Schiscetta a scuola invece della mensa: a Milano il caso si complica
I genitori "anti-mensa" erano ricorsi al TAR e trovano l'accordo con le Scuole in questione. "Cessato il contendere", per il giudice amministrativo, ma ora il Comune chiede che la responsabilità per il cibo da casa sia anche dei Presidi
18 January, 2017
Anche
a Milano, dopo Torino, si era aperta negli scorsi mesi una vertenza
tra alcuni genitori “ribelli” (che rivendicavano il diritto a
rinunciare alla mensa scolastica, per fornire
loro il cibo da consumare a scuola ai bambini) e Milano Ristorazione
(società del Comune). La questione si
era complicata perché i bambini forniti di “pranzo al sacco”
dai genitori non potevano, secondo le direttive scolastiche milanesi, consumarlo insieme
agli altri, ma dovevano farlo in un locale a parte. Una modalità
dovuta a motivi sanitari, riguardanti l'impossibilità di un controllo
sul cibo fornito da casa, al posto della refezione scolastica. Il divieto non era andato giù ai
genitori (si parla di 3 o 4 famiglie), che avevano fatto ricorso al TAR, sostenendo una sorta di
discriminazione nei confronti dei loro bambini.
Tuttavia, se a Torino la "questione mensa" aveva visto una vittoria dei genitori davanti la Magistratura ordinaria, con una sentenza di Corte d'Appello e una successiva ordinanza del Tribunale, a Milano il Comune aveva considerato tali decisioni non vincolanti, difendendo il principio della mensa scolastica uguale e obbligatoria per tutti, anche per la sua valenza di momento educativo.
Da qui il ricorso al Tar dei genitori milanesi. Vertenza che però si è fermata ai primi passi, essendo intervenuto un accordo tra genitori e dirigenti scolastici delle Scuole in questione, tant'è che il giudice amministrativo ha dichiarato "la cessazione della materia del contendere". Un accordo non condiviso però dal Comune di Milano, che ha ribadito la propria posizione, chiedendo anche che le spese del giudizio amministrativo siano poste a carico dei ricorrenti.
"Nessuna decisione di merito sul caso schiscetta" - si legge in una nota del Comune - ma solo la presa d'atto di un accordo che non ha visto il coinvolgimento dell’amministrazione comunale, che non ne condivide il contenuto né sotto il profilo educativo, né sotto il profilo della sicurezza alimentare". Non solo, il Comune ha dichiarato che ora verificherà quali atti sarà necessario perfezionare, affinché la responsabilità dei locali del refettorio non sia più solo di Milano Ristorazione, ma condivisa con i dirigenti scolastici interessati.
"Non
c’è una linea dura del Comune rispetto alla schiscetta -
ha dichiarato la vice Sindaca Anna Scavuzzo - solo un atteggiamento serio sulla
questione della responsabilità, che finora si è assunta Milano
Ristorazione per conto del Comune. I Presidi sono liberi di decidere come credono, ma se un bambino allergico
dovesse stare male per eventuali contaminazioni, ci dovrà essere una compartecipazione nelle responsabilità".
Ora l’opposizione politica cavalca il caso e ha chiesto addirittura un dibattito
in Consiglio comunale, per emanare delle linee
guida organizzative che consentano nelle mense scolastiche il consumo
dei pasti portati da casa.
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