli obiettivi del protocollo di Parigi".
Il presidente della Commisione Ambiente alla Camera, Ermete Realacci, parla invece di "un passo importante per andare a testa alta alla COP22 di Marrakech e dare maggiore forza e credibilità alla nostra azione nelle sedi internazionali e nella lotta ai mutamenti climatici. Ora serve una politica ambiziosa e lungimirante, all’altezza della sfida, capace di spingere con più forza e determinazione per l’ambiente e per un’economia più green e a misura d’uomo. E di rafforzare così anche la competitività della nostra economia.
L'intesa sul clima di Parigi entrerà in vigore il prossimo 4 novembre, 30 giorni dopo l'adesione di almeno 55 Paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni.