Forse per troppo zelo la procedura d'infrazione all'Italia sui sacchetti
Primo paese a sfidare la lobby della plastica usa e getta, paradossalmente ora l'Italia rischia una procedura d'infrazione perché impone spessori significativi ai sacchetti per considerarli riutilizzabili
15 June, 2017
Cosa c'è dietro i problemi che gli uffici della Commissione Europea stanno ponendo sul recepimento della direttiva sui sacchetti di plastica?
Secondo la ricerca e le ricostruzioni fatte dalla nostra redazione ci sarebbero solo problemi formali, o addirittura una specie di "dispetto" nei confronti del primo paese che ha deciso di proibire i sacchetti di plastica usa e getta.
Qualcuno ricorderà che addirittura l'Italia era finita sotto inchiesta per verificare se poteva "permettersi" di vietare i sacchetti.
Ora in questo caso la procedura di infrazione è stata aperta perché il decreto di recepimento della direttiva è stato recapitato da Roma a Bruxelles con qualche giorno di ritardo rispetto alla scadenza , fissata nel novembre 2016. A quel punto è iniziato un periodo di stallo perché i funzionari Ue dovevano fare le loro verifiche. Al termine di queste verifiche hanno mandato una lettera all'Italia contestando che i limiti di spessori per i sacchetti riutilizzabili sarebbero troppo severi, perché sono superiori a 50 micron.
In pratica la legge italiana sarebbe troppo severa nei confronti dei sacchetti. Dal 18 maggio sono in approvazione, in Italia, i decreti attuativi delle norme sui sacchetti.
Si attende di vedere se ci sarà un accordo con Bruxelles o se verrà fuori un contenzioso tra Italia e Ue sullo spessore minimo de sacchetti.
Nel frattempo circolano ancora molti sacchetti illegali, ma questo non è oggetto di procedure d'infrazione.