Roma, crisi idrica: non è detto che l'acqua verrà razionata. La Regione al lavoro per una soluzione alternativa
Dopo lo stop ai prelievi dal lago di Bracciano imposto dalla Regione e la conseguente risposta di Acea, che ha stabilito di chiudere i rubinetti per otto ore al giorno, pare che la stessa Regione abbia pensato ad una soluzione alternativa che prevede di innalzare i prelievi dalle altre fonti che servono la Capitale
24 July, 2017
Ancorché stremato dalla siccità - a giugno era a meno 140 centimetri, vicino al minimo storico del 2008 (meno 146), registrato ad ottobre però, alla fine della stagione secca - il lago di Bracciano contribuisce all'acqua corrente di Roma solo per l'8% circa, infatti il governatore ha sottolineato che la minaccia di razionare l'acqua per così tante persone da parte dell'azienda che gestisce la rete idrica della capitale sia una misura quantomeno sproporzionata.
Secondo l'Agi, a Roma arrivano ogni anno 500 milioni di metri cubi di acqua per dissetare, far lavare e, più in generale, tenere in vita 3,7 milioni di persone. L'approvvigionamento idrico viene in gran parte da sorgenti - Peschiera, Capore, Acqua Marcia, Acquoria, Salone, Vergine, Simbrivio - poi ci sono i pozzi - Finocchio, Torre Angela, Pantano, Borghese, Laurentino - e poi le cosiddette acque superficiali del Lago di Bracciano appunto.
Il piano di razionamento dell'acqua annunciato da Acea per venerdì 28 luglio prevede turni di stop di otto ore consecutive e la divisione della città in due quadranti all'interno del Raccordo anulare da almeno 1,5 milioni di residenti; l’acqua sarà erogata a turno a ciascun quadrante e quindi ogni 24 ore un cittadino su due rimarrebbe senza, in totale, per sedici ore. Un razionamento che riguarda quindi circa tre milioni di utenti e che non risparmia nessuno: case, negozi, uffici, ma anche ospedali e caserme. Saranno posizionate autobotti nelle aree strategiche della città e proseguirà la chiusura dei nasoni: solo 85 rimarranno aperti per effettuare il campionamento. Nessun problema per i parchi della capitale, innaffiati con acqua proveniente dal Tevere. In realtà, ci sono già centinaia di cittadini romani che convivono con l'assenza dell'acqua corrente in diverse ore della giornata in quartieri come Flaminio, Parioli e Pinciano, dove qualcuno racconta di fare la doccia con la bacinella piena pronta all'uso oppure direttamente a casa di amici e parenti.
In tutto questo la sindaca Virginia Raggi, che di Acea è la principale azionista ma che fa anche parte del consorzio dei comuni del lago di Bracciano che hanno preteso il blocco dei prelievi, non ha preso una posizione chiara. Ha solo rilasciato qualche concisa dichiarazione sul fatto che bisogna “fare il possibile per assicurare l’acqua ai romani, ai vigili del fuoco, alle attività commerciali” e che che la sua amministrazione sia stata tra “i primi a denunciare la situazione drammatica del lago". L'assessora all'Ambiente, Pinuccia Montanari, rilancia e dice che "per affrontare l'emergenza idrica, Roma sta già facendo la sua parte, investendo, dopo decenni, sulla manutenzione delle reti". Propone poi una serie di accorgimenti rivolti ai cittadini per evitare sprechi di acqua inutili.