Presentato a Milano il progetto “Ghe n’è minga de ruera” (“non ce n’è di spazzatura”)
Nella sede di Banca Prossima il Ciessevi ha riunito gli attori principali che recuperano cibo invenduto dalla piccola e media distribuzione per poi donarlo ai cittadini più bisognosi.
13 June, 2017
Il Ciessevi – che si rende disponibile per consulenze e informazioni sul progetto - partendo dal presupposto che in generale nulla si realizza se si è da soli, propone per cogliere le opportunità che la legge mette a disposizione di mettere in rete le piccole e medie realtà che stanno già lavorando sul territorio. “Non sprecare significa anche sfruttare i contatti tra realtà vicine che si trovano nello stesso quartiere. Del resto i vantaggi del KM 0 non possono riguardare solo la produzione ma anche il recupero e la distribuzione del cibo”.
Contano molto i rapporti di buon vicinato, le relazioni tra donatori e volontari, ma anche la conoscenza delle abitudini alimentari di chi poi mangerà il cibo. La Caritas Ambrosiana racconta di come si sono organizzati per rispettare le diete religiose. Mentre Recup, l’associazione che a Milano recupera il cibo nei mercati, ha imparato a conoscere le abitudini e gli orari dei bancarellisti: ci avviciniamo per chiedere se hanno cibo da condividere solo quando l’ora del mercato è finita e poco prima che chiudano i banchetti. Presente anche una sezione della Croce Rossa che recupera il pane. Spesso ne ricevono in abbondanza e così oltre a recuperalo e distribuirlo hanno anche diffuso un ricettario per preparare piatti usando il pane duro.
Come è stato ribadito più volte nel corso dell’incontro le leggi sono importanti perché stimolano la società a cambiare cultura e in questo caso la legge 166/2016 può contribuire a combattere gli sprechi. Su questo aspetto sembrano tutti d’accordo, le piccole associazioni, ma anche la Caritas Ambrosiana e l’EPAM (Associazione Provinciale Milanese dei Pubblici Esercizi). Si aspettano che il Comune di Milano riduca la tassa sui rifiuti agli esercenti che donano cibo invenduto applicando l’art. 17 della L. n. 166/2016: “Alle utenze non domestiche relative ad attività commerciali, industriali, professionali e produttive in genere, che producono o distribuiscono beni alimentari, e che a titolo gratuito cedono, direttamente o indirettamente, tali beni alimentari agli indigenti e alle persone in maggiori condizioni di bisogno ovvero per l'alimentazione animale, il comune può applicare un coefficiente di riduzione della tariffa proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione.”
http://www.ciessevi.org/fare-non-profit/io-non-butto