Gomme auto: quanto costa lo smaltimento all'automobilista?
I pneumatici rappresentano un tema “delicato” sia quando si parla di sicurezza alla guida sia in termini ambientali, relativamente al loro smaltimento. Sono prodotti difficili da “trattare” una volta esaurito il loro ciclo vitale
21 November, 2017
I pneumatici rappresentano un tema “delicato” sia quando si parla di sicurezza alla guida sia in termini ambientali, relativamente al loro smaltimento. Sono prodotti difficili da “trattare” una volta esaurito il loro ciclo vitale, poiché sono scarsamente biodegradabili, tendono a bruciare facilmente rilasciando nell'aria le particelle chimiche che stanno alla base della loro composizione e non possono essere lasciati in stato di abbandono, in quanto l'acqua ristagna con facilità al loro interno agevolando così la proliferazione degli insetti. È necessario dunque occuparsi in maniera mirata del loro smaltimento e interventi di questo tipo richiedono procedure specifiche che hanno un costo. Spesso tuttavia si afferma che lo smaltimento dei pneumatici è gratuito per tutti gli automobilisti, infatti al momento della consegna delle vecchie coperture non viene richiesto alcun contributo. Il ritiro delle gomme usate è in effetti gratuito, perciò bisogna diffidare di chi chiede un contributo in denaro per questo genere di interventi e rivolgersi altrove. Esistono dei consorzi per lo smaltimento dei pneumatici esausti ai quali devono rivolgersi officine e gommisti e si occupano del ritiro gratuito delle coperture usate; il gommista deve limitarsi a riceverle dall'automobilista, registrarle e poi fare in modo che il consorzio le ritiri. Sia che i pneumatici vengano acquistati online oppure da un rivenditore “fisico”, la prassi è questa. Ecco perché anche i portali che vendono pneumatici online come gomme-auto.it si sono attrezzati in tal senso attraverso accordi con i gommisti sul territorio non solo per il montaggio delle gomme acquistate sul sito, ma anche per il ritiro di quelle usate. Gomme Auto srl è un brand di riferimento nel settore pneumatici, attento non solo alle esigenze degli automobilisti ma anche alla tutela dell'ambiente: all'interno del sito infatti si trovano informazioni relative allo smaltimento delle gomme auto, consigli utili e domande/risposte sull'argomento per fugare ogni dubbio da parte di chi acquista circa la “fine” che faranno le vecchie gomme. Un supporto a tutto tondo per aiutare l'automobilista nella scelta e nell'acquisto delle gomme auto migliori per la propria auto e pure per informarlo a dovere su tutti gli aspetti che hanno a che fare con i pneumatici, compresa la fondamentale tutela dell'ambiente. All'automobilista, insomma, non viene chiesto alcun obolo al momento del ritiro delle gomme usate, tuttavia è previsto il pagamento di un contributo, denominato PFU: vediamo che cos'è e come funziona.
Il contributo PFU per lo smaltimento dei pneumatici
Il contributo PFU è quasi invisibile per l'automobilista, poiché si tratta di una maggiorazione che viene applicata al momento dell'acquisto dei pneumatici, attraverso qualunque canale; ciò significa che tale contributo è previsto sia se si acquistano i pneumatici presso il proprio rivenditore di fiducia, sia che si scelga il web per l'acquisto. Il contributo PFU – acronimo che sta per Pneumatici Fuori Uso – verrà utilizzato proprio per lo smaltimento delle gomme auto usate e non ha nessun'altra finalità. A quanto ammonta il contributo per i pneumatici fuori uso? Il Decreto Ministeriale numero 82, risalente all'11 aprile del 2011, ha fissato il contributo PFU a 2,80 euro per ogni pneumatico, dunque poco meno di 12 euro – per la precisione 11,20 euro – per ciascun set di gomme acquistato. In sostanza, lo smaltimento si paga in “anticipo” con questo versamento, da applicare ad ogni nuovo acquisto di pneumatici. All'interno della fattura il rivenditore è tenuto a riportare la voce relativa al contributo, aggiungendola alle altre (costo dei pneumatici, eventuali spese di spedizione, eventuale montaggio etc.). Nonostante il contributo sia stato fissato, talvolta può capitare di dover pagare più di 2,80 euro a pneumatico poiché lo smaltimento dipende anche dal peso delle gomme auto; sino a una certa soglia la tariffa è di 2,80 euro, se il peso delle coperture è superiore allora la tariffa cresce di conseguenza. Considerando che in Italia la quantità di pneumatici da smaltire ogni anno ammonta a circa 400 mila tonnellate, la richiesta di un contributo minimo per la gestione di questa mole di gomme “fuori uso” è indispensabile. Prima del decreto ministeriale del 2011, dello smaltimento dovevano occuparsi in prima persona i gommisti che per sostenere tale operazione richiedevano un surplus ai clienti inserendolo nel prezzo di vendita dei pneumatici. In sostanza il funzionamento è simile a quello attuale, con la differenza che dal 2011 in poi il pagamento del contributo è stato regolamentato, mentre in precedenza ogni gommista poteva richiedere una somma differente, in base a quanto veniva a costare lo smaltimento a ciascuno di loro. Se si acquistano i pneumatici online e poi ci si reca da un gommista, dunque, non è necessario pagare il contributo poiché è GIÀ stato pagato: se il centro di montaggio chiede un ulteriore contributo, è in malafede e l'automobilista deve rifiutarsi di pagare, mostrando la fattura dei pneumatici che attesta l'avvenuto versamento del PFU in precedenza.
In che modo funziona lo smaltimento?
Tutti i gommisti sono per legge tenuti ad iscriversi ad un consorzio, operazione che è in toto gratuita così come lo sono i servizi offerti dai diversi consorzi. Il contributo PFU serve ai consorzi per l'opera di smaltimento dei pneumatici e il rivenditore di gomme, sia fisico che online, lo paga al produttore nel momento in cui acquista da quest'ultimo le coperture; il produttore a sua volta deve destinare il contributo al consorzio che avrà il compito di occuparsi di smaltire i pneumatici ormai “finiti” e considerati dei rifiuti. Alla base di questa catena c'è il consumatore, che nel momento in cui compra le gomme nuove per la propria vettura versa il contributo che in precedenza lo stesso rivenditore aveva versato al produttore, chiudendo in tal modo il cerchio. Naturalmente quando si parla di pneumatici che devono essere smaltiti ci si riferisce a gomme ormai esaurite e non a quelle che invece possono essere ancora impiegate, che in genere vengono destinate alla vendita nei Paesi in via di sviluppo. Sono a tutti gli effetti circa 400 mila tonnellate di rifiuti veri e propri che necessariamente vanno smaltiti per evitare che gravino sulla “salute”, già alquanto precaria, dell'ambiente che ci circonda.