Compostaggio di comunità, presentato a Roma il decreto che semplifica le procedure
l nuovo decreto di semplificazione, in vigore dal 10 marzo 2017, è stato presentato a Roma dalla Direzione generale per i rifiuti e l'inquinamento (Rin) del Ministero dell'Ambiente
27 March, 2017
di Edoardo Annucci
Fare il compostaggio collettivo è più facile di prima, almeno a termini di legge. Il nuovo decreto di semplificazione, in vigore dal 10 marzo 2017, è stato presentato a Roma dalla Direzione generale per i rifiuti e l'inquinamento (Rin) del Ministero dell'Ambiente.
Disposto in collaborazione con realtà attive sul territorio nazionale e destinato in particolar modo ai cittadini ed alle amministrazioni territoriali, il documento differenzia il compostaggio di comunità da altri tipi di compostaggio sulla base delle figure che producono il rifiuto organico, che lo gestiscono e che si occupano di tutte le fasi collegate alla sua lavorazione e al suo utilizzo. Il testo ministeriale recita: "Il compostaggio effettuato collettivamente da più utenze, domestiche e non domestiche, della frazione organica dei rifiuti urbani prodotti dalle medesime, al fine dell'utilizzo del compost prodotto da parte delle utenze conferenti”.
Il lavoro che ha portato alla formulazione della normativa, iniziato dal confronto con altre esperienze Europee a partire dalla Svezia, ha convinto il legislatore a semplificare il sistema di gestione dei rifiuti con duplici benefici per la pubblica amministrazione e la cittadinanza: utile da un lato al raggiungimento degli obiettivi relativi al riciclaggio e, dall’altro, alla riduzione del conferimento dei rifiuti urbani biodegradabili in discarica.
L’obiettivo attuale di riduzione dei rifiuti da smaltire in discarica, pari a 81 kg/anno ad abitante entro il 2018, sembra infatti distante per l’Italia. Secondo i dati resi noti dal Ministero durante il Convegno dimostrano, in particolar modo nel Mezzogiorno, difficoltà oggettive: per la Puglia si contano circa 211 kg/anno a persona, in Sicilia 233 kg/anno ed in Molise 257 kg/anno.
A questo si aggiunga che la matrice organica, che rappresenta il 35% dei rifiuti urbani secondo i dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, spesso non può essere trattata nelle vicinanze a causa di conformazioni territoriali di particolare disagio logistico e del deficit impiantistico nazionale.
Il decreto, elaborato tenendo conto delle molteplici criticità logistiche e gestionali, considera il compostaggio di comunità attività di riciclaggio e non di prevenzione, secondo le linee Europee, e si struttura in quattro differenti argomenti: autorizzazione all’esercizio (per strutture che gestiscono quantità non superiori alle 130 tonnellate), gestione del rifiuto, scelta dell’apparecchiatura (in relazione al fabbisogno di trattamento) ed utilizzo del compost secondo le indicazioni derivanti dal Ministero della Salute. Il decreto, inoltre, crea ulteriori differenziazioni con gli altri tipi di compostaggio in relazione alla tipizzazione, alla capacità di trattamento, dal gestore e dalla differenziazione delle utenze.
Un ruolo fondamentale è affidato agli Enti territoriali che dovranno incrementare la sensibilità ambientale collettiva e regolamentare la materia, tenuto conto anche della possibilità per i cittadini che attuano compostaggio di comunità di beneficiare di una riduzione della tassa dei rifiuti.
Il compostaggio domestico, inoltre, evitando ai Comuni il costo di raccolta e trattamento, si connota come uno “strumento alternativo e integrativo del sistema di gestione dei rifiuti”. A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto, infatti, i comuni possono conteggiare questa forma di gestione dei rifiuti tra le percentuali di raccolta differenziata.
Tutto il materiale del convegno ai seguenti link:
Comune di Roma Capitale – Giuseppina Montanari – Assessore alla sostenibilità ambientale
ISPRA – Andrea M. Lanz – Centro Nazionale per il ciclo dei rifiuti
ENEA – Claudia Brunori – Responsabile divisione uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli
CIC – Massimo Centemero – Direttore
AIC – Fabio Musmeci – Presidente