Mal'aria 2018: 'I dati sull'inquinamento dimostrano il fallimento del protocollo aria delle regioni padane'
Legambiente Lombardia: "Le somme stanziate per l’infruttuosa lotta allo smog sono nulla rispetto a quelle che si dovranno pagare in forma di sanzioni per non avere adempiuto agli obblighi di risanamento imposti dalla direttiva europea"
29 January, 2018
Dando uno sguardo all’efficacia delle misure messe in campo, sono complessivamente 83 i comuni che hanno aderito al “Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria” come previsto da Regione Lombardia per il recepimento dell’Accordo del Bacino Padano stipulato il 9 giugno 2017: 37 comuni con più di 30mila abitanti previsti dall’accordo e 46 che hanno aderito su base volontaria.
Un risultato positivo, anche se l'adeguamento dei comuni chiamati a dotarsi di ordinanze è avvenuto con inerzie e ritardi rispetto al momento in cui (inizio ottobre) sarebbe stato opportuno poter disporre di questi strumenti ai fini delle attività di accertamento. A causa di forti limiti strumentali, l'azione di controllo dei veicoli circolanti è stata più episodica che sistematica in gran parte della province. Tuttavia, per quei comuni che hanno già inviato dati sull'attività di vigilanza emerge un dato di buona adesione alle misure da parte dei proprietari di veicoli, dal momento che a fronte di migliaia di verifiche, sono relativamente poche le infrazioni contestate a veicoli non a norma. Tra i comuni che si distinguono troviamo i comuni della città metropolitana, escluso Milano, e Bergamo, che effettua un'attività di controllo estremamente metodica e ricorrente.
Seppur Regione Lombardia abbia svolto un'attività di coordinamento con le altre regioni firmatarie dell’accordo, resta la critica di fondo all’efficacia e alla pertinenza delle disposizioni previste dall'accordo stesso, commisurate alla dimensione dell'emergenza smog sul lungo periodo.
«Risanare l'aria richiede investimenti, che non ci sono – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Basti confrontare la somma di finanziamenti ministeriali previsti dall'accordo per la Lombardia, che prevedono 4 milioni di euro per incentivi alla sostituzione di veicoli inquinanti e investimenti delle aziende agricole per il contenimento delle emissioni da stoccaggio e impiego di liquami zootecnici, con lo stanziamento statale ad ANAS per realizzare l’ennesima inutile opera stradale nell'area milanese: il nuovo collegamento Vigevano-Malpensa. I fondi del Ministero dell'Ambiente equivalgono all'1,6% dello stanziamento statale destinato ad una singola infrastruttura la cui realizzazione si pone in palese contrasto con le finalità di riduzione degli inquinanti. In ogni caso le somme stanziate per l’infruttuosa lotta allo smog sono nulla rispetto a quelle che si dovranno pagare in forma di sanzioni per non avere adempiuto agli obblighi di risanamento imposti dalla direttiva europea».
Non solo PM10, anche l’ozono, tipico del periodo estivo, che preoccupa per la salute dei lombardi. Tanto che nell’estate 2017 è stato avviato il progetto CAPTOR per il monitoraggio di questo inquinante pericolo per la salute, grazie al coinvolgimento dei cittadini volontari che hanno installato nei loro giardini i dispositivi di rilevamento delle concentrazioni di O3. Andando a confrontare le città che hanno superato i limiti rispettivamente per le polveri sottili e per l’ozono troposferico nel 2017, la classifica vede la città di Cremona prima in questa drammatica lista con ben 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Milano con 161 si posiziona a breve distanza.