Elezioni politiche 2018: le proposte di 23 associazioni su rifiuti ed economia circolare
23 associazioni presentano l'Agenda Ambientalista 2018 per la ri-conversione ecologica del Paese. Le proposte su rifiuti e ed economia circolare
26 February, 2018
Già nel 2013 le Associazioni interloquirono con tutte le maggiori forze politiche e i movimenti che si presentarono alle elezioni nazionali presentando un proprio documento di proposte. Come 5 anni fa, l’Agenda Ambientalista 2018 per la ri-conversione ecologica del Paese è alla base della interlocuzione con le forze politiche – in questa settimana con FI, Lega – Salvini Premier e FdI e nei giorni scorsi con incontri con M5S, PD, LEU e +Europa - e vuole costituire la base per un confronto con il futuro presidente del Consiglio incaricato in occasione degli incontri con i corpi intermedi per la formazione del Programma di Governo (per la prima vola nel 2013 gli ambientalisti furono convocati a Palazzo Chigi). Vi proponiamo di seguito le proposte delle associazioni su rifiuti e ed economia circolare: 1. Qualificare l’azione della Pubblica Amministrazione: a) riformando le politiche di prevenzione, grazie all’adozione di un programma nazionale capace di coordinare i programmi regionali, dotato di proprie risorse e definendo un programma di monitoraggio efficace:1) superando i limiti del programma nazionale di prevenzione dei rifiuti del 2013, che ha un contenuto solo orientativo, privo di forza vincolante, non è dotato di risorse economiche specifiche e di fatto non in grado di misurare i progressi del nostro Paese al riguardo; 2) facendo una ricognizione dei programmi adottati a livello regionale per verificare come le misure e temi affrontati dalle singole regioni variano significativamente tra di loro; b)rivedendo il Sistema per il controllo della Tracciabilità dei Rifiuti (SISTRI) per rendere effettivo il controllo dei rifiuti industriali pericolosi dal produttore allo smaltitore finale, in modo da garantire, conseguentemente, il superamento dei sistemi cartacei, che consentono continue irregolarità, e l'applicazione del regime sanzionatorio che viene prorogato di anno in anno (ora siamo al 31 dicembre 2018). 2. Introdurre schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) per l’industria e la distribuzione alimentare e imporre obiettivi minimi di prevenzione e riciclaggio, da raggiungere attraverso una impiantistica adeguata, dei rifiuti, compresi quelli da costruzione e demolizione (C&D) in modo da: a) ridurre lo scarto della catena alimentare che costituisce il maggior flusso di rifiuti all’interno di quelli urbani superando le carenze impiantistiche e la scarsa valorizzazione del prodotto finale grazie al coinvolgimento del comparto produttivo a collaborare per alzare i livelli di recupero di materia dagli scarti e assicurare l'utilizzo del fertilizzante derivato; b) garantire l’avvio di una filiera dedicata al riciclaggio e il recupero di materia sul territorio per il raggiungimento degli obiettivi, in linea con il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare; c) riordinando il settore dei rifiuti C&D, incrementando la responsabilità dei produttori al fine di incrementare la prevenzione e il riciclaggio dei materiali, contrastare il sommerso e lo smaltimento illegale e in nero sul territorio attraverso, in particolare rendere effettiva la tracciabilità dei rifiuti prodotti dalla filiera. 3. Introdurre la cauzione sugli imballaggi monouso, contribuendo così al superamento del fenomeno del littering e della dispersione dei rifiuti nell’ambiente che sono dati dal loro scarso valore, grazie all’introduzione di una cauzione adeguata per i piccoli imballaggi che stimoli i consumatori a riconsegnarli a circuiti ben congegnati, facilitandone così il loro riciclaggio, e riducendo, nel contempo, i costi di pulizia stradale a carico dei comuni e contrastando il fenomeno del marin litter, con effetti positivi sulle modalità di gestione e sulla creazione di nuovi posti di lavoro Anche quelle in tema mare contengono un punto dedicato alla riduzione della plastica: 1.Rispondere adeguatamente agli obblighi e alle strategie comunitarie per una migliore tutela del mare: a) dando piena attuazione alla Strategia Marina italiana in modo che (in coerenza con Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino adottata nel 2008)si consegua l’obiettivo del buono stato ambientale delle acque marine (GES) al più tardi nel 2020, adottando i metodi standard di monitoraggio e valutazione voluti dalla UE (Decisione 2017/848) e garantendo che sia pienamente efficiente e finanziata la flotta di pronto intervento contro l’inquinamento da idrocarburi; b) implementando la Direttiva Europea sulla Pianificazione Spaziale Marittima sviluppando piani di gestione spaziali nel rispetto dei limiti dell’ecosistema marino, che integrino gli obbiettivi di buono stato ambientale della MSFD e che garantiscano una gestione delle attività umane nell’ottica di un’economia blu sostenibile; c) dando piena attuazione anche in Italia alla Politica Comune sulla Pesca(in vigore dal primo gennaio 2014), anche attraverso l’implementazione del Piano operativo nazionaledel Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (EMFF) e la partecipazione attiva ai negoziati sulle Quote e sul Totale Ammissibile di cattura (TAC); d) dichiarando una lotta senza quartiere contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamenta, dando piena attuazione al Regolamento comunitario sulla INN ed eliminandole frodi sul commercio di pescato grazie al miglioramento della trasparenza e della tracciabilità delle filiere ittiche; e) dando piena attuazione alla strategia europea sulla riduzione della plastica, con il duplice obiettivo di tutelare l'ambiente e il mare e di porre le basi per una nuova economia circolare, migliorando le politiche di prevenzione e di riutilizzo, nonché la riciclabilità in alcune filiere, e potenziando nel contempo,lo sbocco dei materiali riciclati, grazie al rafforzamento e al miglioramento della qualità e quantità delle raccolte differenziate per la riduzione degli imballaggi monouso e usa e getta, come previsto dalla stessa Strategia europea.
L’Agenda Ambientalista 2018 presenta 50 proposte per 18 filoni tematici che in questi giorni sono stati messi all’attenzione delle forze e movimenti politici che si candidano al governo dell'Italia: energia e clima; trasporti e infrastrutture; valutazioni ambientali; consumo del suolo; difesa del suolo; usi civici; bonifiche; rifiuti; biodiversità ed aree protette; mare; montagna; beni culturali e paesaggistici; agricoltura; turismo e ambiente; Ministero dell'Ambiente; andare oltre il PIL; diritti e delitti ambientali; informazione, educazione, formazione e partecipazione ambientale. L'iniziativa unitaria è promossa da: Accademia Kronos, AIIG, Associazione Ambiente e Lavoro, CTS, ENPA, Fare Verde, Federazione Pro Natura, Federazione Italiana Amici della Bicicletta - FIAB, Forum Ambientalista, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridica Onlus, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d'Italia, SIGEA, Slow Food Italia, TCI, VAS, WWF.