Quartieri Ricicloni a lezione di italiano con donne di lingua araba
Il progetto per migliorare la raccolta differenziata nei caseggiati di edilizia popolare va alla lezione di italiano curata da Ospitalità Solidale per le donne di lingua araba che vivono nel quartiere Niguarda.
11 December, 2017
Come spiegare il funzionamento della raccolta differenziata alle donne di lingua araba che seguono il corso di italiano curato dai volontari del progetto “Ospitalità solidale”? Parole da trascrivere e imballaggi da differenziare con il quiz “Dove lo butto?”. E per finire un collage di parole italo-arabo: carta, plastica, umido, vetro e nero.
L’obiettivo principale del progetto Quartieri Ricicloni - “Bando alle periferie” del Comune di Milano - è quello di migliorare la raccolta differenziata nei caseggiati di edilizia popolare attraverso interventi nei cortili e azioni di sensibilizzazione che in queste fredde giornate si svolgono nelle sedi dei Comitati degli inquilini o di altre associazioni presenti nelle zone obiettivo del progetto.
Martedì 12 dicembre il progetto è stato accolto dai volontari dell’associazione “Ospitalità Solidale” nello spazio Arci di via Demonte, durante il corso di italiano rivolto alle donne di lingua araba. Si comincia subito con alcune parole chiave: “raccolta”, “differenziata”, “riciclare” e “trasformare”. Come si scrivono e come si pronunciano? E soprattutto qual è il loro significato? Fondamentale la presenza di Rachid, uno dei tre volontari, che ha tradotto per noi alcune regole importanti da seguire per fare una buona raccolta differenziata ed evitare le multe. Per esempio? lo scontrino non va nella raccolta differenziata della carta e la ceramica non si conferisce nel vetro.
Tra le parole nuove che le attente studentesse hanno imparato oggi c’è “alluminio”. Un esempio? Le lattine per le bevande che insieme alle scatolette per pesce, carne e legumi vanno nella raccolta differenziata della plastica, sacco giallo!
Perché nello stesso cartello abbiamo scritto “riciclare” e “trasformare”? Grazie alla raccolta differenziata i rifiuti si trasformano in risorse. Gli esempi che apprezzano di più sono il tessuto pile che si ottiene dalle bottiglie di plastica e la caffettiera in alluminio riciclato. “Caffettiera??” In effetti le studentesse sono solo all’inizio del corso di lingua italiana. Forse è meglio usare la parola “moka”. Ed ecco che annuiscono e muovono le mani come se stessero avvitando una caffettiera. Anche la parola “terriccio” per spiegare cosa si ottiene differenziando l’umido è un po’ complicata. Ma è chiaro che avanzi di cibo, bucce di frutta e foglie di insalata si buttano nell’umido, bidone marrone!
A questo punto della lezione, mentre le corsiste sono sempre più attente e i loro bimbi giocano o provano a scrivere le parole imparate oggi, è arrivato il momento del quiz “Dove lo butto”? Mostriamo gli imballaggi che abbiamo portato e che abitualmente troviamo nelle case. Come si differenzia il barattolo di marmellata? Non hanno dubbi! Il barattolo di vetro si butta nel vetro, bidone verde! Mentre il tappo in alluminio va nella plastica insieme alla bottiglia per l’acqua e allo shampoo.
“E i pannolini?” Ci chiedono tramite Rachid. Vanno nell’indifferenziato, sacco nero.
Durante questi mesi il progetto ha incontrato adulti e bambini. Esempi concreti, chiacchierate su come evitare le multe, giochi e quiz. Ma anche disegni e cartelli sulle regole da seguire per fare la raccolta differenziata, che spesso ci hanno aiutati a comunicare con chi conosce poco la lingua italiana. Alcuni li custodiamo tra i nostri strumenti di lavoro che da oggi si arricchiscono grazie ai cartelli in italiano e arabo scritti durante la lezione insieme alle 10 promettenti studentesse.