Economia circolare, potenzialità e problematiche nel nuovo studio di Zero Waste Europe e Reloop
L’economia circolare può contare sul sostegno di vari attori, in campo politico ed economico, ma le politiche fiscali, secondo i promotori dello studio, continuano ad avvantaggiare un modello di economia lineare
12 July, 2017
Il Rapporto sullo studio condotto da Zero Waste Europe e Reloop mette in evidenza potenzialità e problematiche dell'economia circolare. L’economia circolare può contare sul sostegno di vari attori, in campo politico ed economico, ma le politiche fiscali, secondo i promotori dello studio, continuano ad avvantaggiare un modello di economia lineare. Le amministrazioni locali possono fare molto per contribuire a raggiungere gli obiettivi europei per la gestione dei rifiuti, attuando strumenti come la raccolta “porta a porta”. Ma per fornire risposte coerenti con la necessità di prevenire i rifiuti, favorire il riuso e progettare manufatti sostenibili nell’ottica dell’economia circolare, bisogna coinvolgere direttamente gli Stati membri e i produttori con un sistema di incentivi economici mirati. L’obiettivo dello studio riguarda proprio l’analisi di alcuni strumenti economici e la loro applicazione sui diversi flussi di rifiuti nei paesi OCSE, in particolare nei paesi dell’Unione Europea.
Nella prima fase dei lavori sono stati presi in considerazione gli incentivi economici esistenti e le ricadute nella gestione dei rifiuti, mentre nella seconda fase sono stati esaminati e discussi nuovi strumenti per raggiungere gli obiettivi EPR (la responsabilità estesa del produttore) e infine sono stati condivisi i suggerimenti per affrontare i prossimi passi verso la piena attuazione dell’economia circolare. Tra gli strumenti economici presi in considerazione per migliorare la raccolta differenziata ci sono i seguenti sistemi.
Sistemi di deposito e rimborso per incentivare i consumatori a riportare indietro i prodotti a fine vita. Prevedono un deposito al momento dell’acquisto che viene rimborsato in tutto o in parte se il bene o il suo contenitore viene restituito dopo l’uso. In particolare questi sistemi vengono utilizzati per garantire elevati tassi di recupero dei contenitori di bevande, come le bottiglie, oppure gli imballaggi per il trasporto di beni, per esempio scatole e pallet. Questi sistemi – con obblighi che gravano sui produttori – possono avere un’applicazione complessa. In alcuni casi potrebbe essere opportuno raccordarli con un sistema di tassazione che – come accade in Norvegia – è pari a zero se la possibilità di riciclare il bene è superiore al 95% mentre può arrivare a 6,74 NOK se la percentuale di riciclo è sotto il 25%.
Sistema di tasse rimborsabili al consumatore all’atto dell’acquisto. Il calcolo della tassa – che deve scoraggiare la produzione e l’uso di prodotti che inquinano l’ambiente - si basa sui costi stimati per la raccolta e il trattamento di un determinato prodotto con lo scopo di scoraggiare la produzione e la diffusione di beni che danneggiano l’ambiente.
Sistemi che prevedono l’applicazione di uno sconto sul nuovo prodotto se si riporta l’articolo usato, non necessariamente obsoleto, presso il punto vendita. Si tratta di iniziative utili ma che potrebbero essere sfruttate come campagne per incoraggiare le vendite senza alcuna utilità per l’ambiente.
Lo studio prende in considerazione alcuni casi in cui allo stato attuale non è possibile o non è conveniente praticare sistemi di deposito. Per esempio sul recupero dei mozziconi di sigarette. Vengono elaborate alcune proposte per potenziare l’efficacia dei sistemi di responsabilità del produttore, considerati come una sorta di responsabilità accessoria. È il caso degli imballaggi monouso per cibo e bevande consumati mentre si va in giro e che spesso vengono abbandonati. Si fa l’esempio delle tazze/bicchieri da caffè monouso per le quali il sistema di raccolta e riciclo non è sempre semplice perché si tratta di più materiali. Una cauzione sulle tazze monouso potrebbe essere certamente utile a risolvere il problema dell’abbandono dei rifiuti ma bisogna incentivare la progettazione di tazze riutilizzabili e facilmente riciclabili.
Lo studio in fine considera anche quei prodotti per i quali non esiste ancora un regolamentazione EPR. Per esempio i tessuti che in percentuali elevate vanno ancora a finire in discarica oppure negli inceneritori mentre potrebbero essere raccolti, sempre con un sistema di deposito cauzionale, e riutilizzati. Oppure i materassi che troppo spesso vengono abbandonati. Un incentivo economico, come il deposito cauzionale oppure un’imposta rimborsabile nel momento in cui il materasso viene restituito oppure avviato al riciclo, potrebbe essere utile per controllare il fenomeno dell’abbandono. Per i prodotti con grandi impatti sia in termini di energia che di acqua e per i piccoli prodotti difficili da riciclare, come i rasoi e le capsule da caffè, potrebbe essere prevista una tassa come stimolo a riprogettare questi beni secondo criteri di sostenibilità.
Per ulteriori informazioni contattare Enzo Favoino, Coordinatore Scientifico di Zero Waste Europe, enzo.favoino@zerowasteeurope.eu