Zone 30, trasporto merce su bici e limitatori di velocità: ecco la tabella di marcia dell'UE per la mobilità ciclistica
Il cuore della nuova road map europea sulla mobilità ciclistica si basa sul raddoppio in dieci anni dell'uso della bicicletta nelle città europee (dall'attuale 7-8% al 15%) attraverso “una nuova gerarchia della mobilità sostenibile”
24 March, 2017
Lo scorso 21 marzo l'Unione europea ha reso noto una nuova tabella di marcia per lo sviluppo della mobilità ciclistica nei paesi dell'Unione, recependo di fatto le raccomandazioni del Comitato europeo delle regioni promosso dal Consigliere comunale di Manchester Kevin Peel, nonché rappresentante del North West of England all'interno del Comitato europeo delle regioni.
Il cuore della nuova road map europea sulla mobilità ciclistica si basa sul raddoppio in dieci anni dell'uso della bicicletta nelle città europee (dall'attuale 7-8% al 15%) attraverso “una nuova gerarchia della mobilità sostenibile che dia la priorità in primo luogo a incentivi e misure per rendere più sicuri ed anche più attraenti gli spostamenti attivi (a piedi o in bicicletta), in secondo luogo alla promozione del trasporto pubblico, in terzo luogo allo sviluppo del car-sharing/pooling, e infine all’uso individuale di auto private, permettendo la necessaria integrazione tra le diverse modalità di trasporto”.
Il rapporto benefici-costi degli investimenti in infrastrutture ciclistiche
La raccomandazione dell'Unione europea si basa su forti e significativi riscontri accademici secondo i quali “il rapporto benefici-costi degli investimenti in infrastrutture ciclistiche sarebbe pari ad almeno 5 a 1". Il dipartimento dei Trasporti del Regno Unito infatti, ha calcolato che il rapporto benefici-costi delle sovvenzioni a favore della ciclabilità sarebbe pari ad almeno 5,5 a 1 (fonte Department for Transport. Value for Money Assessment for Cycling Grants, 2014). A Bruxelles, secondo Transport & Mobility Leuven il rapporto benefici-costi degli investimenti nella regione di Bruxelles-Capitale, questo rapporto sarebbe compreso tra 5 a 1 e 9 a 1 (fonte Transport & Mobility Leuven. Impact et potentiel de l’usage du vélo sur l’économie et l’emploi en Région de Bruxelles-Capitale. Les effets directs et indirects de l’usage du vélo en 2002, 2012 et 2020), mentre a Helsinki tale rapporto è risultato pari a 8 a 1 (fonte City of Helsinki. Helsinki Bicycle Account 2015).
“I benefici economici provengono – come scrive il Comitato europeo delle regione - da diverse direzioni: in primo luogo dalla creazione di posti di lavoro soprattutto locali nell’ambito della produzione di biciclette, del commercio al dettaglio, delle riparazioni, della costruzione e manutenzione di infrastrutture, nonché da settori quali il cicloturismo e i servizi connessi ai trasporti e altri servizi connessi alla ciclabilità; in secondo luogo, dal miglioramento della salute pubblica a seguito di una più intensa attività fisica e di un minor inquinamento atmosferico e acustico; in terzo luogo, dalla riduzione della congestione del traffico, che comporta una diminuzione degli ingorghi delle strade, dei ritardi, delle ore di lavoro perdute e degli sprechi di carburante, con un conseguente miglioramento della qualità di vita nelle città e anche dell’attrattività; e infine da un utilizzo più efficiente del territorio”.
Le raccomandazioni dell'Unione europea
Di fatto, nelle raccomandazioni, l'Unione europea chiede alle Regioni e ai comuni del vecchio continente di riconoscere le enormi potenzialità del trasporto di merci (fino a 250 kg) attraverso l'uso di biciclette elettriche cargo, attuando soluzioni di ciclologistica come opzione preferita per le consegne delle merci. Di regolamentare a livello nazionale e comunale l’accesso alle aree urbane attraverso l'uso di pedaggi stradali perché strumenti efficaci per gestire le esigenze contrastanti di utilizzo dello spazio stradale a livello urbano e per affrontare problemi cruciali come la congestione stradale, l’inquinamento e l’espansione urbana incontrollata.
Stimolando le istituzioni al varo di misure per rallentare il traffico con l’introduzione, come regola generale, di strade con limite di 30 km orari nelle aree urbane e attrezzate con piste ciclabili che rendano possibile la coesistenza dei differenti utenti della strada, vale dire pedoni, ciclisti, automobilisti e conducenti di veicoli pesanti o di altri automezzi (come le ambulanze e i mezzi dei vigili del fuoco); introducendo gradualmente, con una procedura di omologazione, sistemi intelligenti di adattamento della velocità su tutti i nuovi veicoli motorizzati a quattro ruote, autobus e veicoli commerciali pesanti autorizzati a circolare sulle strade pubbliche dell’UE.
Foto via cyclemagazine.it