Dove va la Food Policy di Milano
Quali politiche ha in cantiere Comune di Milano per promuovere una corretta alimentazione e lottare contro lo spreco alimentare?
24 November, 2017
a cura di Laura Tajoli
Come molte altre città del mondo, anche Milano ha una sua “Food
policy”, la politica adottata per
indirizzare produzione, trasformazione, distribuzione, acquisto di cibo, il suo
recupero e la gestione dei rifiuti organici. L’obiettivo è creare una rete tra i diversi attori del
sistema alimentare (agricoltori, imprese, associazioni, consumatori, enti
locali ecc). per attuare una visione di lungo termine sulle scelte legate al
cibo. In questo ambito, è dunque necessario prendere decisioni in merito
all’impegno contro le povertà alimentari, promuovendo diete sostenibili e
sistemi logistici a basso impatto ambientale. Occorre, inoltre mettere in atto
azioni di recupero, riuso e riciclo per sostenere un’economica del cibo
diversificata.
Dal sito del comune di Milano leggiamo che le linee di indirizzo della Food Policy di Milano 2015-2020 “sono il frutto di un lavoro cominciato nel 2014 con la firma di un protocollo d’intesa con la Fondazione Cariplo. Dopo un ampio confronto con la città sui temi della food policy che ha coinvolto amministrazione, cittadini, terzo settore, università e imprese profit e non profit sono emerse una serie di priorità recepite nel testo finale: garantire l’accesso al cibo sano per tutti, promuovere un sistema alimentare sostenibile, promuovere una cultura orientata al consumo consapevole, ridurre gli sprechi, sostenere e promuovere la ricerca scientifica in campo agroalimentare”.
Sono obiettivi ambiziosi, che proiettano il capoluogo milanese in una prospettiva ampia, destinata ad allargarsi sempre di più. “La vicesindaco Anna Scavuzzo, è diventata responsabile della Food Policy di Milano e si sta muovendo in accordo con i vari assessori per far sì che diversi settori dell’amministrazione operino insieme sui temi del cibo” spiega Franca Roiatti, addetta alla comunicazione della Food Policy milanese. È “ A questo proposito è stato anche creato un ufficio che si occupa della food policy all’interno del gabinetto del Sindaco. Scelte che sottolineano l’impegno dell’amministrazione comunale nell’affrontare in modo diverso le tematiche relative al sistema alimentare cittadino”. Tra le novità più interessanti maturate grazie alla food policy c’è l’arrivo del riso coltivato dalle aziende agricole del Distretto Agricolo Milanese nelle mense gestite da Milano Ristorazione. Nel 2016 grazie a un accordo tra il DAM e Milano Ristorazione era partita una sperimentazione con la fornitura dei primi 1800 quintali, quest’anno il DAM ha vinto l’appalto e ora i bambini delle scuole adesso mangiano riso DAM, coltivato a pochi chilometri dalla loro scuola.
Da qualche mese, il vicesindaco Anna Scavuzzo è diventato coordinatore della Food Policy di Milano e si sta muovendo per mettere insieme i diversi settori dell’amministrazione”, spiega Franca Roiatti, addetta alla comunicazione e ai rapporti con i media della Food Policy milanese. “Questa è una grande e importante novità. Poi, il progetto pilota iniziato nel 2016 grazie a un accordo tra il Distretto Agricolo Milanese e Milano Ristorazione è finalmente diventato una reale. I bambini delle scuole adesso mangiano riso DAM, coltivato secondo i principi di sostenibilità ambientale e qualità nutrizionale sanciti dalla Food Policy di Milano”. È un progetto destinato ad avere ulteriori sviluppi futuri, spiega la Roiatti perché punta ad allargare il tiro per mettere in piedi altre filiere e creare altri prodotti coltivati in dal Distretto milanese e nel Parco Agricolo Sud. Un’idea che punta a creare filiere che comunicano, che lavorano in rete.
Per quanto, poi, riguarda il fronte della lotta allo spreco alimentare, la Food Policy ha molta carne al fuoco. Nel 2016 il comune di Milano Insieme ad Assolombarda e al Politecnico ha firmato un protocollo anti spreco per valorizzare le buone pratiche messe in atto dalle aziende, e istituire circuiti brevi per la raccolta e la redistribuzione delle eccedenze alimentari. “Stiamo entrando nella fase operativa di questo protocollo: è stata individuata la zona dove partirà il progetto pilota, il municipio 9, nel quale sarà attrezzato uno spazio che servirà per le operazioni di stoccaggio e redistribuzione dei prodotti recuperati” continua Roiatti.
Inoltre, ilIl comune sta anche valutando forme per incentivare il recupero delle eccedenze e ha intenzione di collaborare con le diverse associazioni attive in città nella lotta allo spreco.
“Insieme ad Assolombarda e al Politecnico, che nel 2016 avevano firmato un protocollo anti spreco per valorizzare le buone pratiche messe in atto dalle aziende, si punta a dare istituire circuiti veloci per la consegna dei prodotti agli enti che li raccolgono. Finalmente abbiamo un’intesa sui passaggi operativi e stiamo per aprire uno spazio in municipio 9 per il recupero delle eccedenze alimentari. Vogliamo anche collaborare con le diverse associazioni, come recup e con tutto il sistema che si occupa di recuperare le eccedenze alimentari”, continua Franca Roiatti.
Eco dalle Città è attiva, insieme a Recup, in diversi mercati milanesi per raccogliere frutta e verdura che altrimenti verrebbe gettata via e che invece vengono redistribuite direttamente sul posto. Per ridurre l’impatto dei prodotti non più commestibili AMSA ha avviato nel 2016 la raccolta differenziata dell’umido in 16 mercati cittadini. La sperimentazione ha avuto successo e il servizio è stata già esteso a 24 mercati. Entro il 2018 andrà a regime in tutti i 92 mercati all’aperto rendendo possibile, secondo le stime di AMSA raccogliere circa 2.500 tonnellate di umido all’anno trattati attraverso il processo di digestione anaerobica che permetterà di evitare l’immissione in atmosfera di circa 420 tonnellate di gas serra. Il Comune di Milano ha attivato con Amsa una sperimentazione sui mercati che arriverà a regime su tutta la città. Per ridurre l’imbatto dei prodotti non più commestibili è stata avviata la raccolta differenziata dell’umido in 15 mercati cittadini. Sono state raccolte 89 tonnellate di frazione organiche nei sacchi bio compostabili.
La buona educazione alimentare, poi, dovrebbe partire dalle scuole. “Milano Ristorazione nel 2016 ha lanciato il progetto “Frutta a metà mattina” che ha l’obiettivo di sostituire la merenda consumata dai bambini a scuola, con la frutta distribuita durante l’intervallo anziché a fine pasto. “Un progetto che si è deciso di riproporre alle scuole, visti i risultati molto interessanti ottenuti l’anno scorso” aggiunge Roiatti. “Nnon solo è cresciuto il consumo di frutta, ma i bambini che la mangiavano durante l’intervallo, consumavano anche più volentieri il pasto di mezzogiorno”.
Con Milano Ristorazione, infatti, continuiamo a promuovere il consumo della frutta a metà mattina. Il progetto, nato sempre nel 2016, si propone di sostituire la merenda acquistata dalle famiglie consumata dai bambini a scuola, anticipando al momento dell’intervallo la distribuzione della frutta che di solito si dava a fine pasto”, prosegue la Roiatti. “Quest’anno, questa pratica è stata istituzionalizzata, visto che l’anno scorso i risultati di questo esperimento sono stati davvero interessanti, perché abbiamo rilevato che i bambini che mangiano la frutta a metà mattina mangiano più volentieri il pasto di mezzogiorno”.
Da gennaio 2018, inoltrepoi, i bambini a scuola mangeranno yogurt prodotto con latte lombardo e del Parco Sud di Milano. Per i bambini degli asili nido, invece, tutti i pasti vengono già cucinati senza sale aggiunto, una misura che risponde alle linee guide dell’ATS, pensata per promuovere diete sane e prevenire le malattie collegate all’eccessivo consumo di sale. Milano Ristorazione ha anche tutta una serie di progetti anti spreco, dal sacchetto “salva merenda” a iniziative che puntano a razionalizzare il conferimento di pane e frutta al programna Siticibo.
E non è finita qui. I piani della futura La Food Policy milanese includono anchesta
lavorando per favorire l’avvio
di altre filiere di prodotti locali coltivati
dal Distretto Agricolo milanese e nell’ambito
Parco Agricolo Sud. , per
esempio, la promozione dello yogurt prodotto nel Parco Sud di Milano fatto
anche da aziende che si trovano fuori dal comune. Per i bambini degli asili
nido, inoltre sono stati predisposti pasti privi di sale aggiunto per prevenire
le malattie collegate all’eccesso di sale. Poi, ci sono tutta una serie di
progetti anti spreco, per razionalizzare il conferimento di pane e frutta al
banco alimentare Siticibo.
“A livello
internazionale il patto dei sindaci (Milan Urban Food Policy Pact) promosso da
Milano nel 2015, è arrivato a coinvolgere 160
città. Lo scorso
ottobre a Valencia si è svolto il terzo incontro annuale delle città firmatarie. “È
. “E’stata un’occasione
per fare un bilancio delle molte collaborazioni tra città avviate in questi
anni. E si tratta di un bilancio positivo” conclude
Franca Roiatti, “gGrazie
anche al premio internazionale sulle buone pratiche promosso da Milano insieme
a Fondazione Cariplo, lo scambio di esperienze e soluzioni è molto attivo. E
non solo tra le città euoropee,
ma anche dell’Africa occidentale, come Dakar, Douala, Praia
che stanno condividendo l’esperienza dei micro-orti; e
ancora quelle del
Nord e del centro America
Città del Messico ad esempio sta lavorando
con Tegucigalpa sul tema dell’accesso
al cibo, e Milano sta cooperando sempre con la capitale dell’Honduras sul tema
delle mense scolastiche” .
A livello internazionale, il patto dei sindaci (Urban Policy Act) è arrivato a coinvolgere ben 159 città. E Milano è tra le promotrici dell’intesa. Lo scorso ottobre abbiamo partecipato al terzo summit, a Valencia. Adesso le città stanno iniziando a lavorare insieme. E non parliamo soltanto di Europa, ma anche, per esempio, di America, con Baltimora, e di Africa, con Dakar”, conclude Franca Roiatti.