Lombardia, Arpa pubblica il rapporto sullo stato dell’ambiente. Aria, acqua, suolo e rifiuti speciali tra le principali criticità
Bene la raccolta differenziata, crescono i rifiuti speciali (pari al 20% di quelli italiani), prolungati i superamenti del limite giornaliero di PM10 e PM2.5, e migliora la situazione delle acque e del suolo
09 November, 2017
Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente in Lombardia vuole fornire una informazione sintetica ma allo stesso tempo precisa ed articolata sulla situazione ambientale della regione.
L’ambiente è analizzato nelle sue principali componenti attraverso l’utilizzo di indicatori, ovvero di informazioni numeriche e grafiche in grado di rappresentare su scala regionale l’andamento nel tempo di parametri significativi.
Aria
Dal
punto di vista meteorologico, l’anno 2016 è stato caratterizzato
da precipitazioni nel primo semestre significativamente superiori
alle medie climatologiche recenti (in particolare a febbraio, maggio
e giugno), mentre dal mese di luglio si evidenzia una anomalia
negativa delle precipitazioni. Ciò ha influito sulle concentrazioni
degli inquinanti atmosferici più critici,
che risultano complessivamente inferiori all’anno precedente,
sebbene siano da segnalare due episodi prolungati
di superamento del limite giornaliero di PM10,
avvenuti a gennaio e a fine anno, durante i quali la presenza di
condizioni di forte stabilità atmosferica, hanno determinato il
perdurare di una situazione favorevole alla formazione e l’accumulo
degli inquinanti.
In
dettaglio, come si può notare dalla tabella qui
a lato,
attualmente non vengono registrati superamenti dei limiti di legge
per SO2,
CO e C6H6.
Per l’O3,
il superamento dei valori obiettivo è diffuso su tutto il territorio
regionale, sebbene i
picchi più alti si registrino sottovento alle aree a maggiore
emissione dei precursori.
Anche per il PM10 il
valore limite giornaliero (numero di giorni in cui la media
giornaliera supera i 50 µg/m3)
è stato superato in modo diffuso, sebbene il numero di giorni di
superamento sia complessivamente calato negli anni. La progressiva
diminuzione delle concentrazioni di particolato ha portato ad un
rispetto dei limiti della media annua di PM10 in
tutta la regione nell’anno 2016. Il superamento
del limite sulla media annua del PM2.5,
da rispettarsi dal 2015, è invece diffuso su tutte le zone del
territorio regionale, ad eccezione della zona di montagna e di
fondovalle. Per quanto riguarda l’NO2,
i superamenti del limite sulla media annua si sono verificati nelle
zone maggiormente urbanizzate ed in particolare nelle stazioni da
traffico. Il valore limite orario è stato d’altra parte rispettato
ovunque nel territorio regionale. Per quanto riguarda i metalli
normati, si osservano complessivamente per l’anno 2016
concentrazioni
ben al di sotto dei limiti fissati.
Per il B(a)P, come negli anni precedenti, i valori più alti si
raggiungono nelle aree in cui più consistente è il ricorso alla
legna per riscaldare gli ambienti. In particolare il valore obiettivo
è stato superato nell’Agglomerato di Milano e nella zona D di
fondovalle.
Rifiuti Urbani
La
produzione totale dei rifiuti urbani (RU) nel 2016 è stata pari a
4.628.769
tonnellate, in aumento del +1,3% rispetto al 2015
(4.571.434 t): successivamente ai picchi del periodo 2006-2011, negli
ultimi anni la produzione totale annua pare assestata su quantitativi
pari a 4.600.000 tonnellate. La
Città Metropolitana di Milano incide per il 32,1% sul totale della
produzione regionale,
seguita da quelle di Brescia (13,9%), Bergamo (10,4%), Varese (8,8%)
e Monza e Brianza (7,7%), mentre le rimanenti sette province
rappresentano meno di un terzo della produzione totale (27,1%).
La
produzione pro-capite è stata pari a 462,0 kg/ab*anno (1,27
kg/ab*giorno), in aumento del +1% rispetto all'anno precedente, ma in
linea con le previsioni del Piano Regionale gestione Rifiuti (DGR
1990/2014). I valori attuali del pro-capite sono corrispondenti a
quelli registrati addirittura nel 1998, nonostante l'incremento
demografico sempre in crescita.
A
livello provinciale, la situazione è la seguente: le province di
Brescia (510,0 kg), Pavia (508,8 kg), Mantova (496,9 kg) e, anche se
di poco, la Città Metropolitana di Milano (462,1 kg) superano il
dato regionale, mentre tutte le altre presentano valori inferiori,
dai 459,3 kg di Lecco fino ai 409,0 e 408,5 kg di Lodi e Monza.
984
dei 1.527 comuni della Lombardia (pari a circa il 65%) hanno
registrato una produzione pro-capite di rifiuti urbani inferiore
rispetto alla produzione pro-capite regionale.
Il
quantitativo totale delle raccolte differenziate è stato pari a
2.814.349 tonnellate, in aumento di circa +4,4% rispetto al 2015. La
percentuale di raccolta differenziata, sempre in crescita, si attesta
quindi al 60,8%,
(59% nel 2015), in linea con l'obiettivo del Piano Regionale di
Gestione dei Rifiuti che prevede il raggiungimento del 67% a livello
regionale al 2020. In quasi tutte le province si registra un aumento
della percentuale di Raccolta Differenziata, con gli incrementi
maggiori per Pavia, che registra addirittura un +11,5%, passando dal
39,9% al 44,5%, seguita da Brescia, con un incremento di +8,2% (dal
57,5% al 62,2%) e Lodi, con il +7,4% (dal 58,9% al 63,2%). La
provincia di Mantova
si conferma ancora la provincia con la più alta percentuale di
Raccolta Differenziata (81,8%);
ma ben 7 altre province superano il 60%.
839
comuni hanno superato la percentuale di raccolta differenziata
regionale, ma il dato più significativo è che ben 915 superano il
60% di RD e 686 addirittura il 65%.
Da
sottolineare che anche per il 2016, per calcolare la percentuale di
raccolta differenziata, è stata utilizzata la medesima metodologia
degli anni precedenti, mentre i criteri fissati dal DM 26 maggio 2016
saranno utilizzati a partire dai dati 2017, come stabilito dalla DGR
6511/2017. Sono state comunque effettuate delle proiezioni anche per
i dati 2016, che portano la percentuale regionale di raccolta
differenziata al 70%.
La
normativa europea pone il recupero di materia e il recupero di
energia come priorità nella gestione dei rifiuti, immediatamente
dopo quello della prevenzione e riduzione della produzione. La
gestione dei rifiuti urbani in Lombardia è da molti anni ormai
indirizzata verso tali obiettivi: nel 2016, la percentuale di
recupero di materia è stata pari al 59,3%, (correlata alle raccolte
differenziate) mentre la percentuale di recupero di energia diretto è
pari al 25,4% (correlato al destino dei soli rifiuti
indifferenziati).
Negli
anni, parallelamente all'incremento della percentuale di raccolta
differenziata e di recupero di materia (che ad esempio contempla
anche il recupero delle terre da spazzamento stradale), le politiche
regionali hanno portato ad una costante e marcata diminuzione dei
quantitativi dei rifiuti indifferenziati. Inoltre si è raggiunta la
quasi totale eliminazione del ricorso alla discarica come forma di
smaltimento diretta dei rifiuti urbani non differenziati, promuovendo
la termovalorizzazione e il trattamento meccanico-biologico.
Rifiuti speciali
La
produzione totale dei rifiuti speciali in Regione Lombardia nel 2015
è stata pari a 17.023.745 tonnellate, con un aumento
rispetto al 2014 pari al +2,15%.
(si ricorda che in tali quantitativi non sono conteggiati i rifiuti
non pericolosi da costruzione e demolizione - c.d. "inerti da
C&D"). A livello nazionale si è registrata una produzione
totale pari a 79.451.000 tonnellate (esclusi rifiuti non pericolosi
da C&D), con un incremento rispetto al 2014 (79.099.000
tonnellate) pari a +0,45% (fonte elaborazioni ISPRA): la
Lombardia rappresenta quindi circa un quinto dell'intera produzione
nazionale.
La
provincia con la produzione maggiore è Brescia (23,4%), seguita da
Milano (16,1%), Bergamo (12,8%) e Pavia (10,8%): la produzione dei
rifiuti speciali è legata essenzialmente alla presenza di distretti
e siti produttivi, compreso quello del trattamento dei rifiuti, ed è
piuttosto differente rispetto a quella della produzione di rifiuti
urbani, dove in via generale il contributo di ogni provincia è
proporzionale alla popolazione.
Per
quanto riguarda la gestione dei rifiuti effettuata dagli impianti di
trattamento ubicati in Lombardia, è interessante notare come nel
corso degli anni il quantitativo dei rifiuti trattati sia
progressivamente in aumento, con una corrispondente crescita dei
quantitativi di rifiuti avviati a recupero, mentre sono diminuiti
quelli destinati a smaltimento, in conformità alle previsioni delle
direttive europee e della normativa statale di settore. È necessario
puntualizzare che i quantitativi di rifiuti trattati non sono
direttamente confrontabili con i quantitativi dei rifiuti prodotti in
Lombardia (urbani e speciali), in quanto gli impianti lombardi
possono ricevere i rifiuti anche da altre regioni e, viceversa,
rifiuti prodotti in Lombardia possono essere conferiti ad impianti di
gestione extraregionali.
Acque
Per
le Acque
Superficiali
(corsi d'acqua e laghi/invasi), sulla base di quanto previsto dalla
normativa di settore (D.Lgs.152/99, sostituito dal 2009 dal
D.Lgs.152/2006 e relativi Decreti Attuativi ) vengono monitorati,
secondo le frequenze di legge:
-
una
serie di parametri chimico-fisici, tra cui i cosiddetti “parametri
di base”
(pH, solidi sospesi, temperatura, trasparenza, conducibilità,
durezza, azoto ammoniacale, azoto nitrico, ossigeno disciolto, BOD5,
COD, azoto totale, orto fosfato, cloruri, solfati, fosforo totale,
Escherichia Coli); parte di questi concorrono alla determinazione
degli indici LIMeco (per
i corsi d'acqua) e LTLeco (per
i laghi).
-
una
serie di altri inquinanti chimici costituiti in prevalenza da
metalli,
pesticidi, solventi e IPA;
-
gli
elementi di qualità
biologica
che riguardano: macroinvertebrati, macrofite, diatomee, fitoplancton
e fauna ittica.
Nell’anno
2016, in particolare, il monitoraggio dei fiumi
ha riguardato 169 stazioni per gli elementi biologici e 349 stazioni
per lo stato chimico. L’indicatore LIMeco,
calcolato per 349 stazioni di monitoraggio, è risultato in stato
elevato o buono in 203 stazioni (58%), in stato sufficiente in 73
stazioni (21%) e in
stato scarso o cattivo in 73 stazioni (21%);
tali valori confermano sostanzialmente la distribuzione di classi di
stato per gli elementi chimico–fisici a supporto dello stato
ecologico del 2016. Si ricorda che l'indicatore LIMeco viene
calcolato annualmente, ma non ha valore di classificazione nel
monitoraggio operativo e di sorveglianza.
Sui
laghi
i punti di monitoraggio biologico (fitoplancton) sono stati 17 e
quelli di monitoraggio chimico sono stati 27. L’indice LTLeco è
stato determinato su 26 laghi, per un totale di 32 stazioni. La
maggior parte delle stazioni (21) presenta uno Stato Sufficiente
(66%), mentre 10 (31%) risultano in Stato Buono e 1 in Stato Elevato
(3%). Si ricorda che l'indicatore LTLeco viene
calcolato annualmente, ma non ha valore di classificazione nel
monitoraggio operativo e di sorveglianza.
Per
le acque
sotterranee
sulla base di quanto previsto dalla normativa di settore
(D.Lgs.30/09), si definisce lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee
(SC) sulla base del monitoraggio delle seguenti tipologie di
sostanze: metalli, inquinanti inorganici, policiclici aromatici,
alifatici clorurati cancerogeni, alifatici clorurati non cancerogeni,
alifatici alogenati cancerogeni, nitrobenzeni, clorobenzeni,
pesticidi, diossine e furani, composti organici aromatici. Sui punti
appartenenti ai corpi idrici sotterranei è prevista la
determinazione dei parametri delle categorie sopra-descritte
attraverso due o tre campionamenti all’anno (rispettivamente una
campagna primaverile ed una campagna autunnale o una campagna
primaverile, una tardo estiva ed una autunnale). La variazione di
frequenza è relativa alla tipologia di corpo idrico sotterraneeo
(superficiale, intermedio o profondo). I profili analitici, per
ciascun punto (o gruppi di punti) della rete, sono definiti sulla
base delle pressioni gravanti sul territorio, della struttura
idrogeologica, delle proprietà chimico-fisiche dei contaminanti, dei
risultati dei monitoraggi relativi agli anni precedenti e delle
tipologie di monitoraggio (operativo o sorveglianza).
Il
monitoraggio quantitativo avviene attraverso la misura mensile (falda
superficiale) o trimestrale (falda profonda) della soggiacenza della
falda (profondità della superficie della falda rispetto al piano
campagna). Nell'anno 2016, in particolare, il monitoraggio
qualitativo ha riguardato 497 punti di monitoraggio.
Lo
Stato Chimico delle Acque Sotterranee (SC) è risultato in Stato
Buono in 232 punti di monitoraggio (47%) e in Stato
Non Buono in 265 punti di monitoraggio (53%).
Si conferma quindi il trend qualitativo dell'anno 2015 con una
leggera tendenza al miglioramento in quanto lo stesso era pari al 44%
dei punti di monitoraggio in Stato Buono e al 56% in Stato Non Buono.
Suolo
Il
numero totale di siti censiti nell'Anagrafe Regionale come
"contaminati"
ai sensi della normativa vigente (D. Lgs. 152/06 e s.m.i., Parte IV,
Titolo V) sono
circa 800
(dato giugno 2017), la
cui contaminazione è nella maggior parte dei casi riconducibile ad
aree industriali dismesse o ancora in attività ed alla presenza sul
sito di impianti di stoccaggio/adduzione carburanti.
La
presenza di siti contaminati più consistente si evidenzia nella
Provincia di Milano (circa 45%) e in misura minore nella Provincia di
Brescia, Bergamo e Varese (circa 11%, 9% e 8% rispettivamente),
ovvero in quelle realtà territoriali che hanno visto storicamente lo
sviluppo di insediamenti industriali e di numerose attività
artigianali. In questo conteggio sono stati esclusi i siti di
interesse nazionale (SIN): Sesto San Giovanni (area ex Falck),
Pioltello Rodano Polo Chimico, Broni (area ex Fibronit), Brescia
Caffaro, Mantova Polo Chimico e laghi di Mantova.
A
fronte degli oltre 800 siti contaminati, si registrano allo stato
attuale oltre 2000
siti bonificati
(dato giugno 2017), cioè siti in cui si è definitamente concluso il
procedimento di bonifica ed è stato emesso il certificato di
avvenuta bonifica da parte della Provincia competente per territorio.
La
contaminazione del territorio lombardo deriva soprattutto da attività
industriali dismesse (circa 30%), in misura minore da attività
industriali attive e da impianti di stoccaggio/adduzione
carburanti.
La
contaminazione è ascrivibile prevalentemente ad idrocarburi e
metalli.
Per quanto riguarda le tecnologie di bonifica, dai dati disponibili
si evince che vengono prevalentemente adottati interventi off-site e
precisamente per la matrice suolo la rimozione e lo smaltimento dei
terreni contaminati, per la matrice acque sotterranee il Pump and
Treat. A questo riguardo si evidenzia che il Piano Regionale di
Bonifica delle Aree Inquinate (approvato con DGR 1990 del 20/06/2014)
sotto il profilo della maggiore compatibilità ambientale degli
interventi di bonifica promuove, anche avvalendosi di specifiche
previsioni regolamentari e di indirizzo, l'utilizzo di sistemi di
bonifica in situ, promuovendo la diffusione delle esperienze maturate
nel settore.