Parlamento Europeo, iniziano i lavori per il voto del pacchetto sull'economia circolare
Mercoledì 18 aprile a Strasburgo si voterà il pacchetto di direttive sull’economia circolare. Se ne è discusso durante la sessione plenaria di ieri e se ne discuterà ancora oggi nel corso di una tavola rotonda con l’eurodeputata Simona Bonafè, relatrice del pacchetto
16 April, 2018
di Tiziana Giacalone (da Strasburgo)
Dopo un percorso lungo tre anni, mercoledì 18 aprile a Strasburgo si voterà il pacchetto di direttive sull’economia circolare. Se ne è discusso durante la sessione plenaria di ieri e se ne discuterà ancora oggi nel corso di una tavola rotonda con l’eurodeputata Simona Bonafè, relatrice del pacchetto al Parlamento Europeo.
Era il 2015 quando la Commissione Europea approvava il pacchetto che comprende 4 direttive e ne modifica 6: la direttiva sui rifiuti, n. 98/2008, la direttiva sui rifiuti di imballaggi, n. 62/1994, discariche, n. 31/1993, la quarta comprende la direttiva sui raee, n. 19/2012, quella sui veicoli fuori uso, n. 53/2000, e quella sui rifiuti di pile e accumulatori, n. 66/2006. L’introduzione di un sistema di economia circolare punta a riusare i materiali reimmettendoli nel ciclo produttivo, in un processo sempre più sostenibile con obiettivi sempre più ambiziosi di raccolta differenziata, favorendo il riciclo dei materiali e valorizzando gli scarti di lavorazione e lo sviluppo di progetti per la creazione di nuovi materiali come quelli bio-based.
Ma quali sono esattamente gli obiettivi sui rifiuti contenuti nel pacchetto?
Entro il 2035 la percentuale dei rifiuti da avviare al riciclo dovrà essere del 65%, mentre la percentuale di riciclo dei rifiuti da imballaggio è fissata al 70% entro il 2035, con il coinvolgimento diretto dei produttori che saranno responsabili. L’altra percentuale fissata dal pacchetto riguarda il tetto del 10% per il conferimento dei rifiuti urbani in discarica.
Obiettivi che per alcuni Stati non sarebbero sufficienti a traghettare l’Europa da un’economia lineare a quella circolare. Mentre ci sono Stati che nutrono dubbi sul raggiungimento stesso degli obiettivi. “La Grecia continua a ricorrere alle discariche, come farà a raggiungere questi obiettivi senza un aiuto concreto?”. Chiede un eurodeputato greco. "E la Polonia?". L’europarlamentare polacca che prende la parola dichiara che la loro delegazione “si asterrà dal votare il pacchetto perché considera gli obiettivi fissati troppo ambiziosi e si domanda perché la Polonia non è stata classificata tra i paesi che hanno cinque anni in più rispetto agli altri per raggiungere gli obiettivi di riciclaggio previsti dal pacchetto.”
Nel suo intervento Simona Bonafè - che poco prima la sua collega norvegese aveva addirittura definito come la "fata" della procedura che porterà all'approvazione del pacchetto (“fe” in norvegese significa fata) - accogliendo i dubbi e proposte degli interventi che l’hanno preceduta, precisa che “il pacchetto sull’economia circolare non è un punto di arrivo ma di partenza che si può rafforzare. L'economia circolare ha bisogno di strumenti finanziari adeguati.”
Per Karmenu Vella, il Commissario europeo per l’ambiente che prende la parola e fa il punto della situazione sul percorso e sui vantaggi dell’economia circolare per l’Europa, l’approvazione di questo pacchetto di direttive rappresenta “una delle più grandi sfide dei nostri tempi, un cambiamento ambientale e sociale. Recuperare i rifiuti e reimmetterli nell’economia è una strada in salita ma possiamo farcela. L’economia circolare, continua Vella, è una priorità, un progetto ambizioso che riduce le discariche e aumenta il riciclaggio.” Poi sul finire del suo intervento, quasi ad esortare al voto gli europarlamentari più scettici, ricorda che “ci sono Sstati che nel corso di 20 anni hanno migliorato la gestione dei rifiuti passando nel 2000 al 55% di rifiuti riciclati, mentre nel 2015 i rifiuti da avviare alle discariche sono diminuiti del 25%.”. Propone alla Polonia di votare il pacchetto, invece di astenersi, con la possibilità di ottenere una deroga di 5 anni per raggiungere gli obiettivi dall’attesa direttiva.
La plenaria di ieri si era aperta con un acceso dibattito sulla Siria e sull'uso delle armi chimiche. La sessione di Strasburgo ha ribadito “che l’uso non può essere superato impunemente”. Prima di passare alle sessioni dedicate ai temi ambientali i lavori sono proseguiti con la sessione sul dibattito di oggi con il Presidente francese Macron e con la discussione sull’uso improprio dei dati personali dei cittadini Ue.