Siccità, vento forte, petardi e piromani. Emergenza incendi in Lombardia
Clima secco e niente neve, caldo anomalo, botti di Capodanno e attacchi piromani. Il 2017 si apre con gli incendi dei boschi lombardi. In Val Camonica e alto Garda (bresciano), ma anche a Chiavenna (Sondrio). Decine gli ettari in fumo
06 January, 2017
(nella foto di Coldiretti, l'incendio di Tremosine, Lago di Garda)
"Un inferno di fuoco su 60 ettari di boschi e pascoli". Questo il primo bilancio di Coldiretti Lombardia dell’incendio doloso partito la notte del 4 gennaio in Valle Camonica, località Noda’, sopra il comune di Bienno. E mentre anche sui Corni di Canzo, fra Como e Lecco, si fa la conta dei danni del rogo spento nelle scorse ore su una superficie stimata di 200 ettari, la Coldiretti Brescia resta in allerta anche per gli incendi che hanno colpito l’alto Garda già dal primo gennaio. “Il lavoro delle squadre antincendio è stato e continua a proseguire in modo straordinario – racconta Costa Luca segretario di zona della Coldiretti in Valle Camonica – insieme al sindaco e alla Comunità Montana siamo pronti a fronteggiare ogni emergenza. Un lavoro difficile, che ancor non si è concluso: la strada provinciale 345 è chiusa, i focolai sono due e resta molto alto di nuovi incendi a causa della forte siccità e della mancanza di neve sul territorio camuno”.
A Tremosine (alto Gardese, provincia di Brescia) dalla notte di Capodanno i boschi sopra il paese non smettono di ardere. Forse un petardo, la causa del primo incendio che non si riesce a domare completamente.
“La causa principale, oltre alla mancanza di pioggia e all’aumento del vento – ha dichiarato Alice Scaroni, giovane imprenditrice agricola di Tremosine, che gestisce un allevamento in zona - sembra essere lo strato spesso di aghi di pino che rende impermeabile il terreno boschivo rendendo particolarmente difficile domare l’incendio. Fortunatamente il fuoco non sta generando danni né alle aziende agricole né ai pascoli, l’allerta resta però alta e ci auguriamo che al più presto le forze dell’ordine preposte riescano a vincere definitivamente il problema”. Coldiretti di Brescia sta monitorando la situazione per valutare l’entità dei danni e la vastità della superficie bruciata.
“Gli agricoltori – ha spiegato Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – svolgono un’opera fondamentale di presidio e tutela della montagna, degli alpeggi e dei boschi, contro lo spopolamento e l’abbandono”. Brescia, con i suoi oltre 170 mila ettari, custodisce la fetta più grossa dei 625mila ettari di bosco della Lombardia che è anche al terzo posto tra le regioni italiane, con il 7% del bosco nazionale. Quasi l’80% del bosco lombardo è situato nelle aree montane, il 13,2% in fascia collinare e il 7,6% in pianura. In Lombardia – continua Coldiretti – ci sono 280 aziende attive nella filiera legno-bosco che danno lavoro a quasi 700 persone. “
Insomma, i boschi sono un patrimonio dei nostri territori che va ben gestito e tutelato. Senza pioggia e neve, con raffiche di vento forte, qualsiasi comportamento non appropriato rischia di fare danni. La Protezione civile ha diramato il divieto assoluto, entro 100 metri da qualsiasi area boschiva, di accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici o gettare mozziconi accesi.
Anche a Chiavenna (Sondrio) nelle ore di Capodanno è partito un incendio nei boschi della zona, che ha bruciato decine di ettari di bosco e impegnato per giorni le squadre anti-incendio.
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