Ambiente, presentato l'annuario Ispra 2017: smog, rifiuti e clima le maggiori criticità
Presentati a Roma l’Annuario dei dati ambientali ISPRA e il Rapporto Ambiente espressione del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (RA-SNPA), rispettivamente alla quindicesima e alla prima edizione. Sempre alto lo smog, clima instabile e produzione dei rifiuti urbani in crescita (+2%)
20 March, 2018
Sono stati presentati il 20 marzo a Roma, presso la Camera dei Deputati, l’Annuario dei dati ambientali ISPRA e il Rapporto Ambiente espressione del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (RA-SNPA), rispettivamente alla quindicesima e alla prima edizione. I due documenti, che insieme rappresentano la fonte ufficiale più completa, attendibile e ragionata dell’informazione ambientale intertematica in Italia, fanno il punto della situazione fino al 2017. L’evento si è svolto ad un anno dall’entrata in vigore della legge istitutiva del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Tra i temi affrontati nei report ci sono energia, trasporti, clima, inquinamento atmosferico, consumo di suolo, rifiuti. Migliorano alcuni indicatori, ad esempio le emissioni di CO2 che calano significativamente, mentre rimangono critici altri, come il particolato atmosferico che è sempre ad altissimi livelli. In crescita la produzione dei rifiuti urbani (+2%), mentre la raccolta differenziata si attesta al 52,5% della produzione totale dei rifiuti. Ecco maggiori dettagli.
Il National Oceanic and Atmospheric Administration (NOOA) ha registrato, a novembre 2017, una
concentrazione media globale di CO2 atmosferica pari a 405,14 parti per milione (ppm); 400 ppm solo a
giugno 2017. Un valore senza precedenti negli ultimi 800.000 anni. La temperatura media annuale globale,
nel 2016, ha invece segnato un anomalo aumento di 1,31 °C sulla terraferma (+1,35 in Italia), raggiungendo
un nuovo record per il terzo anno consecutivo.
In Italia, la caratteristica più rilevante del clima, nel 2017, è stata la persistenza di condizioni siccitose e allo
stesso tempo la presenza di precipitazioni di forte intensità.
Tra il 1990 e il 2015, le emissioni di tutti i gas serra sono diminuite grazie alla riduzione prevalente di CO2
raggiunta dal settore energetico; nel 2015, tuttavia, le emissioni sono aumentate del 2,3%, come probabile
effetto di una ripresa economica.
Per l’Italia, l'obiettivo di riduzione dei gas serra entro il 2020, assegnato
dalle direttive europee, sarà raggiunto.
Numeri e tendenze su clima ed emissioni di gas serra sono solo alcuni dei tanti indicatori forniti
dall’Annuario dei Dati ambientali ISPRA.
A un anno dall’entrata in vigore della Legge 132/2016, che
istituisce il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), è stata presentata oggi anche la
prima edizione del Rapporto Ambiente – SNPA, prodotto finale di un complesso lavoro di reporting che,
attraverso la presentazione delle attività svolte nel Sistema, fornisce un quadro aggiornato della situazione
ambientale nel Paese. Al termine di ogni capitolo, attività, progetti, studi e articoli che arricchiscono la
descrizione della situazione ambientale, richiamando l’attenzione del lettore su aspetti particolarmente
rilevanti, sia di carattere generale che di interesse locale.
Tra i temi affrontati nei report ci sono agricoltura, pesca, energia, trasporti, turismo, industria, biodiversità,
clima, inquinamento atmosferico, indice pollinico allergenico, qualità delle acque interne, mare e ambiente
costiero, consumo di suolo, rifiuti, agenti fisici, pericolosità geologiche, agenti chimici, valutazioni,
autorizzazioni, controlli e certificazioni ambientali, conoscenza ambientale.
Numerosi e significativi sono i segnali di miglioramento della qualità dell’aria: le emissioni dei principali
inquinanti continuano infatti a diminuire, così come i livelli atmosferici di alcuni inquinanti mostrano trend
generalmente decrescenti. La situazione della qualità dell’aria rimane però critica, in particolare per il
particolato atmosferico (il 40% delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero), il biossido di azoto (il
13% delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero), per i quali continuano a registrarsi livelli elevati,
che troppo spesso superano gli standard normativi. Il bacino padano rappresenta una delle aree di maggior
criticità.
In continua diminuzione le emissioni delle autovetture, grazie alle nuove immatricolazioni: in particolare,
nel 2015 le emissioni di CO2 sono scese notevolmente, raggiungendo i 115,1 grammi di CO2 per km (nel
2005 lo stesso valore era 149,5).
Riguardo alle emissioni di composti nocivi, i dati relativi a veicoli euro 6 immatricolati nel 2014 mostrano
che, per quanto riguarda gli ossidi di azoto, il confronto tra i fattori di emissione vede il diesel caratterizzato
da valori sensibilmente maggiori rispetto agli altri carburanti; GPL, benzina e gas naturale compresso
presentano emissioni progressivamente decrescenti, con scostamenti tra loro non elevatissimi. Nulle le
emissioni allo scarico per i veicoli elettrici. Il confronto tra i fattori di emissione dei Composti Organici
Volatili Non Metanici mostra valori molto alti per i veicoli a benzina, seguiti da GPL e Gas Naturale
Compresso, con emissioni rispettivamente pari a circa la metà e un quarto. Quasi trascurabile il fattore di
emissione dei motori diesel.
La situazione è diversa per quanto riguarda il particolato allo scarico: il diesel presenta i valori più elevati,
seguito a breve distanza dalla benzina. Le due alimentazioni a gas risultano praticamente coincidenti, con un
fattore di emissione di circa 1/3 inferiore rispetto al diesel.
In crescita la produzione dei rifiuti urbani (+2%), in linea con l’andamento degli indicatori socioeconomici.
La produzione pro capite, in aumento, passa da 487 kg/abit. nel 2015 a 497
kg/abit. nel 2016. La raccolta differenziata si attesta, invece, al 52,5% della produzione totale dei rifiuti
urbani. L’analisi dei dati sulla gestione evidenzia che, nel 2016, lo smaltimento in discarica interessa il 25%
dei rifiuti urbani prodotti. La discarica non è, dunque, la forma di gestione più diffusa. Il riciclaggio delle
diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di trattamento meccanico biologico
dei rifiuti urbani raggiunge, infatti, nel suo insieme il 45% della produzione. Nel 2016 la percentuale di
preparazione per il riutilizzo e riciclaggio, calcolata per l’insieme delle frazioni carta e cartone, organico,
vetro, plastica, metalli e legno, è pari al 47,7% della produzione dei rifiuti urbani.
Negli agglomerati urbani, uno dei principali problemi ambientali è l’inquinamento acustico. L’attenzione
da parte dei cittadini e la richiesta di tutela personale e dell’ambiente sono elevate: nel 2016 circa 93
controlli su 100 delle ARPA/APPA sono stati svolti a seguito di esposti della cittadinanza e nel 40,6% di
sorgenti controllate sono stati riscontrati superamenti dei limiti normativi. I superamenti dei limiti di legge
sono in diminuzione ma solo il 59% dei Comuni ha approvato un piano di classificazione acustica, principale
strumento di pianificazione e gestione sul territorio dell’inquinamento acustico. A luglio 2017 i casi di
superamento dei limiti di legge relativi agli impianti radiotelevisivi (RTV) sono pari a 595, mentre quelli
relativi alle stazioni radiomobili (SRB) sono complessivamente 109.
Cosa accade, invece, al di fuori delle nostre città? Oltre 300.000 ettari, nel 2016, sono stati convertiti ad
agricoltura biologica: un’estensione pari quasi a quella della Regione Valle d’Aosta. Cresce il numero di
operatori del settore (+20,3%) che sceglie questa tipologia di agricoltura, che tende a valorizzare e
conservare i sistemi biologici produttivi, senza il ricorso a sostanze chimiche di sintesi.
Per contro, il consumo di suolo In Italia continua a crescere, pur segnando un importante rallentamento negli
ultimi anni. Circa 23.000 km2 del territorio nazionale sono ormai persi irrimediabilmente e, con loro, i
rispettivi servizi ecosistemici. Solo in 6 mesi, tra il 2015 e il 2016, sono stati consumati 5000 ettari di
territorio, equivalenti a 5700 campi di calcio.
In che condizioni versano le nostre acque? Il 43% dei fiumi e il 20% dei laghi raggiungono l’obiettivo di
qualità per stato ecologico; il 75% dei fiumi e il 48% dei laghi, invece, raggiungono l’obiettivo di qualità per
lo stato chimico.
Non si arresta, inoltre, il livello di contaminazione da pesticidi. Inquinati 370 punti di monitoraggio (23,8%
del totale) di acque superficiali, con concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali; nelle acque
sotterranee, 276 punti (8,6% del totale) registrano tale superamento. Permangono, tuttavia, sensibili
differenze tra le regioni, dovute a un monitoraggio degli inquinanti ancora disomogeneo sul territorio
nazionale.
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