Raccolta plastica in stato di sofferenza? Proviamo a fare chiarezza
Tentiamo di capire cosa sta succedendo dopo il dibattito che si è aperto negli ultimi giorni a Torino su una ipotetica “emergenza rifiuti” legata alla raccolta della plastica. Intervista di Eco dalle Città a Michele Rizzello, direttore di Demap
16 July, 2017
Ultima modifica 19 luglio 2016 Allarme ingiustificato o effettivo rischio di paralisi del ciclo di gestione della plastica? Eco dalle Città tenta di capire cosa sta succedendo dopo il dibattito che si è aperto negli ultimi giorni a Torino su una ipotetica “emergenza rifiuti” legata alla raccolta della plastica. A livello nazionale c’è una situazione di difficoltà come ha confermato ad Eco dalle Città il presidente di Corepla, Antonello Ciotti: “Le Multiutility non ritirano quella parte di plastica che non può essere valorizzata con il riciclo meccanico e dunque destinata a recupero energetico. Ci auguriamo che questo disservizio venga risolto dalle Multiutility nel più breve tempo possibile". Sotto la Mole, tuttavia, non si registrano, almeno per il momento, ritardi o sospensioni del servizio di raccolta. La conferma arriva indirettamente dal colloquio che Eco dalle Città ha avuto quest’oggi con Michele Rizzello, direttore di Demap: L’impianto Demap di Beinasco è la piattaforma di selezione Corepla da cui passano gli imballaggi in plastica frutto della raccolta differenziata in provincia di Torino. Il suo è punto di osservazione ideale per capire cosa sta succedendo. Qual è la situazione? Nei primi sei mesi di quest'anno abbiamo già ritirato in Demap circa 29.000 tonnellate di imballaggi, provenienti sia dal territorio provinciale che da altre province, senza mai registrare un solo giorno di ritardo rispetto alla programmazione. In luglio, purtroppo, abbiamo già avuto forti rallentamenti nelle uscite di alcuni prodotti destinati al riciclo ma soprattutto dei sovvalli di selezione dovuti ad una ridotta ricezione degli impianti di termovalorizzazione. Per questo motivo, nostro malgrado, abbiamo dovuto ridurre di conseguenza gli ingressi di alcuni conferitori. Tutti gli impianti, sottolineo, funzionano come dei “contenitori”: per essere riempiti hanno bisogno di essere svuotati! Abbiamo privilegiato la raccolta diretta degli imballaggi provenienti dal circuito territoriale che di fatto non ha accusato alcun ritardo. E’ stato ridotto, ma per fortuna di poco (10 carichi, 5 di Amiat e 5 provenienti da fuori provincia), il programma degli ingressi dai cosiddetti Centri Comprensoriali che sono comunque degli impianti con possibilità di stoccaggio. Il rallentamento dei ritiri genera sempre accumulo ma nel caso di Torino credo stia pesando di più l'incertezza nella programmazione dei ritiri che genera preoccupazione in chi come noi e Amiat a diverso titolo, deve comunque sempre cercare di scongiurare pregiudizi al flusso di recupero e di riciclo dei rifiuti differenziati. Per quanto riguarda la settimana in corso, abbiamo confermato il programma dei ritiri ma occorre monitorare con attenzione nei prossimi giorni le risposte che arriveranno da Corepla, in relazione agli accordi con gli impianti di termovalorizzazione. D’altro canto, non bisogna trascurare il fatto che ci troviamo nel periodo più caldo dell’anno, che di per sé origina già un aumento della raccolta e che in agosto, alle criticità attuali, potrebbero aggiungersi altri problemi legati alla chiusura di alcuni impianti e alla ridotta logistica dei mezzi. Ci può descrivere esattamente cosa c’è nello scarto che non viene avviato a riciclo dopo la selezione in un impianto come Demap. Abbiamo sentito parlare di “sovvallo” e poi di “sottovaglio”, ci aiuta a fare chiarezza anche su questo? Questo rifiuto viene sempre generato dal trattamento meccanico degli imballaggi provenienti dalla R.D. quindi è sempre un sovvallo. In relazione però alla fase nella quale viene prodotto prende nomi differenti. Si tratta di termini che servono per lo più per una classificazione interna al contratto con Corepla. Quando, ad esempio, il rifiuto si genera nella fase di vagliatura meccanica, viene chiamato "sottovaglio", quando si genera dopo la selezione automatica viene chiamato "termine linea ", etc.. Negli articoli di giornale si parla anche di discarica. Ma è possibile che la plastica non selezionata, che dovrebbe finire a recupero energetico, viene sotterrata invece che incenerita? Ad oggi si è trattato di una parte del tutto residuale. Il ricorso alla discarica, seppur in aumento lo scorso anno rispetto all'anno precedente, ha interessato a livello nazionale circa 13.000 tonnellate, meno del 1,5% dei volumi totali gestiti dal Consorzio, tra l'altro solo in alcune aree del Paese. In Demap, ad esempio, lo scorso anno non ci sono stati conferimenti in discarica per conto di Corepla e le pochissime tonnellate conferite in discarica hanno riguardato sovvalli del multimateriale. E' chiaro che, perdurando questa situazione, se non dovesse, tra l’altro, arrivare un’adeguata risposta dagli impianti di termovalorizzazione, quest'anno sarà inevitabile il ricorso alla discarica e questo avrà un impatto molto più importante in termini percentuali e potrebbe interessare diverse aree del Paese, Piemonte compreso. Speriamo quantomeno che se dovessimo ricorrere alle discariche sia almeno privilegiato il principio di prossimità. Se a Torino la situazione sembra essere tutto sommato sotto controllo, in altre zone d’Italia qualche difficoltà c’è. Lei è anche direttore Assosele (Associazione delle aziende di selezione e valorizzazione degli imballaggi Multimateriali). Qual è la situazione nel resto del Paese e a cosa è dovuta? Purtroppo per i motivi già richiamati, la situazione presenta criticità in diversi territori del Paese. Il problema è sempre lo stesso, quello del “contenitore pieno”: il rallentamento delle uscite sta congestionando alcuni centri di selezione, che a loro volta sono costretti a ritardare o bloccare i ritiri del rifiuto proveniente dai centri comprensoriali. Personalmente non ho evidenze ad oggi di blocchi completi degli impianti. Come Associazione, abbiamo scritto al Presidente di Conai e di Corepla chiedendo un intervento a livello politico, affinché possa essere affrontato il problema e possa normalizzarsi al più presto la situazione. Da quello che mi risulta, ci sono già stati degli incontri nelle scorse settimane con il Ministero dell’Ambiente e tutti stiamo cercando, ognuno per la propria parte, di evitare ulteriori disagi alle raccolte e alle imprese. Ci può essere una via d’uscita a questa situazione? Al di là delle criticità contingenti, credo che occorra trovare per il futuro una soluzione di sistema per la gestione di tutti i sovvalli di selezione, che benché classificati secondo normativa come rifiuti speciali, di fatto sono rifiuti che derivano dal trattamento degli urbani, e meritano di trovare forse, prima di tutto, una diversa collocazione a livello normativo che garantisca il trattamento negli impianti finali presenti sul territorio. Nell'immediato però, non vedo molte soluzioni se non confidare nell’interlocuzione tra Corepla e le Multiutility, nella speranza che possano essere fin da subito riservati spazi diversi che consentano di liberare gli impianti di selezione dagli stoccaggi e di conseguenza i centri comprensoriali dagli imballaggi in plastica accumulati in queste settimane, scongiurando o almeno limitando al minimo il ricorso in discarica.