Diversificazione contributiva per gli imballaggi in plastica: l’insoddisfazione di Assobioplastiche
Il presidente Marco Versari: “Difficile da comprendere perché solo gli shopper compostabili vengano considerati riciclabili”
01 May, 2017
La diversificazione contributiva per gli imballaggi in plastica, così com’è, non piace ad Assobioplastiche. A manifestare l’insoddisfazione dell’associazione è stato il presidente Marco Versari in occasione di una recente audizione presso la “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti”. “Oltre a Comuni che acquistano sacchetti in polietilene per la raccolta dell’umido, la grave inadempienza nel mercato degli shopper, con la presenza massicia di prodotti non conformi, alla Commissione - ha spiegato Versari ad Eco dalle Città - abbiamo fatto rilevare la nostra insoddisfazione in relazione al nuovo modello di contribuzione diversificata avviato dal Conai”. Il modello, lo ricordiamo, prevede tre fasce (A, B, C) a seconda della riciclabilità: nella prima fascia sono stati inseriti gli imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito “Commercio & Industria”, nella seconda (la B) gli imballaggi selezionabili e riciclabili da circuito “Domestico” e nella C, invece, "gli imballaggi non selezionabili/riciclabili allo stato delle tecnologie attuali”. Nella fascia B rientrano gli shopper compostabili (monouso, conformi alla vigente normativa UNI EN 13432:2002), mentre nella fascia C sono stati inseriti tutti gli altri imballaggi che, come si legge nell’elenco, “non sono presenti nelle due liste precedenti” e sono quindi “da considerarsi afferenti a quest’ultima categoria di riferimento”. “In base a quello che capiamo vedendo questo documento - ha continuato Versari - solo gli shopper compostabili vengono considerati riciclabili, mentre tutto il resto dei prodotti in bioplastica no. E’ difficile da comprendere. Se uno shopper compostabile è riciclabile in un impianto di trattamento della frazione organica, perché non lo posso essere gli altri manufatti compostabili come sacchi frutta-verdura, imballaggi alimentari o stoviglie?”. “Come Assobioplastiche abbiamo semplicemente dichiarato che la proposta così com’è, dal nostro punto di vista, non è accettabile”. Versari sottolinea il lavoro fatto dall’associazione per far sì che “le stoviglie compostabili in occasione di feste, momenti di consumazione del cibo, finiscano nei canali corretti per il compostaggio. Potete immaginare - si lamenta Versari - come fake rolex possiamo sentirci ad essere messi tra quelli non riciclabili con un CAC molto gravoso”.