Imballaggi e cibo: riflettori puntati sull'acciaio
Intervista a Giovanni Cappelli, direttore ANFIMA (associazione nazionale che raggruppa i fabbricanti di imballaggi metallici e affini italiani) e Roccandrea Iascone, responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne RICREA
22 December, 2017
Quali sono i principali alimenti che vengono conservati negli imballaggi in acciaio?
Cappelli: Dal punto di vista numerico il prodotto che è maggiormente confezionato in imballaggi in acciaio è il pomodoro e i suoi derivati. All’interno della famiglia degli imballaggi in acciaio per uso alimentare troviamo poi le scatolette per i legumi, per i vegetali, ma anche altri contenitori “aerosol” come ad esempio la panna spray.
Detto ciò, tuttavia, da una ricerca di mercato che abbiamo effettuato negli anni scorsi, è emerso che il consumatore identifica il contenitore in acciaio con il tonno. Nell’immaginario collettivo si lega quindi l’imballaggio ferroso con prodotti alimentari di consumo quotidiano. In realtà non è così. Pensiamo al fatto che prodotti come il paté e il caviale sono confezionati in acciaio: è la dimostrazione che siamo di fronte al contenitore che dà le massime garanzie e il miglior conservazione anche per prodotti di altissima gamma.
Ci sono soluzioni tecniche particolari per gli imballaggi in acciaio ad uso alimentare?
Cappelli: In qualche caso le latte sono rivestite da una vernice protettiva per evitare l’interazione con il ferro (come nel caso dello smalto bianco all’interno delle latte). Si tratta ovviamente di prodotti testati e approvati dalle autorità sanitarie e questo accorgimento non provoca nessuna interazione né con il cibo né con il successivo processo di riciclo del prodotto.
A proposito di riciclo: l’acciaio riciclato è come quello ottenuto da materia prima? Anche per uso alimentare?
Iascone: Si tratta di un materiale permanente. L’imballaggio in acciaio, infatti, una volta che intraprende il percorso del riciclo, passando dalla raccolta differenziata, arrivando fino in acciaieria, torna ad essere acciaio al 100% senza perdere le sue caratteristiche qualitative.
Qual è la shelf-life dei prodotti conservati negli imballaggi in acciaio?
Cappelli: L’acciaio garantisce la massima vita sullo scaffale del prodotto alimentare con una shelf life che può arrivare fino a tre anni. Un vantaggio, inoltre, dei contenitori in acciaio è che consentono una shelf life lunga senza bisogno della catena del freddo. Le conserve sterilizzate e pastorizzate si conservano a temperatura ambiente.
Iascone: Si tratta di un materiale ermetico e impenetrabile: protegge totalmente dalla luce, dall’aria, dall’umidità e dai microrganismi batterici. Per questo motivo l’acciaio è particolarmente adatto a contenere e conservare alimenti.
Una volta aperto l’imballaggio, qual è la modalità corretta di conservazione dell’alimento se avanza del prodotto: va cambiato il contenitore?
Cappelli: La questione, in questo caso, riguarda la deperibilità dell’alimento. Non dipende dal contenitore. Fin quando l’imballaggio è messo nelle condizioni di fare il suo lavoro, prima dell’apertura, niente inficia sulla qualità dell’alimento. Una volta aperto, invece, vengono meno tutte le qualità dell’imballaggio in acciaio di cui parlavamo prima (ermeticità, impenetrabilità, etc…).
Per cui, non è tanto l’interazione del cibo o bevanda con il materiale, piuttosto il contatto con l’aria che favorisce la produzione di batteri nell’alimento. In questo caso le precauzioni da prendere sono quelle della corretta conservazione domestica dell’alimento: in frigorifero, all’interno di un contenitore idoneo e ben chiuso, per non più di 3 o 4 giorni dall’apertura.
Qual è il contributo degli imballaggi per quanto riguarda la riduzione degli sprechi alimentari?
Iascone: In generale l’imballaggio aiuta nella riduzione degli sprechi alimentari in quanto i processi di conservazione aumentano la vita dell’alimento. Un contenitore in acciaio, poi, che ha come durata minima 3 anni, è sicuramente un grande beneficio in questo senso.
In tema di riduzione degli sprechi alimentari, Ricrea, insieme a Conai e agli altri consorzi di filiera, partecipò nel 2015 al progetto FamilyBag in provincia di Padova: Unioncamere Veneto individuò 100 ristoranti ai quali venne recapitata da parte di Conai una prima fornitura di “Family bag” (evoluzione semantica del termine “doggy bag”) realizzata con i materiali dei diversi Consorzi. Per quanto riguarda Ricrea, i ristoratori aderenti al progetto pilota ricevettero anche un centinaio di Family Bag in acciaio. Oltre ad un contenitore per il cibo, fu creata una “scatola fantasia” per liquidi: un cilindro in acciaio dove poteva essere inserita e portata via una bottiglia di vino o birra non terminata.
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