L’economia circolare di Novamont declinata nell’agricoltura
A Fa’ la cosa giusta abbiamo intervistato Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont, sul caso studio del cardo che da pianta infestante si trasforma in risorsa.
27 March, 2018
L’economia circolare applicata al cibo, prodotto e consumato, è l’argomento del libro “Circular Economy for Food”, Edizioni Ambiente, presentato a F’a la cosa giusta a Milano.
Nel libro sono citati alcuni casi studio di realtà aziendali che stanno rivedendo il loro sistema di produzione e guardano all’economia circolare come un’opportunità. Ragionare sulle modalità di produzione e consumo del cibo secondo un approccio lineare e su come cambiare direzione applicando l’approccio dell’economia circolare, nel rispetto della tradizione contadina e dei territori, è possibile.
Tra le aziende citate nel libro c’è anche Novamont con le bio raffinerie che utilizzano il cardo e l’amido di mais. Alla fine della presentazione abbiamo intervistato Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont, sul caso studio del cardo.
In che modo Novamont, senza entrare in conflitto con il cibo, declina l’economia circolare nell’agricoltura?
Novamont crede che l’economia circolare sia un cambio di paradigma per qualsiasi approccio a sistemi di produzione e consumo. Nel campo agricolo significa poter ridurre gli input, migliorare la qualità della produzione ma ridurre anche gli impatti negativi. In particolare quelli sul suolo perché l’approccio lineare nella produzione agricola ha contribuito a depauperare fortemente i nostri suoli. Quindi approcciare in modo circolare il sistema agricolo significa ripensare completamente un pezzo della produzione riflettendo sul fatto che la massimizzazione delle rese agricole non sono più un’istanza di sostenibilità né economica né ambientale.
Un caso concreto. Il progetto Novamont sul cardo.
Il caso del cardo è un caso interessante perché è nato dall’idea di poter individuare un aridocoltura che fosse compatibile con l’impianto ovvero con la bio raffineria che si stava sviluppando a Porto Torres. Il cardo fino a quel momento era considerata non come una coltura ma come infestante. È stato selezionato un genotipo specifico in grado di poter crescere su terreni aridi e senza input, adatto all’area mediterranea. Di notevole interesse sia per il ciclo produttivo di Novamont ma anche per il contesto.
L’esperienza del cardo rappresenta anche un esempio di “cascading”.
Utilizziamo una materia prima che è una pianta infestante e che riusciamo a trasformare e impiegare in prodotti innovativi. Dai semi del cardo si estrae l’olio che può essere utilizzato per ottenere una farina in grado di sostituire quella di soia e quindi si riduce l’impatto anche da un’altra parte.