Genova. Mobilità dopo il crollo del ponte Morandi: al primo punto il completamento del nodo ferroviario
Pubblichiamo le considerazioni e i documenti di Mauro Solari, ingegnere e tecnico dei comitati No Gronda, sulla mobilità a Genova dopo il crollo del ponte Morandi
23 August, 2018
Quali soluzioni di mobilità sostenibile per Genova dopo il crollo del ponte Morandi? “Ritengo che i gravi problemi di mobilità di Genova vadano risolti innanzitutto con l’implementazione del trasporto pubblico, mediante il completamento del nodo ferroviario genovese, cioè la quadruplicazione dei binari da Voltri a Principe, in modo da trasformare la linea litoranea in una linea metropolitana. Questo progetto già approvato e finanziato è al palo, ma non si sentono voci che sollecitino una veloce ripresa dei lavori”. E’ quanto sottolinea Mauro Solari, ingegnere e tecnico dei comitati No Gronda.
“Per il traffico privato - continua Solari - la soluzione è il completamento della strada a mare da Pegli (come previsto dal PUC) alla Foce mediante il tunnel subportuale. Questa nuova arteria cittadina avrebbe un impatto sul traffico sicuramente molto più significativo della gronda ad un costo decisamente inferiore (il 30% circa) e con impatti ambientali estremamente contenuti. Nel provvisorio - aggiunge l’ingegnere - penso sia da verificare la possibilità di collegare subito lo svincolo di Genova Aeroporto con la Strada a mare con un ponte provvisorio di tipo militare (tipo Bailey) senza aspettare i nove mesi previsti per la costruzione della nuova rampa, eventualmente affidandone la realizzazione al genio pontieri”.
In allegato il documento di Mauro Solari "Considerazioni sulla Gronda autostradale dopo il crollo del ponte Morandi" e l'allegato "Scheda tunnel subportuale"