Clima, Commissione Europea: "Target 2020 a portata di mano". Ma gli obiettivi di Parigi sono lontani
Il nuovo rapporto pubblicato dalla Ue mostra i progressi fatti su rinnovabili, efficienza energetica ed emissioni, ma non tiene conto di quanto bisognerebbe fare per rispettare l'impegno preso alla Cop21 di Parigi
02 February, 2017
Minore dipendenza dai Paesi terzi nell'approvvigionamento energetico grazie al contributo delle rinnovabili e alla maggiore efficienza: l'Europa e l'Italia sono sulla strada giusta per centrare gli obiettivi su energia e clima per il 2020. Lo conferma il secondo rapporto sull'Unione dell'energia della Commissione europea, presentato stamattina dal vicepresidente dell'Esecutivo Ue Maros Sefcovic.
"La situazione della sicurezza energetica è migliorata significativamente in 22 stati membri su 28", ha risposto il politico slovacco precisando che questo è avvenuto grazie all'aumento della quota di rinnovabili e dell'efficienza, nonchè a "interconnessioni molto migliori" tra i Paesi membri. L'Italia è in linea con i risultati raggiunti dal resto dell'Ue: tra il 2005 e il 2014 ha ridotto la sua dipendenza dalle importazioni di energia grazie al contributo delle rinnovabili e ai miglioramenti in termini di efficienza. Il nostro Paese, insieme ad altri dieci, non ha ancora raggiunto il target del 10% di interconnessione della rete elettrica entro il 2020 e "deve fare sforzi ulteriori" in questa direzione, mentre fa da apripista tra i Ventotto per l'installazione dei contatori intelligenti che per la Commissione "ampliano le possibilità dei consumatori di partecipare attivamente al mercato dell'energia".
Qualenergia però smorza facili entusiasmi e disegna un quadro più completo. Il rapporto "mostra i progressi fatti" - si legge sul portale - ma "non tiene conto di quanto bisognerebbe fare per rispettare l'impegno preso a Parigi – fermare la temperatura globale a +1,5 °C dai livelli preindustriali – e di quanto siano inadeguati e poco ambiziosi gli obiettivi per il 2030".
I dati sull'Italia della Commissione Europea.
La media del contributo delle fonti rinnovabili al mix energetico nazionale nel 2013 è stata del 16,7%, è salita al 17,1% nel 2014 e tale dovrebbe restare nel 2015. Dati che superano abbondantemente il 10,5% previsto dalla Commissione come traiettoria indicativa (il "ritmo") di crescita per le rinnovabili e avvicinano sensibilmente l'Italia all'obiettivo del 20% di energia rinnovabile al 2020. Anche in questo caso però non tutti sono d'accordo sulla bontà dei numeri. Greenpeace Italia definisce i risultati raggiunti sulle rinnovabili "un mero adeguamento dei dati statistici".