'Molta enfasi per il gas, pochi dettagli su rinnovabili e mobilità sostenibile', il giudizio sulla Sen di Zorzoli del Coordinamento FREE
Tra le critiche del presidente di FREE alla Strategia Energetica Nazionale, il posto d'onore dato al gas, la mancanza di una prospettiva al 2050, la sovrastima del ruolo delle rinnovabili termiche e un target troppo modesto per le elettriche
16 June, 2017
“Il documento sulla Sen, Strategia energetica nazionale, posto in consultazione segna una discontinuità rispetto ad analoghi documenti del passato. È il frutto di un complesso lavoro di elaborazione, che ha visto impegnate le principali strutture tecniche del Paese e ha in parte recepito le indicazioni provenienti dagli stakeholder impegnati nella promozione di uno sviluppo ambientalmente sostenibile, come conferma il ruolo attribuito all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili, anche se nella fase finale della discussione della nuova Direttiva sull’efficienza energetica, il nostro paese, pur favorevole all’innalzamento dell’obiettivo, legalmente vincolante, del 30% al 2030, sembra avere delle perplessità rispetto all’estensione al 2030 dell’impegno a ridurre dell’1,5% delle vendite medie annue di energia ai clienti finali prevista dall’articolo 7 della Direttiva”. Lo scrive in un commento GB Zorzoli, presidente del Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa oltre 20 associazioni del settore.
“È inoltre apprezzabile l’attenzione per la prima volta data al problema della povertà energetica, con proposte puntuali e condivisibili che, se attuate, rappresenterebbero l’alternativa vincente ai limiti e alle insufficienze dei provvedimenti oggi in vigore. È altresì importante avere considerato la SEN come strumento propedeutico alla definizione del Piano nazionale clima-energia. Scelta peraltro contraddetta dall’assenza, nel documento in consultazione, di uno scenario al 2050 (questa data compare soltanto nella parte iniziale e riguarda citazioni di documenti internazionali), scenario viceversa previsto dalla comunicazione della CE sulle modalità di stesura dei Piani nazionali. La mancata indicazione degli obiettivi al 2050 impedisce di verificare:
• la congruenza tra gli obiettivi al 2030 e quelli a lungo termine;
• quanti degli investimenti in infrastrutture, indicati nella SEN, e destinati a operare ben oltre il 2030, siano effettivamente necessari.
Inoltre, mentre nel caso degli interventi di efficientamento del settore edilizio, del phase-out delle centrali a carbone e della produzione di biogas-biometano, ma soprattutto – e con molta enfasi – per il settore gas, il documento indica con sufficiente dettaglio le misure da prendere per realizzare gli obiettivi indicati, altrettanto non si può dire per le fonti rinnovabili e la mobilità sostenibile. Generiche nel primo caso, anche quando si valorizzano opzioni come l’autoconsumo, i sistemi di distribuzione chiusi, il ruolo attivo dei consumatori. Addirittura vaghe nel secondo, per cui l’indicazione, contenuta del documento, di una diffusione complessiva nel 2030 di quasi 5 milioni di veicoli elettrici o plug-in, obiettivo non particolarmente coraggioso, ma interessante, non è adeguatamente giustificata".
"Oltre tutto, per le rinnovabili, a fronte del 27% come obiettivo a copertura di tutti i consumi energetici finali lordi nel 2030, il 48-50% previsto per la copertura dei consumi elettrici non solo è un target molto timido per tecnologie i cui costi, come correttamente sottolinea il documento, le renderanno competitive, ma risulta addirittura insufficiente.
Il documento sovrastima infatti il contributo delle rinnovabili termiche, in quanto afferma che :
• le biomasse “dovranno essere ridimensionate a causa del loro impatto negativo sui livelli emissivi (in particolare polveri sottili): il loro sviluppo sarà concentrato sui generatori a biomasse ad alta qualità ambientale”, mentre il “teleriscaldamento ha ancora un margine di sviluppo di circa 30%”, ripartito però tra fonti energetiche rinnovabili e cogenerazione ad alto rendimento;
• “è necessario uno sforzo, anche dei produttori e installatori, per assicurare” al solare termico un ruolo non marginale.
"Insomma, l’incredibile riduzione del ruolo delle biomasse farebbe in pratica ricadere sulle sole pompe di calore il compito di far passare le rinnovabili termiche dal 19,2% del 2015 al comunque molto ambizioso 28 – 30% nel 2030. Anche se giustamente la SEN assegna alle pompe di calore il ruolo centrale per il settore riscaldamento/raffrescamento, si tratta di un impegno irrealizzabile perfino per una tecnologia così promettente".
"Pur con una correzione degli obiettivi, che assegni alle biomasse un ruolo più adeguato, il 27% complessivo nel 2030 richiederà comunque una copertura dei consumi finali elettrici con rinnovabili superiore al 50%, probabilmente prossimo al 55%. Anche con questa crescita della produzione elettrica con rinnovabili, in larga misura coperta da eolico e fotovoltaico, la conservazione di condizioni di adeguatezza del sistema elettrico potrà essere realizzata grazie alle sinergie tra i contributi delle diverse tecnologie di accumulo e l’applicazione estesa, come in altri paesi, della demand response, senza quindi ricorrere a nuovi impianti a ciclo combinato, soluzione viceversa indicata dal documento di consultazione. A conferma dell’eccessivo ruolo assegnato al gas, col rischio di promuovere costosi investimenti non necessari”.